Cari amici,
Incredibile ma vero. A volte di fronte a certe prese
di posizione c’è da restare proprio esterrefatti! Dopo oltre 43 anni dalla
scoperta, dopo un lunghissimo sonno “arbitrario” trascorso nei sotterranei del Museo di
Cagliari, ci si è resi conto che le statue dei “Giganti di Mont’e Prama”, erano state battezzate in modo banale, da persone poco istruite!
Si, a loro era stato dato, sicuramente per pochezza culturale, la denominazione
di “Giganti” (i sardi, forse, lo fecero ad imitazione delle millenarie “Tombe di giganti” che
la Sardegna vanta), anziché quella ben più appropriata di “eroi”. E giù, da
parte degli eruditi Soloni del MIBACT, uno sciorinare di fior di cultura, da quella greca a
quella romana, contestando, in modo forte che i sardi erano stati alunni poco
diligenti, poco acculturati, a definire in modo così improprio i “grandi” del
loro aureo passato. Dimenticandosi, però, questi Soloni, di un particolare, di non poco conto.
Dalla scoperta di queste grandi statue erano
passati come detto prima oltre 40 anni. Com’è che in questo quasi mezzo secolo
i soloni di oggi non si erano mai pronunciati? Dov’erano i “dotti” di oggi del Ministero,
quando questa straordinaria statuaria veniva definita i “Giganti di Mont’e Prama”? Perché ieri, vista la nostra ignoraanza, non
hanno sparato ad altezza d’uomo su Giovanni Lilliu, il primo che definì queste
stupende statue “Giganti” e non “Eroi”? Vogliamo forse dare la patente di incompetente
anche al più grande archeologo della Sardegna? Mistero.
Curiosamente mi viene
da paragonare questo cambio di denominazione al cambio di nome di un bambino.
Immaginiamo che, come avveniva in passato, il bimbo fosse stato battezzato col
nome di Giuseppe (nome del nonno paterno) e successivamente, magari quando il
bambino era già alle elementari, ci si sia resi conto che invece si sarebbe
dovuto chiamare Matteo (come il nonno materno). Ve li immaginate i risvolti e i
drammi di un eventuale cambio di nome a posteriori? Ecco, credo che per i
nostri ‘Giganti’ stia avvenendo la stessa cosa!
Dopo questa presa di
posizione Ministeriale, avallata purtroppo dalla Regione Sardegna, c’è stato un
sollevamento generale, a partire dal Comune di Cabras e da quelli del
circondario, per ribadire che “un cambio di nome” in corso d’opera, che
distrugge quanto fatto finora per divulgarne la conoscenza, oltre a tutti i
risvolti di natura economica ad essa legati, è a dir poco pazzesco, semplicemente deleterio, sotto certi aspetti una
follia.
Sono già tante le aziende che sul nome “Giganti” hanno investito, a partire dalla Dinamo, perché, dunque, questa necessità di "cambio di nome" che rischia di far ‘buttare a mare’ tutto quanto si è fatto e speso (investito) finora?
Sono già tante le aziende che sul nome “Giganti” hanno investito, a partire dalla Dinamo, perché, dunque, questa necessità di "cambio di nome" che rischia di far ‘buttare a mare’ tutto quanto si è fatto e speso (investito) finora?
A pensar male, dice un
proverbio, si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Siamo sicuri che i Giganti
di Mont’e Prama non diano fastidio a qualcuno? In realtà lo pensano già in tanti. L’ipotesi scientifica formulata
(ribadisco ipotesi, quindi non certezza) siamo sicuri che è sufficiente e così importante, tanto
da distruggere tutto quello che si è fatto finora per pubblicizzare queste statue e sul ritorno economico possibile? Il marketing, chi lo ignora è meglio che si aggiorni, insegna che “cancellare” un nome entrato già nel
gradimento dei consumatori significa distruggere il prodotto di riferimento. È quello che si vuole?
Nei giorni scorsi il
Consiglio Comunale di Oristano, città capoluogo della zona del ritrovamento
(Cabras), ha votato all’unanimità (20 voti a favore) la proposta di ordine del
giorno presentata da Andrea Riccio (Consigliere comunale del gruppo Capitale
Oristano) per impegnare “la Giunta ad
intraprendere tutti gli atti possibili perché, di concerto con il Comune di
Cabras nonché degli altri Comuni aderenti all’Unione di Comuni Costa del Sinis
Terra dei Giganti, ma anche assieme a tutti gli altri comuni della Provincia e
Sardi, come delle altre istituzioni territoriali, agiscano nei confronti del
Ministero dei Beni Culturali e della Regione Sardegna perché il nome utilizzato
in qualsiasi mezzo promozionale relativo a Mont’e Prama sia l’originale e
consolidato di Giganti e non di Eroi”.
Per ribadire con maggior
forza la sua tesi Andrea ha ricordato come la recente campagna promozionale del
MIBAC, che sarebbe costata addirittura 273 mila euro, pur avendo il lodevole
intento di promuovere e divulgare la conoscenza del sito nuragico di Mont’e Prama,
cambiando il nome delle statue, ha già inciso molto negativamente sulla promozione
di questo bene culturale, vanificando quanto fatto in precedenza. “Il nome è importante – ha detto Riccio (…)
in particolar modo se si vuole promuoverne la conoscenza. La denominazione dei
Giganti, frutto della felice intuizione dell’accademico dei lincei Giovanni
Lilliu, viene ora cancellata in nome del “rigore scientifico”; questo dopo
quarantaquattro anni, di cui quaranta trascorsi nell’oblio dei magazzini del
Museo Archeologico di Cagliari? Ci si renda conto che, facendoli diventare eroi,
essi vengono nuovamente sepolti”.
Anche il Sindaco della
città Andrea Lutzu, dopo l’intervento ha commentato: “Quello che ha detto il consigliere Riccio è assolutamente vero. La
nostra posizione è chiara ed è stata espressa anche recentemente dai Sindaci
del territorio che hanno avuto parole durissime nei confronti della
Sovrintendenza per una decisione incomprensibile e inaccettabile”. Forti
anche le critiche dei diversi consiglieri intervenuti.
Che dire, amici, credo
che la Sardegna intera debba ribellarsi a decisioni impositive come questa. È tempo
che si esca da quella sudditanza che da secoli ci contraddistingue. È tempo che
i sardi comincino a pensare che il loro futuro, il loro avvenire, non debba
continuare ad essere mutuato da chi continua a considerarci sudditi e non
cittadini a pieno titolo come gli altri.
A domani.
Mario
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