Spinaci eMandragora
Oristano
14 Ottobre 2027
Cari amici,
Aver letto di recente
sul Corriere della Sera del ricovero (lo scorso 30 Settembre) per avvelenamento di
un'intera famiglia al Fatebenefratelli di Milano, ha riportato all’attenzione di tutti la pericolosità di alcune piante, spesso molto simili a quelle commestibili. In questo caso la pianta velenosa tornata alla ribalta è la Mandragora, un vegetale particolarmente insidioso
che nel Medioevo fece parlare a lungo di se per le sue non comuni, particolari
caratteristiche. I componenti di questa
famiglia, il padre di 60 anni, la madre di 55 e i figli di 16 e 18 anni, sono
dovuti ricorrere alle cure del Pronto soccorso con dei sintomi poco usuali: accusavano
una manifesta confusione mentale e amnesia, a vari livelli gravità, e questo dopo
aver mangiato una confezione di spinaci surgelati acquistati al supermercato.
Con gli stessi sintomi
il 5 di Settembre era stato ricoverato un uomo che, però, aveva mangiato
spinaci freschi. Le analisi effettuate dall'Ast (ex Asl) hanno appurato che
"i rilievi sono giudicati compatibili con la contaminazione nell'alimento
originario di mandragora, erba che può infestare i campi delle coltivazioni di
vegetali commestibili". I lotti interessati sono stati sequestrati e
"sono state avviate le procedure del sistema di allerta alimentare sia a
livello regionale sia nazionale, anche tramite apposita segnalazione al
Ministero della Salute". Gli spinaci in commercio, pertanto, sono ritenuti
sicuri. Ma che vegetale è in realtà questa pericolosa mandragora, detta anche più
comunemente Mandragola? Vediamolo insieme.
La Mandragora L. è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee
più nota come Mandragola. Le sue loro radici presentano una peculiare
biforcazione che ricorda la figura umana (maschile e femminile), tanto da
essere considerata nei secoli passati una via di mezzo tra vegetale e animale; questa
sorta di bipolarismo ha fatto sì che alla pianta venissero attribuiti poteri
sovrannaturali, alimentati in molte tradizioni popolari.
Velenosa, come la gran
parte delle solanacee, la mandragora costituì uno degli ingredienti principali
per la preparazione della maggior parte delle pozioni mitologiche e
leggendarie. Il nome, di probabile origine persiana (mehregiah), le fu
assegnato dal medico greco Ippocrate. Nell'antichità le venivano accreditate certe
virtù afrodisiache ed era utilizzata anche per la cura della sterilità. Nel
Medioevo, date le sue presunte virtù magiche, la Mandragora era l’ingrediente
principale nella preparazione di numerose pozioni. Negli antichi testi di
alchimia è raffigurata con le sembianze di un uomo o di un bambino, per
l'aspetto antropomorfo che assume la sua radice in primavera.
Su quest’aspetto
antropomorfo nacque la leggenda del pianto della mandragola, ritenuto in grado
di uccidere un uomo, considerato anche che la radice, come detto dalla forma vagamente
antropomorfa, era considerata viva e che emettesse urla che potevano uccidere
l’incauto raccoglitore. Si diceva anche che la mandragola nascesse dalle gocce di
urina emesse dagli impiccati e che perciò fosse abitata da un demone. Come
ricorda Machiavelli nell'omonima sua commedia, il metodo più sicuro per
coglierla era legarla al guinzaglio di un cane e quindi lasciarlo libero di
modo che, tirando la corda, questi avrebbe sradicato la mandragola udendone il
lamento straziante e, in questo modo, morendo all'istante, consentendo al
proprietario di poterla cogliere.
La fama di questa
pianta attraversò i secoli. Era conosciuta e temuta con gli appellativi più
diversi, che spaziavano da Mano di drago a Pianta del paradiso e Pianta del dio
del castigo. Ebbene ancora oggi, forse per le sue sempre magiche virtù, la leggendaria
Mandragora, dagli effetti soporifero-allucinogeni-afrodisiaci è arrivata (per misteriose
vie) nel piatto di un’ignara famiglia milanese, mandandola all’ospedale con i
classici sintomi di amnesia e confusione mentale; era inaspettatamente presente
in una busta di spinaci surgelati Bonduelle, prodotti in Navarra, regione
pirenaica un tempo infestata dalle streghe, che evidentemente presenti anche
nel Terzo Millennio, continuano a dedicarsi alla coltivazione e cura della
materia prima necessaria per tenere aggiornata la loro diabolica farmacopea.
In passato alla
mandragola venivano attribuite proprietà miracolose per curare disturbi che
ancora oggi stanno in cima ai nostri pensieri: insonnia, sterilità e
soprattutto caduta del desiderio (e in effetti uno dei principi attivi della
pianta si chiama scopolamina). La mandragora, dunque, talismano e rimedio
anti-sterilità. Le matriarche bibliche e i fiorentini vogliosi come il Nicia
della Mandragola di Machiavelli la usavano per avere figli, i generali
dell’antichità come arma chimica per intontire il nemico, che intossicavano con
barili di vino in cui la pianta era stata macerata, Giovanna d’Arco la portava
addosso come talismano. Ildegarda di Bingen, oggi tornata prepotentemente di
moda, riteneva invece che rappresentasse l’uomo senza peccato, come nell’Eden,
e per questo rendeva un po’ tonti.
Cari amici, è triste
constatare che la sicurezza del consumatore appare oggi sempre più a rischio.
Probabilmente qualche controllo più capillare eviterebbe guai, come quello
capitato alla famiglia milanese. I sintomi dell’intossicazione da mandragora,
come anticipato prima sono: confusione mentale, vertigini, nausea, diarrea e
malessere generale. In mancanza di un rapido intervento, come spiega il Centro
Antiveleni di Milano, la persona colpita può arrivare fino al coma e anche alla
morte.
Un consiglio, allora, per chi va per campagne a raccogliere erbe commestibili: è meglio usare grande cautela e attenzione! Per finire, se disgraziatamente viene ingerita della Mandragora, erba che soprattutto nel periodo autunnale capita di raccogliere e scambiare con la borragine, occorre somministrare subito un antidoto specifico, la fisostigmina.
Un consiglio, allora, per chi va per campagne a raccogliere erbe commestibili: è meglio usare grande cautela e attenzione! Per finire, se disgraziatamente viene ingerita della Mandragora, erba che soprattutto nel periodo autunnale capita di raccogliere e scambiare con la borragine, occorre somministrare subito un antidoto specifico, la fisostigmina.
Grazie amici, a domani.
Mario
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