venerdì, febbraio 07, 2020

LA SARDEGNA E LA CONTINUITÀ TERRITORIALE NEGATA. PERCHÉ CORSICA, BALEARI E CANARIE HANNO TROVATO LA GIUSTA SOLUZIONE E NOI NO?


Oristano 7 febbraio 2020

Cari amici,

La continuità territoriale sarda sembra una “Tela di Penelope”: c'è chi cerca di tesserla di giorno e chi la notte la disfa. Insomma, una telenovela con pochi alti e molti bassi, la cui mancata concessione aggiungerà, alle nostre numerose e consolidate problematiche, ulteriori disagi che avranno una pericolosa ripercussione economica, in particolare nel periodo estivo, quello che porta il turismo in Sardegna. Insomma si parla tanto, ci riempiamo la bocca di mille belle parole, ma di fatti se ne vedono pochi! Corriamo il rischio di vivere tutto il 2020 privati anche della modesta continuità prima esistente. 
Di recente sul mio blog, sempre riferendomi all'argomento, ho parlato di uguaglianza e sudditanza, riferita quest'ultima alla condizione dei cittadini sardi che non possono continuare ad essere considerati cittadini di serie B! 
Chi vuole può andare a leggere quanto ho scritto in data 26 gennaio. Ecco il link: https://amicomario.blogspot.com/2020/01/uguaglianza-e-sudditanza-senza.html
In quella mia riflessione ho parlato della recente concessione da parte dello Stato Italiano di stanziamenti milionari, disposti per garantire la mobilità dei residenti in Sicilia e Calabria, che prevedono molti milioni di euro a carico delle casse nazionali, mentre in Sardegna anche in passato è stata la Regione a farsi carico delle limitate agevolazioni concesse alla nostra isola.
Di continuità territoriale in realtà si parla molto, ma concretamente si ottiene poco o nulla! Sarà perché i sardi politicamente non contano come i siciliani e i calabresi? Forse, ma non solo in campo nazionale, dove l'Italia in Europa conta sempre meno! 
In un’Europa che dei suoi Stati membri vuole continuare a fare figli e figliastri, c’è qualcuno che mi può spiegare perché le isole Baleari e  le Canarie, facenti parte della Spagna hanno una vera continuità territoriale, così come la Corsica con la madrepatria Francia? Perché, anche di recente, il nostro Presidente della Regione è rientrato da Bruxelles senza una seppur modesta ipotesi di soluzione per garantire ai sardi quella continuità territoriale alla quale hanno diritto? Ecco la dimostrazione di quanto poco contiamo!
Dicevo che di questo problema in realtà si parla da tempo e si continua a parlarne anche oggi, come è dimostrato anche dai recenti incontri con i rappresentanti delle altre isole che hanno avuto i nostri stessi problemi. Gli incontri con i rappresentanti dell’arcipelago spagnolo (Baleari e Canarie) come quelli con i responsabili dell’isola gemella, la Corsica, per ora hanno evidenziato solo le differenze. L’arcipelago spagnolo situato nell’Atlantico, al largo delle coste marocchine, conta oltre due milioni di abitanti e ha un Pil in costante crescita negli ultimi anni (oltre il 2per cento), proprio grazie alle agevolazioni che favoriscono la continuità territoriale con la Madrepatria, politiche legate in specie al Turismo e allo stimolo dei consumi.
Quanto alla nostra vicina Corsica, questa ha da tempo risolto in modo soddisfacente il problema creando una propria compagnia aerea, la Air Corsica”, come ha confermato in un recente incontro, Luc Bereni, numero uno della compagnia aerea dell'isola francese. Bereni, 57 anni, nato a Bastia (si occupa da sempre di trasporti aerei), nel corso dell’incontro con la delegazione sarda ha ribadito che già 30 anni fa, dopo lunghe battaglie mosse contro il Governo centrale, la Corsica è riuscita ad avere una sua flotta. In un’intervista rilasciata ai media ha così commentato: «Negli anni '80 i corsi hanno visto che le grandi compagnie, come l'Air France, o più piccole andavano e venivano. Queste società erano interessate a effettuare i collegamenti durante i periodi di maggiore affluenza e poi sparivano. Non era certo questa la risposta che i corsi volevano per la continuità territoriale».
Quanto alla composizione societaria dell'Air Corsica, Bereni ha affermato che il capitale è costituito dal 60 per cento da capitali pubblici, immessi per la Continuità territoriale, il 30 dall'Air France e il restante suddiviso fra una banca e una compagnia di navigazione marittima. I collegamenti con la Francia sono giornalieri e si effettuano con regolarità tutto l’anno. L’isola, che ha una popolazione modesta (un quinto di quella sarda) ha quattro aeroporti, nei quali la compagnia fa volare ben 13 aerei (8 di proprietà, 5 noleggiati), con il bilancio della compagnia che è in attivo.
Per tutto l’anno, ha ribadito Luc Bereni, i voli sono garantiti senza eccezioni: «La nostra missione è essere a totale disposizione dei corsi: facciamo decollare ogni giorno otto aerei da uno dei nostri scali; non trasportiamo solo turisti, ma anche passeggeri che devono recarsi negli ospedali del resto della Francia per importanti interventi, studenti e sportivi». 
Quanto alle tariffe, ha ribadito che i prezzi dei biglietti sono differenziati tra residenti e non. Per i residenti, da Bastia, Ajaccio, Calvi e Figari il costo del biglietto per Marsiglia o Nizza è di 100 euro andata e ritorno, tutto incluso; il costo raggiunge i 190 euro (sempre tutto incluso) per i collegamenti con Parigi. Per quanto riguarda i non residenti le tariffe si adeguano al mercato e alla bassa o alta stagione. 
Cari amici, la mia riflessione di oggi, è un po’ amara. Lo è perché non posso fare altro che constatare che mentre gli altri con grande determinazione hanno trovato e continuano a trovare soluzioni adeguate, per noi sardi tutto questo sembra impossibile. 
Ci sarà mai anche per noi una vera, concreta soluzione? Sono davvero sfiduciato, per cui al momento consentitemi di dubitarne!
A domani.
Mario



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