Oristano
25 Luglio 2018
Cari amici,
La clessidra del tempo
col suo inarrestabile, lento fluire cambia, pur senza fare troppo rumore, uomini
e cose. Se, riferendomi ai miei ricordi personali, penso per esempio alla Via
Dritta degli anni 60 del secolo scorso, e la raffronto con quella di oggi, non
ci sono quasi termini di paragone: tutto appare cambiato, trasformato. Sono
cambiate le insegne dei negozi e degli esercizi commerciali e artigiani, sono
cambiate le persone, sono cambiati gli usi e i costumi in maniera incredibile.
Ma non è dei miei
ricordi che oggi voglio parlare con Voi, ma di quelli del mio caro amico Beppe Meloni,
che con il suo stile inconfondibile traccia un curioso e interessante ritratto
della Via Dritta dell’Ottocento. Eccolo il pensieri di Beppe, riportato come pubblicato da Sardegna Reporter.
Quella via Dritta dell’Ottocento tra storia e memoria. Il senatore
Salvatore Parpaglia e l’antica farmacia di Romolo Nurra.
Di Beppe Meloni
Ai turisti in fila che ascoltano la guida davanti alla torre di Mariano,
Oristano appare in questa caldissima mattina di Luglio in tutta la sua genuina
luminosità. Piazza Roma è ancora deserta e silenziosa, e solo Antonio Leggieri
che vende a buon mercato antiche storie di Sardegna ha aperto il suo ombrellone
all’angolo dell’antico Caffè Ibba. Una volta, tanto tempo fa, punto d’incontro
di mister Johnson e Benito Urgu, personaggi indimenticabili della città del
passato.
Più avanti in via Dritta, il quadro non è più incoraggiante, fatto solo di
malinconici ricordi di un tempo ormai lontano. Non è più la via Dritta di una
volta, e basta fare su e giù qualche “vasca” per capire che tutto è cambiato. E
purtroppo in peggio. L’antica strada del commercio al minuto, il salotto buono
della città dove si aprivano empori, negozi e fioriva lo scambio quotidiano tra
incontri saluti e richiami, non c’è più. E pure lo “struscio” serale di
studenti, militari e servette che la animava fin dal secondo dopoguerra, è
soltanto un lontano ricordo.
Antiche case che cadono a pezzi, serrande abbassate e insegne che si
spengono sono il segno che la crisi del Duemila non perdona. Eppure questa
strada ha animato la vecchia Oristano sin dall’Ottocento. Piccola città di
settemila anime, tre alberghi, due banche, l’ospedale più antico dell’Isola,
addirittura sette consolati, tribunale civile e penale, arcivescovado, pretura
e carceri giudiziarie.
Con personaggi di rilievo come il senatore avvocato
Salvatore Parpaglia, origini bosane, uomo di punta della borghesia
progressista, e punto di riferimento della loggia massonica Mariano IV”. Che
proprio in via Dritta apre il suo studio legale con gli avvocati Dettori,
Murgia, Era e Manconi. Sindaco e deputato per la prima volta nel 1890 sarà rieletto
per ben tre volte. Il governo Pelloux propone infine il suo nome al Re che lo
nomina Senatore. Morirà a Bosa il 15 giugno 1916 a ottantasei anni.
Tra le case signorili e gentilizie e oggi meta di numerosi visitatori in
occasione di “Monumenti aperti”, spicca quella di Romolo, Remo e Tommaso Nurra,
titolari dell’antica farmacia cittadina, passata poi a Ester Conforto Galli, e
infine ai coniugi Achenza – Bresciani, che da poco l’hanno trasferita più in là
in piazza Mariano. La famiglia Nurra è stata legata da vincoli di parentela con
la famiglia Parpaglia perché Romolo aveva sposato Serafina, nipote del
senatore. L’antico stabile è stato infine rilevato da due oristanesi doc, Carlo
Manai, nipote di Bruno, storico preside del Liceo De Castro, e Daniela Angotzi,
giovane, entusiasta arredatrice d’interni. Figlia di Danilo, compagno
socialista, una vita delegato sindacale alla Perlite di Torre Grande.
Ed è così che al civico 53 di Corso Umberto ha preso vita da tempo un
dialogo interrotto tra epoche e stili diversi. Dal 2015 lo storico palazzo di
via Dritta ha dedicato largo spazio alle idee, all’arte pop e visioni
d’avanguardia. Con il salone arredato secondo il gusto europeo, con mobili,
affreschi e tre lampadari forgiati dai fratelli Clemente, ebanisti sassaresi,
formatisi alla scuola della San Carlo di Torino. Con una targa importante,
quella del 15 ottobre 1942, quando la Gazzetta Ufficiale n. 243 del Regno
d’Italia, riporta la nomina a Cavaliere di Romolo Nurra. Farmacista di Oristano
al civico 53 del Corso Umberto I, in sa ruga deretta.
Beppe Meloni
Cari amici, oggi un
tuffo nel passato, tra memoria e nostalgia.
A domani.
Mario
Angelo Ibba titolare dello storico bar, con Benito Urgo & Co.
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