Cari amici,
Il Ferragosto appena trascorso
è, come sappiamo, la festa più attesa
dell'estate. Essa, che ha origini che si perdono nella notte dei tempi, era celebrata
con grandi festeggiamenti nell'Antica Roma, che continuava il retaggio di festeggiamenti
ben più antichi. Poi, come è avvenuto per molte altre feste pagane, la tradizione
cattolica, lentamente ma inesorabilmente, ha trasformato queste feste votive in
riti religiosi in onore dei Santi. Ma vediamo insieme la bella, antica storia
del “FERRAGOSTO”, le cui notizie storiche sono riportate da illustri
scrittori dell’epoca, come Ovidio e Plutarco.
L’attuale termine “Ferragosto”
è la trasformazione contratta di “Feriae Augusti”, festività dell’antica
Roma che l’imperatore Augusto istituì per
onorare il titolo conferitogli nel 23 a.C. scegliendo il mese di agosto e dichiarandolo
festivo. La scelta cadde su questo mese poiché, all’epoca, in quel mese si
concentravano molte feste pagane come i Nemoralia, i Portunalia, i Consualia
etc. Erano tutte feste per lo più dedite a celebrare la fertilità della terra o
create per ringraziare per i doni da essa ricevuti. La più importante tra queste
feste d’agosto era quella che si svolgeva tra l’11 e il 13 agosto, ed era
rivolta alla Dea Diana.
OVIDIO |
Anche i Romani, dunque, nei
loro festeggiamenti continuarono una tradizione già esistente. Il grande Ovidio
nei Fasti (9 d.C.) descrivendo i Nemoralia scrisse che questi
festeggiamenti continuavano una tradizione in essere “sin dalla notte dei
tempi”. Questa festa era celebrata ogni anno all’altare di Diana, posto nel
lago Nemi (dal latino Nemus, selva o bosco sacro) da cui il nome Nemoralia. Il
lago è conosciuto anche come Specchio di Diana. Le celebrazioni si svolgevano
radunandosi in centinaia in processione davanti al lago, e indossando ghirlande
e corone di fiori.
PLUTARCO |
Secondo Plutarco, invece,
parte del rituale (prima della processione che si svolgeva attorno al lago)
consisteva nel lavarsi i capelli e adornarli di fiori. Anche i cani da caccia,
sacri alla Dea Diana, erano adornati e vestiti con boccioli floreali. I partecipanti
si spostavano dalle sponde nord e sud del lago trasportati da piccole barche
illuminate dalle lanterne che si specchiavano nell’acqua con un magnifico gioco
di luci. Simili lanterne erano utilizzate dalle Vestali (ne sono stati
ritrovati degli esemplari). Richieste e offerte a Diana venivano fatte
scrivendo su nastri che venivano legati agli alberi, portando piccole tavolette
di argilla o statuette fatte di pane con la forma delle parti del corpo malate
per richiederne la guarigione. Durante i Nemoralia era proibito cacciare o
uccidere qualsiasi tipo di bestia o animale.
L’origine della festività
del Ferragosto è da ricercarsi, dunque,
nella storia della sacralità femminile i Nemoralia nei 3 giorni dei festeggiamenti
rappresentavano: nel primo giorno la discesa di Diana nel mondo dei morti alla
ricerca di Ippolito o Virbius, nel secondo giorno la sua ascesa vittoriosa in
cielo, come regina dello stesso, e il terzo giorno la sua ascesa alla luna.
Celebrazioni simili erano tributate nel mondo antico, con analogie nel culto e
nelle credenze, a Demetra e Iside, figure alle quali Diana era spesso
associata. Nella trinità femminile, Ecate rappresenta la Luna calante, Diana la
Luna crescente e Selene la Luna piena.
Col passare dei secoli, quando
il cristianesimo ormai era sempre più diffuso, tanto che con l’Editto di
Tessalonica nel 380 d.C. divenne religione di stato, vennero banditi tutti i
culti degli antichi dei pagani. I templi vennero distrutti e si cercò di sradicare
anche le antiche tradizioni pagane; quanto al culto riservato alla Dea Diana, a
cui ci si rivolgeva per richiedere protezione (in particolare le partorienti),
ottenere guarigioni e benedizioni, vista l’impossibilità di debellarne le invocazioni,
poiché i culti resistevano, la Chiesa finì per incorporarne il rito, adattando
la festa dei Nemoralia all’interno del calendario delle festività religiose e
inserendo in quei giorni di calendario la Festa dell’Assunzione di Maria Vergine
in cielo. Come Diana, infatti, Maria è vergine, come Diana Maria è una
rappresentazione lunare, come Diana Maria è madre, e come Diana Maria
viene invocata per proteggere le partorienti, salvarsi, guarire.
Fu così che dalla dea
Diana si passò alla venerazione di Maria Assunta in Cielo. Per mantenere il
culto intatto venne rispettato il periodo della festività di Diana, che si
svolgeva come detto dal 13 al 15 agosto, e la festa dedicata alla Vergine
Assunta fu fatta cadere il 15 agosto. Anche la simbologia attuale rispecchia il
legame col passato: Maria Assunta in Cielo è rappresentata mentre schiaccia un
serpente sotto i suoi piedi, in quanto il serpente simboleggia nell’iconografia
cristiana il male, ma questo era anche il simbolo del legame tra la dea Diana e
la madre terra nell’antichità. Maria ha il volto candido e posa i suoi piedi su
uno spicchio lunare, quella stessa luna di cui Diana era portatrice di luce.
Cari amici, nel lungo
cammino che la Chiesa ha fatto per l’affermazione del Cristianesimo, ha sempre
cercato di evitare l’uso della forza per combattere antiche superstizioni e
culti legati a dei effimeri. Più che combattere (sarebbe stato inutile) culti radicati,
la Chiesa Cattolica ha preferito trasformarli, inglobandoli nel culto
religioso. E fu così anche per i Nemoralia, dedicati alla dea Diana, il culto pagano fu trasferito a quello cristiano, venerando non più Diana ma Maria Assunta in
Cielo.
A domani.
Mario
Giotto, dormizione di Maria |
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