Oristano
26 Luglio 2018
Cari amici,
L’iniziativa porta un
titolo significativo: “Una città nella
storia”. Con questo progetto, noto anche come “MuseoOristano”, l’Assessorato alla Cultura della città, unitamente
alla Fondazione Sa Sartiglia Onlus, intende portare avanti la valorizzazione e
la promozione del grande patrimonio storico e culturale, materiale e
immateriale, della nostra città, per essere trasmesso nella maniera migliore
alle generazioni future.
Dopo il favorevole
risultato ottenuto da Monumenti aperti, si aggiunge ora una nuova iniziativa,
in grado di trasmettere, attraverso gli esperti, quella conoscenza che a tanti
di noi manca. È un modo nuovo di far conoscere i monumenti (non solo quelli
rimasti ma anche, seppure in modo virtuale, quelli ormai scomparsi), la storia,
la cultura e le tradizioni della nostra antica città; sarà possibile farlo non
solo con le conferenze, ma anche attraverso visite guidate, oltre che con
approfondimenti sul web.
Il taglio del nastro
con la prima conferenza è avvenuto Venerdì 13 Luglio. Partenza ‘alla grande’,
con la conferenza dedicata alla storia del Convento della Beata Vergine del
Carmelo, uno dei monumenti più importanti del Settecento sardo. Personalmente
su questo blog ho già parlato di questo splendido monumento; chi è interessato
può andare a leggere cliccando su questo link: http://amicomario.blogspot.com/2014/02/la-chiesa-del-carmine-piccolo-tempio.html.
Relatore eccellente di
questo splendido esempio architettonico del Rococò, Marcello Schirru, esperto
di storia dell’architettura, autore di numerose pubblicazioni ed articoli di
storia dell’arte e dell’architettura in Sardegna e docente di questa materia
presso la facoltà di Ingegneria di Cagliari.
La conferenza, allocata
proprio nel Chiostro del Carmine (oggi utilizzato dal Consorzio Uno, l’Università
oristanese), si è aperta con i saluti dell’Assessore alla Cultura Massimiliano
Sanna, a cui ha fatto seguito la dotta relazione di Marcello Schirru. Il
progetto della Chiesa del Carmine – ha ricordato Schirru - venne realizzato nel
1776 ad opera dell’ingegnere militare piemontese Giuseppe Viana, allievo di
Benedetto Alfieri.
La sua chiara e precisa
esposizione ha messo in luce che la chiesa del Carmine è oggi considerata la
massima espressione del rococò in Sardegna; il manufatto è il frutto di una
cultura architettonica molto ampia, simbolo di uno stile, il rococò, molto bene
interpretato da Viana. Molte caratteristiche dell’edificio oristanese, ha
precisato, sono simili a ciò che si può osservare nelle architetture dei paesi
boemi.
Pur di dimensioni
modeste (è definita una vera bomboniera), la chiesa si caratterizza per la sua
ariosità; presenta un'unica navata centrale, adornata da quattro cappelle
laterali. Venne costruita e arredata in pochissimo tempo. Il progetto originale
della facciata era molto diverso da quello che possiamo ammirare noi oggi; nel
progetto originario, infatti, il frontale esterno non era piatto e semplice, ma
variegato e mosso come del resto l’interno. Anche la particolare finestra della
facciata è un elemento decorativo di tipo nuovo, che ebbe molto successo in
Sardegna: fu proprio Viana a portare questo stile per la prima volta
nell’isola. Anche per quanto riguarda il campanile e l'altare, diverse furono
le modifiche apportate in corso d’opera, rispetto al progetto originario.
Nel complesso, però, a
prescindere da tutta quella serie di modifiche apportate in corso d’opera, la
Chiesa è da considerarsi un vero gioiello, piccolo ma di una stupenda
perfezione visiva e di accoglienza. Caratteristica principale dell'interno
della chiesa, sono i numerosi decori realizzati con lo stucco, ulteriore
peculiarità delle decorazioni interne in auge nello stile rococò.
Un grande plauso all’Amministrazione
comunale oristanese ed al suo lungimirante assessore alla cultura Massimiliano
Sanna, che con questo progetto ha inteso dare risalto ai “nostri gioielli”, di
cui molti ignorano l’esistenza. Le conferenze previste, infatti, saranno delle vere
e proprie “visite guidate”, che, a seconda del tema, verranno realizzate presso
i luoghi e i monumenti che si intendono presentare e far conoscere meglio; in
questi luoghi la guida, attraverso immagini, video e letture, potrà far
conoscere nel modo migliore non solo il presente ma anche quanto oggi, per
negligenza o imperizia, non esiste più.
Esperti, studiosi e appassionati
introdurranno i partecipanti nella storia della città, li guideranno così verso
la riscoperta, e talvolta verso una vera e propria scoperta, delle nostra
grande storia, quella di un passato luminoso e sotto certi aspetti
straordinario.
Cari amici, tenere vive
le proprie radici è importante, perché non c’è futuro senza solide e salde
radici. E l’albero, simbolo degli Arborea e della nostra città, lo testimonia
in modo eccellente!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
P.S.
Maggiori
informazioni sul progetto e sui “tesori” della nostra città, sono disponibili
sul sito www.museooristano.it.
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