Oristano
30 Ottobre 2017
Cari amici,
Oggi parliamo di dolcezza; dolcezza di un frutto speciale: il Cachi. Il cachi è un frutto
molto dolce, particolarmente ricco di benefici effetti per la nostra salute. Frutto consigliato
in particolare anche dall’esperto di Ok
Roberto Volpe, ricercatore del
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
di Roma, specializzato in malattie del fegato e del metabolismo (Università di
Roma) e dottore di ricerca in aterosclerosi (Università di Siena); Volpe è autore
anche di oltre 200 pubblicazioni scientifiche. Ma vediamo di conoscere meglio, intanto,
l’albero che produce questo magnifico frutto.
Il cachi o kaki, il cui
nome scientifico è Diospyros kaki L.f., 1782, è un albero appartenente alla
famiglia delle Ebenacee e al genere dei Diospyros. Originario dell'Asia
orientale, è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall'uomo,
conosciuto in Cina da oltre 2.000 anni. Detto mela d'Oriente, fu
definito dai cinesi l'albero delle sette virtù, per tutta una serie di motivi: vive a lungo, dà grande
ombra, dà agli uccelli la possibilità di nidificare fra i suoi rami, non è
attaccato da parassiti, le sue foglie giallo-rosse in autunno sono decorative
fino ai geli, il legno dà un bel fuoco e la caduta dell'abbondante fogliame
fornisce ricche sostanze concimanti. Il kaki è anche considerato "l'albero
della pace", perché alcuni alberi sopravvissero al bombardamento atomico
di Nagasaki nell'agosto 1945. Dalla Cina la coltivazione del cachi si è successivamente estesa nei paesi
limitrofi, come la Corea e il Giappone.
Intorno alla metà
dell'Ottocento si diffuse anche in America e Europa. In Italia fu introdotto
nel 1871: il primo albero fu piantato nei giardini di Boboli. I kaki, come
accennato, sono alberi molto longevi e possono diventare pluricentenari; nella
loro lenta crescita possono raggiungere un’altezza fino a 15–18 metri, anche se
di norma vengono ridotti, con opportune potature, a più modeste dimensioni. Quest’albero
sopporta male i climi caldo-umidi, soprattutto se posto in un suolo mal
drenato. La fruttificazione avviene per impollinazione esterna (gli alberi
possono essere maschili e femminili). I frutti sono costituiti da una grossa
bacca generalmente sferoidale, talora appiattita e appuntita di colore
giallo-aranciato, che diventa commestibile solo dopo aver raggiunto la sovra
maturazione. Esistono anche kaki che sono già pronti per il consumo fresco al
momento della raccolta, apparentemente allo stato di frutto immaturo (duro).
Sono i così detti kaki mela (denominati commercialmente "loti
vaniglia").
Secondo l’esperto di Ok
Roberto Volpe, prima citato, il cachi contiene molta acqua, l’82 per cento. Il frutto è ricco di carboidrati e soprattutto di zuccheri solubili, che
rappresentano il 16% (come la melagrana, un po’ meno del mandarino), che ne
fanno un frutto tra i più zuccherini, come ad esempio i fichi o la stessa mela
senza buccia. Le calorie però sono contenute: circa 65 per etto. Come tanta altra
frutta il cachi ha anche un buon contenuto di fibre: 2,5 grammi, pur non
raggiungendo i valori “eccezionali”, ad esempio, del fico d’india e dei lamponi.
La fibra ha un ruolo importante, perché oltre a combattere la stitichezza, può
rallentare l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri. L’alto valore
zuccherino incide sulla glicemia, perché tende ad aumentarla, ma non la porta a
un valore così eccessivo come lo zucchero tradizionale.
Ottima la quantità di vitamina
A contenuta: ben 237 microgrammi (ad esempio l’arancia ne contiene 23
microgrammi). La vitamina A è importante per il benessere di occhi e pelle. Il
cachi contiene anche ferro, sodio e calcio, ma in basse quantità. Il potassio è
invece presente nella misura di 170 milligrammi, quindi in media con altri
frutti. Niente a che vedere con i kiwi che ne contengono oltre 400 milligrammi,
ma comunque buona. Il potassio è utile se si pratica attività fisica, per
mantenere i muscoli in buona salute e per tenere sotto controllo la pressione
sanguigna. Il cachi contiene anche un buon quantitativo di vitamina B, e una
discreta percentuale di vitamina C (23 milligrammi).
Le proprietà del cachi
sono davvero molto interessanti. Se è vero che è un frutto altamente energetico,
sconsigliato a chi soffre di diabete o di obesità, è però raccomandato in caso
di inappetenza, stress psicofisico e a chi pratica sport. Gli effetti benefici
più importanti sono: effetto vitaminizzante e remineralizzante, è un buon
diuretico e depurativo, un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza
(proprietà lassative), è consigliato in caso di disturbi epatici (virtù
epatoprotettrici), emorragie (virtù astringenti ed emostatiche dei frutti
immaturi), cure antibiotiche (le fibre favoriscono il ripristino della flora
microbica intestinale), è un rimedio naturale contro lo stress, raccomandato
anche in caso di stanchezza ed astenia, e infine svolge un’azione protettiva nei
confronti di milza, pancreas, stomaco ed intestino tenue.
Questo frutto va
consumato maturo e fresco. Se conservato (meglio in frigorifero), bisogna fare
attenzione che non si deteriori, con la conseguente presenza d’insetti o di
funghi. Quanto al “quando” è preferibile
che venga consumato a fine o lontano dai pasti. Il frutto può essere mangiato
fresco, magari con un cucchiaino, oppure essere utilizzato per confezionare
centrifugati di frutta; costituisce anche la base per la preparazione di
marmellate, oppure (in particolare la varietà cachi-mela) per realizzare delle
ottime macedonie o insaporire lo yogurt. In Giappone il cachi è anche l'ingrediente
principe per la preparazione di alcuni vini, e si presta anche alla
realizzazione del sakè.
Cari amici, la frutta
fa sempre bene in qualsiasi modo venga preparata; non c’è un momento della
giornata in cui è preferibile consumarla, anche se, chi ha valori glicemici
elevati o è affetto da diabete, deve stare attento a mangiarla a fine pasto.
Questo perché se a un pranzo con pane e/o pasta, riso o patate, che già di loro
aumentano la glicemia, aggiungendo anche un frutto come il cachi, può succedere che
il picco si alzi ulteriormente. In questo caso consumando la frutta lontano dai
pasti, si evita l’aumento eccessivo della curva glicemica, perché si ha più
tempo per smaltire gli zuccheri.
Il cachi, dunque, è
buono e fa bene, ma la domanda che possiamo farci è: quanto possiamo mangiarne? Chi soffre di iperglicemia deve stare
attento a non eccedere con le quantità e limitarsi a uno-due cachi nel corso
della giornata, non di più. Tutti gli altri, ovvero quelli non soggetti a
particolari restrizioni, possono aumentare la quantità, usando sempre e
comunque il buon senso, perché ogni eccesso, anche se l’alimento è salutare,
può diventare dannoso per la salute.
Circa la produzione
italiana del cachi, se volete saperlo, essa si aggira sulle 65.000 tonnellate annue, ricavata in
particolare nelle regioni: Campania, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia.
Insomma, amici miei, il
cachi è davvero un gran bel frutto: dolce e…salutare!
A domani.
Mario
1 commento:
..e anche oggi l'Amico Mario mi ha aiutato a gestire al meglio questo frutto che per me, diabetico, mi dicevano era vietato ! Grazie Mario a domani
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