giovedì, agosto 12, 2021

L’ITALIA È ENTRATA NEL “SEMESTRE BIANCO”: CHE SIGNIFICA? POLITICAMENTE CHE COSA POTREBBE SUCCEDERE? ECCO COSA PREVEDE LA NOSTRA COSTITUZIONE.


Oristano 12 agosto 2021

Cari amici,

Il “Semestre bianco”, come stabilisce la nostra Costituzione all’art.88, è in realtà una “limitazione temporanea” ai poteri del Capo dello Stato, che negli ultimi sei mesi del suo mandato, che dura sette anni, non può sciogliere anticipatamente le Camere. L’articolo 88 così recita: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”.

Ciampi firma il Decreto di scioglimento delle Camere

Il potere di scioglimento delle Camere è sicuramente uno dei più forti del Capo dello Stato, facoltà che non può esercitare negli ultimi sei mesi, prima di cessare il suo mandato. Perché fu necessario introdurre questa norma di cautela nella nostra Carta Costituzionale? Perché i padri costituenti temevano, all'inizio dell'era repubblicana e subito dopo la fine del ventennio fascista, che un Presidente autoritario avrebbe potuto sciogliere le Camere per farne eleggere di più compiacenti e sperare in un secondo mandato. L’unica modifica, in parte in deroga a quanto stabilito nell’art.88, fu introdotta nel 1991, per evitare quello che fu definito un “ingorgo istituzionale” per la coincidenza della fine della legislatura con la fine del mandato presidenziale di Francesco Cossiga; fu perciò modificato l'articolo 88, aggiungendo all'ultima frase le parole “salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”.

L’art. 88, dunque, disciplina una delle funzioni presidenziali più rilevanti: lo scioglimento anticipato delle Camere. In realtà lo scioglimento anticipato del Parlamento (anche solo di una Camera) non è un atto (come sostengono alcuni) “solo formale del Presidente”, in quanto l’atto del Presidente deve essere controfirmato necessariamente dal Governo, ma un “potere realmente sostanziale” del Presidente, che Egli può esercitare senza vincoli. Per altri illustri esperti, lo scioglimento delle Camere è un «atto complesso o duumvirale», ovvero che deve essere esercitato «con ugual peso» dal Presidente e dal Governo.

Amici, senza entrare nei bizantinismi giuridici, è certamente un potere forte, temuto sia dalle forze di Governo che da quelle di opposizione. Fino al 2008, la prassi degli scioglimenti ha seguito la principale ipotesi elaborata dalla dottrina: sono avvenuti, cioè, dopo una crisi di Governo complessa, che non è stato possibile risolvere mediante un accordo fra i partiti, volto a ottenere una nuova maggioranza parlamentare. Lo scioglimento anticipato, quindi, si è sempre reso necessario come «ultima soluzione» in grado di sbloccare il sistema politico.

Ora, amici, siamo di nuovo di fronte al “Semestre bianco”, ovvero negli ultimi sei mesi di mandato del nostro Presidente Sergio Mattarella, che proprio in questi giorni si sta godendo in Sardegna qualche giorno di vacanza. Quello che vive è un "Semestre" che avviene in un momento abbastanza delicato per la nostra nazione, con un Presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiamato proprio da Mattarella a reggere il Governo dopo il mancato rinnovo della fiducia al Conte2. L’ampia maggioranza che regge questo Governo, più tecnico che politico, comprende quasi tutto l’arco costituzionale, per cui appare chiaro che i litigi, scatenati ogni giorno, facciano parte del gioco. Ma, ora, scattato il “Semestre bianco”, cosa appare ribollire in pentola?

I partiti sono già entrati in grande effervescenza. Oltre la nota litigiosità dei 5Stelle, sono in piena effervescenza anche gli altri, evidenziando che i rapporti interni alla maggioranza sono più che logori. Letta e Salvini se le danno, ogni giorno di santa ragione a colpi di tweet, rinfacciandosi cose turche, come se non appoggiassero, entrambi, lo stesso governo. Una pericolosa guerriglia parlamentare che spaventa un po’ tutti i partiti e che fa preoccupare non poco il Premier Draghi. Tutti i partiti sono consci che una nuova fase si sta per aprire, anzi si è già aperta e che sarà alquanto turbolenta. Senza dimenticare le amministrative del 3 e 4 ottobre, che saranno come benzina sul fuoco.

Amici, Draghi, come sappiamo, non è un uomo pavido, lo ha dimostrato negli incarichi precedenti, sia in Banca d'Italia che alla guida del Bce, e non si dimostrerà morbido ora da Presidente del Consiglio. Non appare disponibile a cambiare senso di marcia, né a mostrarsi debole, in balia dei conflitti altrui. Non li inseguirà, se ne terrà ostentatamente alla larga. L'uomo ha fatto del “decisionismo” la sua forza vitale, sia quando ha dedicato le sue forze all’economia che ora, che le dedica alla realtà politica italiana.

Ebbene, tornando al nostro Presidente Mattarella, seppure sia entrato nel “Semestre bianco”, i suoi poteri sono ancora tanti! Non saranno quindi per Lui sei mesi di relax, in attesa di essere collocato “fuori ruolo”, come senatore a vita. Ecco i molti “poteri” che potrà esercitare fino all’ultimo giorno. Fra i più importanti, in caso di crisi di Governo sarà Lui a incaricare il nuovo Presidente del Consiglio a formare un Governo tecnico fino alla fine della legislatura. Ed ecco gli altri.

In capo al Presidente della Repubblica resta intatto il potere di firmare disegni di legge e decreti, per autorizzarne la pubblicazione o la presentazione alle Camere; è sempre Lui ad avere il potere di “rinvio” delle leggi approvate dal Parlamento se non condivise; può mandare messaggi sia alle Camere che direttamente al Paese. Oltre a quelli elencati, il Presidente ha altri poteri che restano intatti durante l'ultimo semestre del settennato: presiede il Csm (il Consiglio Superiore della Magistratura), il Consiglio Supremo di Difesa, ha il comando delle Forze Armate, ratifica i trattati internazionali. E c’è ancora un’arma “letale”, che il Presidente, lascia sempre per ultima.

È l’arma delle “Dimissioni anticipate”. Fu utilizzata da Francesco Cossiga, per dare al Paese dopo di lui “un Presidente forte” che favorisse l'arrivo di un governo autorevole. Era il 1992 e l'Italia era travolta da Tangentopoli. Cossiga sentiva l'urgenza di riforme per affrontare un'era nuova. In realtà, dopo le sue dimissioni non successe ‘nulla’. O, meglio, dopo infinite votazioni, fu eletto Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro: la convergenza sul suo nome, in un Parlamento falcidiato dagli avvisi di garanzia spiccati dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta ‘Mani Pulite’, arrivò solo perché, pochi giorni prima, Giovanni Falcone e la sua scorta furono trucidati nella strage di Capaci (maggio 1992).

Cari amici, la litigiosità di oggi tra i partiti è senz’altro alquanto diversa da quella del passato, ed è difficile che Mattarella possa arrivare ad una decisione così drastica, optando per uscire di scena. Sicuramente sarebbe una decisione difficile e sofferta, che potrebbe arrivare solo nel caso, per esempio, che qualcosa facesse saltare il PNRR, facendo rischiare al Paese una brutta tempesta finanziaria e una preoccupante crisi economica, mentre prosegue l'epidemia. Credo che nessuno dei partiti e dei parlamentari che compongono le due aule parlamentari, siano così pazzi da arrivare a tanto.

A domani.

Mario 
Ironia...sarda!

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