Oristano 7 settembre 2020
Cari amici,
I motivi più importanti sono certamente due: la sedentarietà e un'alimentazione errata). Sono le statistiche
impietose a dirlo e che mettono in evidenza che in Sardegna 2 bambini su 10 (ovvero il 20 per cento) sono
in sovrappeso. A dichiararlo è l’Istituto
Nazionale per la Cura dell’Obesità, (INCO), in base ai dati rilevati da “Okkio
alla salute”, il sistema messo in atto dal Ministero della Sanità per la il
monitoraggio dei bambini che si trovano in sovrappeso.
Manuela Piras,
nutrizionista e referente regionale del team multidisciplinare INCO, nel corso delle
interviste rilasciate ha dichiarato: “Secondo una indagine regionale che
abbiamo effettuato, partendo dai dati dell’ASSL di Cagliari, si è rilevato che in
Sardegna lo 0,25% dei bambini risulta in condizioni di obesità grave, il 3,55%
risulta obeso, il 17,8% sovrappeso, il 76,1% normopeso e il 2,28% sottopeso.
Insomma, il 21,6% dei bambini sardi presenta un eccesso ponderale che comprende
sia sovrappeso che obesità”.
L’indagine ha evidenziato
che “A livello nazionale, i bambini italiani sono tra i più obesi d’Europa,
con una maggioranza dei maschi (42% tra obesi e sovrappeso) sulle femmine
(38%). Il problema si è aggravato durante il Lockdown a causa di una minore
attività fisica e di una dieta ancora più scorretta. Sono numeri da non sottovalutare,
visti i rischi legati all’obesità e alle alte percentuali, tanto da far pensare di restare obesi poi anche in età adulta.
Cause del sovrappeso sono
soprattutto le abitudini scorrette alimentari e la poca attività fisica: l’8%
dei bambini salta la prima colazione; il 33% la fa in modo non adeguato (ossia
sbilanciata in termini di carboidrati e proteine); il 53% fa una merenda
abbondante a metà mattina. E la maggior parte dei bambini non consuma le giuste
porzioni di frutta e verdura. Sono elevati anche i valori dell’inattività
fisica e dei comportamenti sedentari: il 34% dei bambini pratica attività
sportiva per non più di un’ora a settimana e il 24% fa giochi di movimento per
non più di un’ora a settimana.
Una volta a casa, la
sedentarietà la fa da padrone. il 44% ha la tv in camera; il 41% guarda la tv
e/o gioca con i videogiochi/tablet/cellulare per più di 2 ore al giorno. Circa
le uscite, solo un bambino su 4 va a scuola a piedi o in bicicletta. “Purtroppo
questi dati evidenziano anche una errata percezione dei genitori sullo stato
ponderale e sull’attività motoria dei propri figli: tra le madri di bambini in
sovrappeso o obesi, il 37% ritiene che il proprio figlio sia sotto-normopeso”,
sottolinea la nutrizionista Manuela Piras.
Si, amici, i mesi trascorsi in Lockdown
hanno aumentato il rischio di obesità infantile, sempre a causa di una ridotta
attività fisica e una dieta poco corretta. I bambini rinchiusi in casa tendevano in media a
mangiare un pasto in più al giorno, a dormire in media una mezz’ora in più al
giorno e a passare ben cinque ore in più al giorno davanti ad uno schermo, sia
quello della TV che quello del computer o dello smartphone. Contemporaneamente
si è notato un aumento del consumo di bevande zuccherate e in generale di cibi
spazzatura. E, ovviamente, l’attività fisica, rispetto all’anno precedente, è
diminuita notevolmente.
“Dopo il Lockdown abbiamo
registrato sintomi di stress post-traumatico, confusione e rabbia”, ha
spiegato la nutrizionista. “L’ansia e lo stress hanno portato a mangiare peggio
e di più.
Per la paura di carenza di cibo, le persone hanno acquistato
maggiormente alimenti confezionati e di lunga durata piuttosto che alimenti
freschi. Ciò ha portato ad un aumento di peso con una riduzione dell’assunzione
di preziosi nutrienti presenti in frutta e verdura fresche, tipica nella dieta
mediterranea, che contrasta tutte le malattie cardiovascolari”.
Altro serio problema è la
diminuita attività fisica, rimarca ancora la nutrizionista Manuela Piras. “Nel lungo
periodo, si è ridotta l’attività fisica, che dovrebbe contrastare, oltre
all’aumento di peso, l’aumento dello stato infiammatorio nell’organismo.
"Non
dimentichiamo che nel 1918 - continua Manuela Piras - immediatamente dopo la fine dell’epidemia della
Spagnola, i decessi causati da eventi cardiovascolari avevano superato quelli
per altre cause, inclusa la polmonite sovrapposta. Riconoscere questi effetti
collaterali negativi della quarantena è fondamentale per evitare il deprezzamento
degli sforzi per il controllo del peso tra i giovani”.
Cari amici, il problema
risulta essere davvero serio! Cosa si deve fare, ci chiediamo tutti? Certamente
qualcosa possiamo fare, come riservare più tempo alla preparazione dei pasti,
dedicare più tempo alla prima colazione, mangiare leggero (scartando sughi e
soffritti grassi ed elaborati), aumentare il consumo di vegetali e legumi e
diminuire le carni grasse. Senza scordare il movimento, basilare quanto la
giusta alimentazione.
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento