Oristano 19 agosto 2021
Cari amici,
Il Cardo mariano
(Silybum marianum (L.) Gaertn., 1791) è una pianta erbacea biennale appartenente
alla famiglia delle Asteracee, presente in tutto il bacino del Mediterraneo. Il
cardo mariano è una pianta dal fusto eretto e robusto che può raggiungere il
metro e mezzo d’altezza. Presenta foglie grandi e spinose, dal colore verde
intenso con striature biancastre. Secondo una leggenda, queste macchie bianche
sarebbero gocce di latte cadute dal seno di Maria al tempo della fuga in
Egitto, ed è da questa narrazione che deriva l’origine del nome “Cardo Mariano”.
I fiori di questa pianta
presentano un color porpora che gira sul viola, raccolti in capolini circondati
da brattee alquanto spinose; la fioritura avviene in estate. In Sardegna questa
pianta è ampiamente diffusa, in particolare nei terreni incolti, e, ai tempi
della civiltà contadina, era alquanto utilizzata per preparare piatti molto gustosi,
anche se era necessario un lungo lavoro di preparazione. Questo “carciofo
selvatico” (in sardo chiamato ‘gureu’), infatti, è una pianta con proprietà simili
a quelle del carciofo, in quanto ricca in particolare di ferro e con diverse
proprietà terapeutiche, che apportano benefici in particolare ai soggetti chi
soffrono di disturbi al fegato.
Della pianta si consumano
quasi tutte le parti, tolte le spine! Si mangiano le coste, le foglie, il
midollo del fusto, i capolini ed anche i semi. Oltre l’uso culinario questa
pianta ha grandi effetti terapeutici: sono diversi gli usi e i benefici del
cardo mariano grazie alle sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e
soprattutto epatoprotettive. Una pianta che, oltre ad essere amica del fegato, risulta
essere anche un antidoto al terribile veleno del fungo Amanita phalloides. Già
durante il XVI secolo il cardo mariano veniva impiegato come rimedio per le
sindromi emorragiche e l’ipotensione arteriosa.
I preparati a base di
cardo mariano risultano utili in caso di epatiti virali, cirrosi, steatosi epatica,
intossicazione del fegato data da farmaci. Quando i processi degenerativi sono
ancora reversibili, la somministrazione di cardo mariano è in grado di favorire
la rigenerazione delle cellule epatiche. Il cardo mariano apporta benefici
anche in caso di digestione lenta e difficile e aiuta a normalizzare la
glicemia e i livelli di colesterolo ematico. Il cardo mariano è in grado anche
di aumentare la pressione sanguigna, migliorare il tono dei vasi e ridurre
l’affaticamento mentale. Esternamente, l’uso topico di cardo mariano previene
l’invecchiamento cutaneo e favorisce la guarigione di dermatiti ed eritemi. Le proprietà curative del
cardo mariano sono attribuite principalmente a un complesso di flavolognani,
tra cui la silimarina (presente nei frutti), un flavonoide che agisce impedendo
il danno da radicali liberi e la morte delle cellule epatiche. Sia i frutti che
le foglie del cardo mariano contengono anche altri composti, tra cui
flavonoidi, proteine (tra cui tiramina), lipidi e mucillagini.
L’estratto di questa
pianta può essere anche un valido supporto all’assunzione di molti farmaci
psicotropi prescritti ai pazienti psichiatrici. Questi psicofarmaci, infatti,
possono provocare gravi danni al fegato: talvolta i dottori, a seconda del
singolo caso clinico, consigliano di assumere anche estratto di carciofo
selvatico per ridurre il danno epatico. Un “cuscino” naturale che non interferisce
con l’efficacia clinica degli psicofarmaci. Da questa pianta si
ricavano anche dei prodotti speciali: come, per esempio, il miele e un
particolare coagulante per il latte. Nei pistilli del fiore del cardo, infatti
è presente la cardosina, che svolge lo stesso ruolo della chimosina: ha,
infatti, una spiccata attitudine alla coagulazione del latte (anche se in forma
minore rispetto alla chimosina). Sin dall’antichità i sardi utilizzavano il
cardo per far coagulare il latte e ricavarne il formaggio. Pare che
originariamente anche il formaggio Fiore Sardo fosse ottenuto in questo
modo, da cui il nome.
Quanto al miele di cardo,
questo si può considerare come uno dei mieli sardi più famosi. il miele di
Cardo ha un particolare sapore floreale, ha un ottimo potere dolcificante ed è
ricco di vitamine e minerali; è considerato un alleato del nostro apparato
digerente e cardiocircolatorio: aiuta infatti a digerire dopo i pasti ed è
conosciuto per i suoi effetti benefici sulla circolazione sanguigna. Da provare assolutamente sul pane: un vera delizia!
Cari amici, prima di
chiudere voglio raccontarvi una storia vera, che riguarda la mia infanzia. Nel
primo dopoguerra (sono nato nel 1945), quindi negli anni Cinquanta del secolo scorso,
cucire il pranzo con la cena per le famiglie non ricche era una vera avventura.
Si cercava in campagna, quanto necessario per poter preparare uno straccio di
pranzo o cena: finocchi selvatici, bietole, funghi, asparagi e cardi, a seconda della stagione. Questi
ultimi erano commestibili in tante parti, in particolare dalle coste ai
capolini, simili a piccoli carciofi. Per cucinare questi ultimi era necessario
un lungo lavoro preparatorio, da fare con molta attenzione, dato il gran numero
di spine presenti.
Si andava a raccogliere i
capolini (chiamati sa cugunzua) sui campi, armati di un piccolo falcetto
e di una grossa cesta. Arrivati a casa, con un coltello ben affilato e con molta
pazienza, si liberava il capolino dalle spine e dalle parti dure, “salvando”,
del carciofino, solo una piccolissima rondella centrale che al taglio si
anneriva subito dato il molto ferro contenuto, tanto che appena ricavata, la
rondella commestibile veniva messa in acqua con limone. Un lavoro immane, ma
con un risultato eccellentissimo! Preparati al sugo con patate erano un piatto
di un sapore meraviglioso che ripagava del tanto lavoro preparatorio.
Amici, allora non si
conoscevano tutte le virtù di questa pianta, ma certamente, oltre a mitigare la
fame di allora, il suo consumo ci ha fatto di sicuro un gran bene!
Grazie, amici, a domani.
Mario
1 commento:
Buon giorno Mario, come te sono anch'io resciuto con le pietanze che ai descritto, oltre a su gureu e sa canciofedda, pappaiausu fasou, cisciri,e lentiggia.
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