Oristano 1 agosto 2021
Cari amici,
Tacito |
Il primo post di agosto voglio dedicarlo, da sardo, alla mia amata isola: la Sardegna. Questo "Paradiso", posto al centro del Mediterraneo, è sempre
stato 'terra ambita', preda di invasori e colonizzatori. Fenici, Punici,
Cartaginesi, Ebrei e Romani, solo per citare i più antichi popoli che vi si
insediarono. Diversi di questi popoli hanno operato in Sardegna per secoli,
integrandosi spesso con le popolazioni locali. Di alcuni popoli si parla più
frequentemente, mentre di altri, come gli Ebrei, poco o nulla; eppure, la loro
presenza in Sardegna non è stata di poco conto. Le notizie che documentano la
presenza degli Ebrei in Sardegna parlano del I secolo d.C. con lo storico
Giuseppe Flavio, poi ne parla Svetonio (75 – 150 d.C.), quindi Tacito (114
d.C.) e Dione Cassio (II – III secolo d.C.).
A portare gli Ebrei in
Sardegna fu l’imperatore romano Tiberio, che
nel 19 d.C. ritenuto che i giudei a Roma erano fin troppo numerosi,
pensò di liberarsene emettendo un editto che imponeva l’arruolamento forzato
dei giovani ebrei atti alle armi. Ufficialmente la sua decisione fu presentata
con la necessità di creare una nuova legione che andasse in Sardegna a
combattere e punire i numerosi ribelli “Sardi pelliti”, tanto odiati dai
romani, ma in realtà egli sperava che Ebrei e Sardi si sarebbero combattuti e
annientati a vicenda.
Cicerone |
L’imperatore Tiberio, lo possiamo
dire seppure con ironia, che fu il primo nella Storia a pianificare una pulizia
etnica! Tiberio amava poco anche il popolo sardo, sul quale aveva dei pregiudizi,
in quanto considerato arretrato e selvaggio, “privo di fede e di autorità”, secondo il
giudizio di Cicerone. Ed ecco che 4.000 giovani ebrei vennero da lui inviati in
Sardegna, portandosi appresso le loro famiglie; in questo modo circa ventimila
Ebrei giunsero nella parte centrale dell’Isola, dislocati in particolare nelle
zone barbaricine, dove si stabilirono. L’idea di Tiberio era che sardi ed ebrei
si sarebbero annientati a vicenda, ma non andò così. Non aveva tenuto conto che
i Sardi, che si erano dimostrati tanto crudeli con i romani, avrebbero accolto, invece, gli ebrei in
amicizia, anziché combatterli.
Ebrei e Sardi vissero in armonia
e prosperità, integrandosi e imparentandosi anche tra di loro. Nella nostra
isola sono ancora oggi numerose le tracce della loro antica presenza. A
Cagliari è documentata l’esistenza di una Sinagoga risalente al VI secolo, ed è
certo che a Cagliari gli Ebrei vivevano
in un quartiere apposito dal quale entravano e uscivano liberamente,
intrattenendo rapporti commerciali e d’affari in modo regolare con tutto il
resto dell’isola. Questo loro “quartiere”, detto “Ghetto degli
Ebrei”, in realtà non era proprio un 'ghetto'; quello di Castello, era un normale quartiere, popolato
dagli ebrei senza costrizioni, vincoli o rinserramenti, con la presenza della
loro sinagoga.
Un quartiere, quello
ebreo, dove già nel 1339 gli ebrei potevano entrare e uscire liberamente dal
Castello con le loro merci anche senza la licenza regia, sempre che avessero
pagato regolarmente i tributi dell’aljama, la Comunità israelitica. Durante il
dominio aragonese, gli Ebrei venivano definiti “servi della Corona” e
godevano di una posizione speciale: nessuno osava prevaricarli in alcun modo,
nemmeno il clero e le autorità locali.
Il sovrano aveva
predisposto un apposito registro dei tributi in cui ogni ebreo era iscritto;
questi importanti documenti sono giunti fino a noi ed è quindi possibile, attraverso
la lettura dei cognomi degli ebrei, scoprire quali sardi vantano origini
ebraiche: praticamente tutti. Sono di origine ebraica i cognomi: Addari, Alba,
Arba, Aroni, Bacchis, Campus, Casula, Deiana, Elias, Farina, Gaias, Lai, Lecca,
Macis, Mameli, Manca, Mancosu, Matta, Mossa, Nonnis, Olla, Pala, Piga, Raccis,
Salis, Sanna, Sarais, Secci, Serra, Tedde, Tola, Urru, Zara, Zurru, Zizi, ma
sono solo alcuni.
Nel 1348 in Europa
scoppiò la peste nera che mieté numerosissime vittime. Gli ebrei furono additati
come i diffusori della peste, e ciò diede inizio ad una serie di persecuzioni e
di soprusi nei loro confronti, mentre anche loro, incolpevoli e perseguitati,
morivano ugualmente di peste. In Sardegna, però, la popolazione locale non reagì
riversando la colpa dell’evento calamitoso sugli ebrei, che non subirono
attacchi né persecuzioni di alcun tipo nelle città che ospitavano le aljamas
sarde, a Cagliari, Iglesias, Alghero, Sassari e Oristano.
Nel 1492 i re spagnoli,
Ferdinando e Isabella, definiti re Cattolici, firmarono un decreto di
espulsione degli Ebrei dal loro Regno, a meno che non decidessero di
convertirsi al Cattolicesimo. In quasi tutto il territorio della Corona
Spagnola, gli Ebrei furono perseguitati e costretti a partire; in Sardegna
invece i Giudei, in massima parte, si convertirono al cattolicesimo pur di non
lasciare la loro casa e i loro affetti. A partire furono in pochi. Nessun sardo
li denunciò o li perseguitò, le affinità tra sardi ed ebrei si erano rivelate
molto profonde, i due popoli erano strettamente legati da un punto di vista
etnico e culturale.
Cari amici, la Sardegna
da più di tremila anni ha accolto gli altri popoli che sono sbarcati nella nostra terra. Dai
tempi della biblica Tarsis, che altro non era che la nostra Ichnusa, Sandalion,
Sardinia, la Sardegna è stata una “terra di rifugio”, che ha sempre accolto tanti
popoli, in special modo quello d’Israele, disperso tra tante nazioni. Lo ha
fatto la Sardegna fenicia, romana, bizantina e giudicale. E l’accoglienza è sempre continuata.
Il popolo sardo, lo diciamo con orgoglio, può
essere considerato uno dei più ospitali al mondo!
A domani.
Mario
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