Oristano
21 Luglio 2018
Cari amici,
C’è un detto di ieri
ben valido anche oggi: “à la guerre
comme à la guerre”. Si perché anche le guerre commerciali sono guerre
sanguinose, che, al pari delle altre, seppure formalmente non dichiarate, fanno
morti e feriti; quelle di cui parlo oggi sono portate avanti da potentissime
multinazionali, scatenate per esercitare ancora di più e meglio il loro potere assoluto
sul popolo dei consumatori. Oggi contro il nostro Paese è stata dichiarata una
pericolosa guerra commerciale, portata avanti proprio dalle fortissime multinazionali
dell’alimentazione (il cui potere, economicamente vale più di quello di uno Stato), che
certamente farà danni enormi alla nostra economia e la cui portata è ancora
tutta da quantificare.
Per rendere l’attacco
ancora più giustificato si è usato un paravento di prim’ordine, un ariete di
rango: l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ufficialmente, infatti è
stato l’ONU a dire "Formaggi, prosciutto, olio, pasta e pizza fanno male
alla salute, come le sigarette". A primo acchito appare come uno scherzo assurdo,
ma la crociata lanciata tramite l'ONU contro il made in Italy è realtà, ed è esplosa come
una bomba. Nella dichiarazione ufficiale ONU vengono messi al bando “gli alimenti
con un’alta concentrazione salina, in quanto sono i principali responsabili di
alcune pericolose malattie che affliggono l’umanità contemporanea.
Questo concetto,
tradotto in realtà, significa che – sempre secondo l’ONU - un piatto con prosciutto e formaggio, più il
consumo di olio (seppure extra vergine di oliva), pasta e/o pizza costituiscono
un’alimentazione pericolosa, in grado di causare ipertensione, disfunzioni
cardiovascolari e circolatori, oltre che creare alte concentrazioni di
colesterolo nel sangue. Prodotti da bandire insomma. Per scoraggiare, dunque,
questo consumo meglio sarebbe provvedere a tassare in modo forte l’acquisto
di questi prodotti.
L’ONU dunque si accinge
a consigliare formalmente l’imposizione di una tassa del 20% su prodotti come
olio, grana, parmigiano e prosciutto. Cibi considerati pericoli in quanto
salati e dunque nocivi. “Cibi sani”, invece, risulterebbero quelli lavorati
chimicamente dalla grande industria alimentare, come merendine, integratori e quell'esercito di prodotti dietetici realizzati industrialmente. Questa “guerra santa”, a mio avviso, puzza di
bruciato, mi ricorda la caccia alle streghe del Medioevo, anche perché oltre la pesante tassa consigliata è prevista una “particolare etichettatura”
da apporre su questi prodotti pericolosi.
Insomma, tutti prodotti da
etichettare con un marchio del tipo: “Nuoce gravemente alla salute”, come possiamo vedere per
le sigarette! Amici, d’ora in poi, se le multinazionali vinceranno questa guerra, chi vorrà
continuare ad alimentarsi con olio, grana e insaccati, li dovrà acquistare non
solo a ‘caro prezzo’, ma anche in confezioni etichettate con tanto di teschio e
avviso di morte. Ve li immaginate i nostri prosciutti, il nostro parmigiano, confezionati con l’immagine dell’uomo moribondo e il teschio?
Il potente, come sappiamo, per raggiungere il risultato non si ferma di fronte a nulla. Chi ha il potere è pronto anche anche a truccare le carte, a giocare come in questo caso sull’equivoco.
Si perché se è vero che i cibi salati sono in realtà causa di ipertensione, di
problemi cardiovascolari e circolatori, oltre che responsabili delle alte
concentrazioni di colesterolo nel sangue, è anche vero che tutto questo diventerebbe
un problema per chi si alimentasse di solo formaggio, oppure intendesse intraprendere
una dieta esclusivamente a base di olio e prosciutto! Inoltre, a rendere ancora più inquietante
questa “strana” campagna dell’ONU, c’è un altro particolare di non poco conto.
