sabato, febbraio 08, 2020

L’AMORE? ANCHE LA RELAZIONE AMOROSA, SECONDO RECENTI STUDI, È REGOLATA DA UNA SUA SPECIALE FORMULA MATEMATICA…


Oristano 8 febbraio 2020

Cari amici,

Chi l’avrebbe mai immaginato, eppure a quanto pare anche l’amore sarebbe regolato da particolari formule matematiche! Insomma, anche il cuore ha le sue regole e risponde a formule ed equazioni. Pe tanti anni non abbiamo fatto altro che ripetere che l’amore era una questione ormonale, una specie di chimica dell’eros, ovvero una combinazione di ormoni che, incontrandosi, fanno scattare il colpo di fulmine, mettendo in moto l’attrazione fisica e sessuale e altri meccanismi capaci di regolare la vita a due. 
Ora invece gli studiosi hanno cercato di superare i vecchi schemi, le vecchie barriere, per cercare di capire se il rapporto di coppia fosse anche calcolabile e misurabile con l’applicazione di equazioni e di formule matematiche, in grado cioè di stabilire regole certe, capaci di aiutare a comprendere le motivazioni della nascita e della possibile, successiva, fine di una storia d’amore. In realtà lo studio è nato nell’intento di trovare le cause dell’aumentata percentuale di coppie che non riesce a consolidare la propria unione.
Gli studi sono stati portati avanti analizzando numerosi rapporti amorosi, cercando di capirne il funzionamento e scoprirne, per esempio, la loro possibile durata; per fare questo hanno predisposto tutta una serie di equazioni capaci di insegnare a riconoscere sia i traditori seriali che la durata delle diverse storie.
Donn Byrne, psicologo sociale alla State University of New York ad Albany, Stati Uniti, ad esempio, ha elaborato una formula che consente di verificare se l'attrazione che proviamo per il partner è vero amore oppure no. In questa formula, A è l’attrazione per il partner, B il piacere psicologico della sua compagnia, C il desiderio di intimità con lui/lei, D il bisogno di essere accettati dal partner, E la paura di essere abbandonati da lui/lei. A ognuna di queste variabili bisogna attribuire un valore da 1 a 10 e poi fare il calcolo. |
Una volta eseguito il calcolo, si ottiene un numero Y. Bisogna poi ripetere l’operazione pensando all’amico/a più caro/a. Secondo Byrne, la relazione è tanto più stabile quanto più la differenza tra i due risultati Y è grande (dev’essere almeno 15). Cioè, quanto più il partner è importante rispetto all’amicizia più cara. I fattori di moltiplicazione (i numeri davanti alle variabili) permettono di mettere a confronto molte amicizie e amori.
Un’altra formuletta, inventata da John Gottman, professore emerito di Psicologia alla University of Washington, per calcolare se una storia d’amore avrà lunga vita oppure no, prende in esame le manifestazioni d’amore come coccole, abbracci, parole affettuose e simili e le mette in relazione con gesti aggressivi di negatività; tutto procede per il meglio se l’affetto è cinque volte più presente rispetto alla cattiveria. Inoltre, i commenti positivi che esprimiamo sul partner devono essere almeno il 90 per cento, mentre quelli negativi non devono superare il 10 per cento.
Sempre per calcolare la durata di un rapporto di coppia si può consultare lo studio di Zick Rubin, docente di Psicologia ad Harvard, che si fonda sul numero di sguardi di intesa che i partner si scambiano. Più ce ne sono, più la coppia avrà lunga vita. 
Che la matematica sia in grado di regolare anche le leggi dell’amore sono convinti Alessandro Pellizzari e Eliselle, autori del libro “La matematica del Cuore – Riflessioni sulla vita di coppia”, uscito nelle scorse settimane presso le edizioni Cairo. 
Secondo i due autori, pur essendo evanescente e in apparenza imponderabile, l’amore è amore solo se i conti tornano, ovvero se ci fa stare bene. E la matematica può dare una mano: non per niente si parla di triangoli amorosi, di equazioni della gelosia e di teoremi della fedeltà.  Attraverso l’osservazione e lo studio di moltissime coppie, delle quali Pellizzari ed Eliselle hanno ascoltato e analizzato le storie, essi sono arrivati a formulare alcune “leggi matematiche”: eccole!
- Il maschio è la costante, la donna è la variabile. Gli uomini in amore tendono ad avere comportamenti che si ripetono con frequenza e che quindi sono prevedibili. Al contrario le donne sono l’elemento di discontinuità e di mutevolezza, capace di smuovere le acque e creare continua turbolenza. 
- Il numero di minuti che un uomo single dedica a una donna è direttamente proporzionale all’interesse che prova per lei. Gli uomini sono molto pragmatici nel gestire il tempo. Attenzione quindi: se lui non risponde ai messaggi, si concede con il contagocce o si nega al telefono la ragione non lascia spazio a dubbi: non è realmente interessato a lei (o lo è molto poco). 
- L’equazione della gelosia. È molto semplice: gelosia=amore. In parole povere: chi non è geloso (in modo sano, ovviamente, senza sconfinare nella possessività o peggio ancora nella violenza) non ama davvero. Fanno eccezione poche coppie di lunga durata, il cui rapporto è talmente consolidato e fondato sulla più incrollabile fiducia, da andare oltre questo non lusinghiero ma umano sentimento. 
- La legge del triangolo. Se lui è sposato, nove volte su dieci non lascia la moglie a favore dell’amante, quindi, se siamo alla ricerca di un rapporto duraturo, un lui con pregressa famiglia non è un buon candidato. Inutile illudersi di costituire quella esigua minoranza: l’esperienza insegna che si è sempre parte della regola, non dell’eccezione.   
Cari amici, in realtà ridurre l’amore a una formula matematica a me personalmente crea tristezza! Si, perché nella mia personale convinzione credo che in realtà l’unione tra due persone sia regolata da una chimica speciale, frutto di corpo e mente e che non sia matematicamente misurabile, ma resti assolutamente imponderabile. Se ho ragione o torto non lo so, però preferisco accettare questa seconda ipotesi.
A domani.
Mario

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