Oristano 11 febbraio 2020
Cari amici,
Al Museo Diocesano
Arborense, Venerdì 7 febbraio, si è tenuto il terzo appuntamento organizzato
dagli Amici del Romanico alla scoperta delle personalità femminili del Medioevo
sardo. Protagonista della terza serata la nostra Eleonora, Giudicessa di Arborea, sicuramente una delle figure più rappresentative. Dopo Benedetta, giudicessa di Cagliari
e Adelasia, giudicessa di Torres, ad essere analizzata è stata la figura di
Eleonora. A tenere la conferenza, sui diversi aspetti della vita di questa
importante figura di donna del periodo medioevale, sono stati tre relatori: Giovanni Serreli, Gabriella Uccheddu e Francesca Carrada.
Serreli nella sua
relazione ha cercato di mettere in evidenza le diverse facce di Eleonora:
quella di fiera combattente, di legislatrice e di politica; la Uccheddu, da
archeologa, ha focalizzato la sua attenzione sui castelli del periodo e sulla
loro funzione, mentre la Carrada, anch’essa archeologa, ha evidenziato le
ricerche fatte sul tipo di vita che poteva essere condotta all’epoca: dall’alimentazione
all’abbigliamento, dal tempo libero alle relazioni sociali.
Il gradimento che queste
conferenze hanno avuto sul pubblico è stato dimostrato dalla straordinaria affluenza
e partecipazione: nella terza serata la sala S. Pio X era letteralmente
strapiena, con tante persone che hanno seguito la conferenza in piedi. Dopo i
saluti dell’Associazione Amici del Romanico, portati dalla V. Presidente Marisa
Deias, la conferenza ha preso il via con la prima relazione, quella di Giovanni
Serreli, esponente dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea, ISEM, del
Consiglio Nazionale delle Ricerche di Cagliari.
Il primo quesito che lo
studioso si è posto è stato questo: “Ma Eleonora ha davvero visitato tutti i
castelli del suo regno, quando lo percorse a cavallo in lungo e in largo per
rimarcare il suo potere? Mondo affascinante quello dei castelli arborensi, come
ha evidenziato poi la Uccheddu, luoghi di difesa ma anche abitativi, dove oltre gli
spazi destinati al sovrano dovevano trovare posto anche quelli necessari alla corte. Serreli ha poi ha ripercorso le varie fasi della vita della giudicessa arborense.
Eleonora, nata a Molins de Rej nel 1347 è figlia di Mariano IV de Bas Serra e
di Timbora di Roccaberti; ha 2 fratelli, Ugone e Beatrice. Il padre Mariano IV
è il sovrano di Arborea dal 1347 al 1376, e lei vive tra Oristano e il castello
di Goceano. Nel 1376 sposa Brancaleone Doria, anno in cui il fratello Ugone
diventa sovrano di Arborea, regno che durerà fino al 1383. In questi anni Eleonora vive
tra Castel Genovese e Genova, mentre dal suo matrimonio con Brancaleone Doria nascono 2 figli: Federico e
Mariano.
Nel 1383 muore il
fratello Ugone III, assassinato con la figlioletta Beatrice. Dopo questa morte
violenta, causata da lotte intestine, Eleonora diventa protagonista della vita del regno. Insieme al marito
Brancaleone, scende in campo con grande determinazione contro chi ha causato la
morte del fratello Ugone, e, per rimarcare la sua potenza, percorre in lungo e in
largo l’isola per ricordare ai sudditi e anche ai nemici chi è che comanda nel regno d'Arborea. Lo possiamo leggere nella lettera che Eleonora inviò a Pietro il Cerimonioso il 17 giugno del 1383: “…senza
indugio passai in Sardegna…e, percorrendo a cavallo l’isola con l’aiuto dei
miei buoni sardi e con il concorso dell’intero popolo sardo, sottomisi alla mia
autorità, prendendone personale possesso, come di diritto mi spettavano, tutte
le città, le terre e i castelli, appartenuti al mio suddetto fratello,
eccettuata Sassari…”.
Da questo momento
Eleonora diventa ufficialmente reggente del regno d’Arborea, prima governato da
suo fratello Ugone.
Supportata militarmente dal marito Brancaleone Doria, Eleonora pensa
anche a migliorare la situazione giuridica del Giudicato, rielaborando ed aggiornando, nel
1392, la precedente Carta De Logu di Arborea. La sua attività da regina
(Iudighissa) continua fino al raggiungimento della maggiore età del figlio
Federico, restando comunque di supporto e sempre vigile, seppure dietro le quinte. Non si sa con certezza né dove
sia terminata la sua esistenza (forse ad Oristano, oppure nel castello di
Goceano o in quello di Monreale), né la data della sua morte; si pensa intorno
al 1404, quando un’epidemia di peste colpì la Sardegna, che forse falcidiò
anche la grande giudicessa.
L'interessante conferenza ha poi
proseguito il suo iter con l’intervento dell’archeologa Gabriella Uccheddu, che
ha effettuato una lunga carrellata sui castelli medioevali presenti all'epoca in
Sardegna. Un’analisi che ha messo in luce ubicazioni e funzioni, difensive e
abitative, quando i castelli costituivano un sicuro rifugio nelle contese,
spesso aspre, che animavano la vita dell’epoca.
L’ultimo intervento,
quello della Dr.ssa Carrada, ha illustrato invece i possibili stili di vita dell'epoca, ovvero il tipo di abbigliamento utilizzato, i mobili d’arredamento, le strutture culinarie e gli strumenti utilizzati per
consumare i pasti, oltre ai modi di conservazione degli alimenti. È stata l’attenta
analisi delle “discariche” dei castelli, a dare molte delle risposte,
analizzando in modo certosino i frammenti ritrovati: fibbie, stoviglie, resti
di cardini, chiodi e spilloni, consentendo in questo modo di farsi un’idea
sicuramente vicina alla realtà degli stili di vita in auge nel regno d’Arborea.
Amici, una Conferenza davvero
interessante, che ha ricevuto dal pubblico un gradimento d’eccellenza. Al termine la Vice
Presidente Marisa Deias, dopo aver ringraziato tutti, ha ricordato
l’appuntamento successivo: il prossimo 14 febbraio, con la conferenza su
Timbora di Roccaberti e Sibilla de Moncala, nobili della Sardegna del Trecento,
tenuta da Nicoletta Usai.
A domani.
Mario
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