Oristano 4 agosto 2021
Cari amici,
Quando un amico
improvvisamente ci lascia, sono tante le sensazioni che ci avvolgono. Dalla
prima, quella di stupore, di incredulità, fino a quella del grande rammarico di
aver perso un amico, un compagno di viaggio, anche se salito sul convoglio della vita prima di noi e in
una stazione diversa dalla nostra. Oggi la mia riflessione su questo blog è
dedicata a Peppino Carrus, poeta di Narbolia che ci ha però lasciato “tracce
indelebili” del suo percorso di vita, avendo scritto oltre 600 poesie.
Non ho avuto modo d
conoscere Peppino Carrus per lungo tempo, ma per quello che ho potuto sapere ho avuto
di Lui un concetto di alto valore, come uomo e come poeta. Presentatomi dall’amico
Gianfilippo Uda, ebbi modo di conoscere, seppure sinteticamente la sua vita;
dopo aver letto alcuni dei suoi libri, mi adoperai per far pubblicare su L’Arborense,
il giornale diocesano con cui collaboro, la recensione del suo ultimo libro: “Le
poesie del dubbio”. Personalmente mi raccontò il suo percorso di vita, che,
nonostante le difficoltà, affrontò sempre a viso aperto, senza mai mollare.
Nato a Narbolia, in
provincia di Oristano, nel 1933, Peppino Carrus si allontanò presto dal luogo
natio andando ad abitare a Carbonia, in quanto il padre lavorava nelle miniere
dell’Iglesiente. Qui, dopo aver conseguito la maturità tecnica (geometra),
inizia ad operare nell’edilizia. Nonostante la sua formazione tecnica, però, nel
suo sangue la poesia aveva messo radici profonde, e questa passione lo
accompagnerà per tutta la vita. Sentendo il richiamo delle radici, seppure ben
inserito nel contesto economico del Sud Sardegna, decide di rientrare a
Narbolia dove continuerà a lavorare nel settore edile, ben apprezzato dagli
ingegneri e dagli impresari. Gran lavoratore, operò per alcuni anni anche a
Roma.
Nonostante gli impegni di
lavoro, però, continuò a coltivare, imperterrito, la sua passione, scrivendo
poesie sia in italiano che in sardo. Ad oggi le diverse raccolte pubblicate
costituiscono un patrimonio di oltre 600 poesie all’attivo. Tra le
pubblicazioni più importanti, “I fiori dell’insonnia”, “Poesie Sparse”,
“Visioni e Ricordi”, “Poesie del dubbio”, “Perché cantare ancora”, “Verso il
tramonto”, “Bacco in Sardegna”, “Garofani rossi”, “Piccoli idilli”, “Situazioni
ed immagini”. La sua ultima fatica, a 87 anni suonati, è stata di recente
pubblicata da EPDO, col titolo “Poesie del dubbio e altre”, molto
probabilmente un completamento del suo precedente “Poesie del dubbio”,
pubblicato in età giovanile.
“Poesie del dubbio e
altre” porta la Prefazione di Gianfilippo Uda, che già nel 2013 scrisse la
prefazione del suo straordinario “Visioni e ricordi”, ricco di ben 75 poesie. La
sua ultima opera, forte della maturità dei suoi 87 anni, si concentra sul tema
sempre dominante nell’uomo: Il DUBBIO. Tema, in realtà, già presente in lui
anche nel suo lontano passato. Il dubbio è da sempre parte integrante e
praticamente irrinunciabile della vita quotidiana di tutti noi; il dubbio
costituisce quella mancanza di certezze interiori che angosciano l’uomo fin
dalla nascita.
Peppino Carrus, nato
poeta, ha inteso utilizzare proprio la poesia per riportare ai lettori, con
stile e grande capacità, le sue ‘dubbiose emozioni’. Come scrisse Gianfilippo
Uda nella Prefazione al nuovo libro, “Il dubbio, insieme con altri pensieri ed
emozioni, diffusi e presenti nella nostra vita quotidiana, trova nell’estro e
nell’ispirazione del poeta un linguaggio capace di sposare con limpida
semplicità i valori etico-filosofici dei loro significati alla musicalità dei
versi e alla loro ritmata cadenza”.
Ora, amici, di Lui ci
resta solo il nostalgico ricordo, e certo non dimenticheremo la sua presenza, perché Egli sarà sempre tra noi, nei suoi numerosi scritti che ci ha lasciato in abbondanza e che ce lo faranno ricordare sempre, come uomo e come poeta. Roberto Cau, l’editore EPDO di
diversi suoi libri, aveva già preparato per Lui “L’Attestato culturale” (che la sua
casa editrice dedica agli scrittori e poeti) che gli sarebbe stato consegnato a
fine estate. Purtroppo Peppino Carrus ci ha lasciato prima di riceverlo. L’attestato,
comunque sarà consegnato “Post-Mortem” agli eredi. Che la terra gli sia lieve, e Peppino, certamente, continuerà a vivere tra di noi con le sue poesie!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento