Oristano 13 settembre 2020
Cari amici,
Le disuguaglianze sociali
in realtà sono sempre esistite. Nella storia dell’umanità, possiamo leggerlo
pure nella Bibbia, la convivenza tra ricchi e poveri non è mai stata facile,
anche se credo non raggiungesse, allora, i livelli che possiamo toccare al
giorno d’oggi. In passato le rivoluzioni, in particolare la grande Rivoluzione
Francese, hanno tentato in modo anche particolarmente cruento, di far rinsavire
le egoistiche classi più agiate al potere, coniando il motto “Libertà,
uguaglianza, fraternità”, rimasto, però, in gran parte sulla carta.
Successivamente grandi
movimenti mondiali, come la cruenta Rivoluzione Russa oppure la dura
Rivoluzione Cinese, hanno cercato, in modo diverso, di dare pratica applicazione
all’uguaglianza, ma anche questi “regimi” si sono anch’essi rivelati capaci di
dare solo una “parvenza di parità”, in quanto nuovi ricchi sono presto apparsi
anche in Russia e Cina. Insomma le
disuguaglianze sociali continuano, da sempre, a tormentare la convivenza dei
cittadini del mondo, arrivando a situazioni che appaiono sempre più egoistiche
e difficili da abbattere.
Il “Rapporto OXFAM”,
riferito allo scorso anno, ha confermato che il GAP tra ricchi e poveri nel
mondo continua ad aumentare. I super ricchi nel 2019 hanno aumentato del 12% le
loro fortune al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8 miliardi
di persone, che costituiscono la metà più povera dell’umanità, hanno visto
decrescere quel poco che avevano dell’11%. Nel 2019, pensate, 26 ultramiliardari
possedevano la metà della ricchezza del pianeta, mentre l’altra metà doveva
sfamare molti miliardi di abitanti del pianeta, tra cui quei quasi 4 miliardi di
persone appartenenti alla parte più povera.
Amici, una terrificante concentrazione
di enormi fortune nelle mani di pochi, non fa che evidenziare l’iniquità
sociale e l’insostenibilità dell’attuale sistema economico. Focalizzando l’attenzione
sul nostro Paese, l’Italia, il 20% più ricco dei nostri connazionali possiede
circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale (il 5% più ricco degli italiani ha
in mano la stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero). A tutto
questo ora si aggiunge il problema economico creato dal Coronavirus, ormai diffuso
in tutto il mondo, ingigantendo ancora di più la disuguaglianza economica.
Papa Francesco, di
recente, durante l'Udienza generale svoltasi alla Biblioteca del Palazzo Apostolico, ha
rimarcato la sua amarezza per l’espandersi di una “crescita economica iniqua,
che prescinde dai valori umani fondamentali" e che "è indifferente ai
danni inflitti alla casa comune". Ha fermamente rimarcato quanto siano
imprescindibili giustizia sociale e tutela del Creato, e ha lanciato un forte
appello per i tanti bambini che nel mondo muoiono di fame e non hanno accesso
all'istruzione; quindi ha esortato a condividere i propri beni, mettendoli a
frutto anche per gli altri, richiamando l'esperienza delle prime comunità
cristiane che, anche vivendo tempi difficili, mettevano i loro beni in comune,
"consapevoli di formare un solo cuore e una sola anima".
"L'economia è malata
– ha detto il Pontefice - Si è ammalata", e questa malattia, porta ad "una
crescita economica iniqua," dove "pochi ricchissimi" possiedono
più del resto dell'umanità. Per il Papa non si può restare a guardare quando
"l'ossessione di possedere e dominare esclude milioni di persone dai beni
primari, quando la disuguaglianza economica e tecnologica è tale da lacerare il
tessuto sociale e quando la dipendenza da un progresso materiale illimitato
minaccia la casa comune". "Non possiamo stare a guardare - ha
ribadito - la disuguaglianza sociale e il degrado ambientale vanno di
pari passo e hanno la stessa radice, ossia quella del peccato di voler
possedere, di voler dominare i fratelli e le sorelle, di voler possedere e
dominare la natura e lo stesso Dio. Ma questo non è il disegno della
creazione"!
Cari amici, il mondo vive
un momento molto difficile, tragico e capace di portare l’umanità a conseguenze
davvero nefaste. La mancata tutela del Creato, bene comune che è stato donato all’umanità
intera ma che poi è stato accaparrato da pochi avidi, sta creando, come
sappiamo, migrazioni bibliche, mentre la sete di potere e di guadagno crescono
ulteriormente. Il Coronavirus ha aggiunto ora problema a problema, e si corre
il rischio che, svanita la tolleranza, nasca una ribellione dalle conseguenze inimmaginabili, capace di creare un lacerante caos che potrebbe portare il mondo a tempi bui mai visti prima d'ora.
Saremo capaci di
rinsavire prima che succeda l’irreparabile?
A domani, amici.
Mario
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