Oristano 1 febbraio 2020
Cari amici,
Inizio i post di febbraio parlando di una donna sarda straordinaria: Chiara Vigo. Lei può essere considerata un personaggio unico nel vero senso della parola: è l’unica
donna al mondo a tessere il Bisso, uno straordinario filamento che proviene dal
mare! Chiara è una tessitrice sarda, di Sant’Antioco, ed è rimasta l’unica
depositaria nel Mediterraneo di una particolare lavorazione che non ha
confronti nel mondo! Tradizione antica, quella del Bisso, che però corre il
rischio di estinguersi, perché nessuno ha voluto seguire l’apprendimento di
questa difficile arte. Ma vediamo cos’è esattamente questo bisso, per alcuni un
perfetto sconosciuto.
Il Bisso è un filamento
secreto dalla Pinna Nobilis, un mollusco bivalve simile ad una grande
cozza (pensate che può superare il metro di altezza), presente esclusivamente
nel Mar Mediterraneo; dal 1992 è una specie protetta, in quanto a rischio di estinzione.
Questo bivalve secerne un muco che, a contatto con l’acqua si solidifica,
diventando, attaccato al dorso della pinna, una specie di cespuglio zeppo di
filamenti che, sapientemente e pazientemente sciolti e lavorati a mano vengono
poi filati con un fuso di legno (come la lana nei tempi andati), creando così un
filato unico e tanto raro: il bisso.
La storia del bisso si
perde nella notte dei tempi. Introdotto dai Caldei della Mesopotamia
all’incirca 7 mila anni fa, è menzionato in ben 46 passi della Bibbia, che ne
parla come di un prezioso tessuto indossato dal re Salomone e dalla regina
Ecuba; di bisso erano costituite le vesti dei Faraoni, e successivamente anche
i paramenti sacri dei papi e gli abiti regali di principi, re e imperatori. Il
bisso, dunque, utilizzato per creare vesti pregiate, destinate ai personaggi di
alto rango; merce rara, destinata ai più ricchi e potenti governanti delle
antiche società, da quella babilonese a quella assira, da quella fenicia a
quella ebraica, da quella greca a quella romana; indossando questi pregiati
manufatti di rara bellezza, re, principi e papi e imperatori, dimostravano il
proprio status symbol.
Ebbene, seppure nel mondo
tutto cambi, il bisso, quello straordinario filo sottile e dorato, leggero come
la seta ma molto resistente, capace di realizzare in modo straordinario
creazioni preziose e uniche, ricami meravigliosi che brillano al sole come
l’oro, è rimasto un prodotto ambito, desiderato anche dai moderni personaggi
importanti, per i quali resta uno speciale “oggetto del desiderio”, che però,
oggi, solo Chiara Vigo è in grado di soddisfare, essendo l’unica “maestra del
bisso” rimasta in circolazione, senza allievi pronti a prendere da lei il
testimone. Ma vediamo meglio chi è questa Chiara, personaggio noto in tutto il
mondo.
Chiara Vigo è
nata a Calasetta, sulla costa nord dell’isola di S’Antioco, il 1° Febbraio del
1955. Fu introdotta alla cultura del Bisso e alla tessitura dalla nonna
Leonilde Mereo, una figura straordinaria, nota in tutto il mondo in quanto era considerata
l’ultima maestra che in quegli anni faceva scuola di bisso. Chiara in realtà è
la sua unica allieva, erede e custode dei segreti di quest’arte; lei, con amore
e passione ha appreso i segreti della raccolta, della produzione e della
lavorazione del Bisso, che, con grande amore, utilizza per realizzare opere a
dir poco favolose, grazie anche alla sua profonda spiritualità e sensibilità.
Dalla nonna, definita da
lei “il Maestro” (donna che senza timore entrava in mare totalmente vestita per
cercare il mollusco, ricavarne il filamento e utilizzarlo nei suoi arazzi),
Chiara ha imparato tutto: la sapienza, la cura del dettaglio nella tessitura,
la colorazione derivata dalla natura (melograno, elicriso, bucce di cipolla,
lentischio, robbia, mirto, effettuando macerazioni e decotti). I manufatti di Chiara
riprendono anche oggi i temi della tradizione antica: leoni, uccelli e pavoni e
per realizzarli non ha di certo rinunciato al sacrificio, usando senza risparmio
fatica, pazienza, duro lavoro in acqua marina, studio e costanza.
Chiara, però, soffre una
grande amarezza: sa di essere lei l’unica che voglia tenere in vita una
tradizione millenaria, che nessuno intende continuare, apprendendo la sua arte.
La sua è una consapevolezza triste ma realistica, in quanto pensa che la
perdita dell’utilizzo del filo del Bisso equivarrebbe alla perdita del senso di
preziosità e di unicità della natura, del sapere, dell’arte che le Comunità del
Mediterraneo hanno espresso nella loro storia millenaria.
Si, amici, Chiara Vigo è
ormai una figura quasi leggendaria, unica “Vestale” e ultima custode di un’arte
unica e preziosa; un personaggio quasi mitico eppure così reale, le cui opere
sono custodite nei più importanti musei del mondo: dal Louvre al British
Museum. Tra le sue numerose, preziosissime realizzazioni vanno annoverate anche
una cravatta in bisso regalata al presidente Bill Clinton, che oggi è esposta
nel Museo Nazionale di Washington, nonché lo stupendo rosario donato al Papa Benedetto
XVI.
Nonostante la sua buona volontà e la speranza di tramandare la sua arte, da noi purtroppo la
burocrazia risulta essere sempre più “stroncante”, a volte distruttiva. Di recente
Chiara Vigo ha subito uno sfratto dal suo laboratorio-museo di Sant’Antioco,
dove lavora la seta del mare da più di 35 anni, e dove riceve più di 50 mila
visitatori all’anno. Lo sfratto, già divenuto esecutivo (intimato dal Comune pare
per problemi di sicurezza a carico dell’impianto elettrico e dell’impianto
strutturale del locale), costringerebbe la Vigo (che si è dichiarata pronta
anche a lasciare l’isola di Sant’Antioco), a portare, forse anche all’estero,
la sua arte. Sono decisioni che fanno tanto male, in quanto basterebbe poco per trovare una soluzione.
Cari amici, la Sardegna non merita che un personaggio così straordinario…venga
costretto a scappare! Auspichiamo che ciò non avvenga, e che si possa
raggiungere un accordo tra Chiara e il Comune di Sant’Antioco. Personalmente
spero anche che qualche giovane volenterosa, seria e capace, decida di
continuare l’arte di Chiara, perché sarebbe un delitto farla morire dopo
millenni!
A domani.
Mario
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