La crociata sposata
dall’ONU per un rinnovato benessere dell’umanità non è stata messa in campo, non è partita in seguito a
qualche nuova scoperta, magari frutto di una nuova eclatante ricerca effettuata da studiosi
di fama, ma semplicemente dopo un certo tipo di appello, formulato da cinque multinazionali
(le più note sono la Nestlé e la Coca-cola), che da tempo premevano in tutti i modi e reclamavano a gran
voce “il bollino di morte” (come le sigarette) su certi prodotti ritenuti "non salubri",
e, guarda caso, non di loro produzione.
Cari amici, la realtà credo sia proprio ben diversa: è una guerra commerciale col finale già scritto: mors tua vita mea. Poco importa se a perire sono prodotti di tradizione millenaria che non hanno mai fatto male a nessuno! Mettere
al bando alcuni prodotti tipici della dieta mediterranea significa aprire la
porta, dare il via libera, a tutta una serie di produzioni industriali come le
merendine, la coca cola, prodotti dietetici e poveri di zuccheri sfornati dalle
multinazionali, come ad esempio la Coca Cola e le diverse bibite gassate ricche di
aspartame, gettando alle ortiche il fior fiore dei prodotti della “Dieta
Mediterranea”, tanto osannata nel mondo e che ha consentito all’Italia di
essere uno dei Paesi al mondo con il più alto numero di ultranovantenni e di
ultracentenari. Quell’Italia, definita una delle cinque “Blue Zone” del mondo, che ha visto
aumentare vertiginosamente l’aspettativa di vita!
Cari amici, combattere
contro le multinazionali è un po’ come cercare di vincere la sfida di Davide
contro Golia. Chi si era illuso che la Globalizzazione avrebbe portato maggiore
equità e benessere credo debba davvero ricredersi. Le multinazionali, non solo
del settore alimentare, la fanno da padrone ovunque e contano ormai molto più
di uno Stato, se pensiamo che ora hanno anche l’ONU al guinzaglio. I produttori italiani, non c'è bisogno di dirlo, sono davvero terrorizzati. In ballo c’è un export (tra formaggi,
prosciutto, olio, pasta e pizza) che vale oltre 41 miliardi di euro l’anno. Non
sto qui a commentare l’ira dei nostri politici e delle organizzazioni agricole.
È anche vero che, dopo la
diffusione della terribile notizia, l’agenzia dell’ONU ha ritenuto di dover fornire dei chiarimenti. Ha
precisato che nell’assemblea del 27 Settembre prossimo, nella seduta dedicata
alla lotta alle malattie non trasmissibili, non verranno varati divieti ma solo
una serie di linee guida e raccomandazioni, rivolte ad autorità nazionali,
produttori e mondo scientifico. Seppure così addolcita la Risoluzione in atto, se mai alla
votazione riceverà i voti favorevoli necessari, potrebbe prevedere l’imposizione di
imposte elevate (si parla d valori intorno al 20%) e dei “dissuasori d’acquisto”,
sul tipo dei terrorizzanti avvisi posti sui pacchetti di sigarette.
Cari amici, è questo il
mondo che ci siamo voluti creare accettando la Globalizzazione? Siamo sicuri che non stavamo meglio, prima che
qualcuno cercasse di uniformare tutto, globalizzando gli esseri umani da un
polo all’altro del pianeta, creando un “melting pot” omogeneizzante, ovviamente
messo in atto da poche, potentissime multinazionali, sullo stile “Grande Fratello”?
Ci siamo dimenticati che la "Dieta Mediterranea" è stata considerata dall'Unesco "Patrimonio dell'umanità"?
Ci siamo dimenticati che la "Dieta Mediterranea" è stata considerata dall'Unesco "Patrimonio dell'umanità"?
Credo che dobbiamo
riflettere tutti…
A domani.
Mario
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