martedì, ottobre 03, 2017

DALLE FOGLIE DELL’ARDISIA CRENATA UN NUOVO FARMACO PER CURARE L’ASMA. POSITIVI I PRIMI ESPERIMENTI FATTI SUI TOPI.



Oristano 3 Ottobre 2017
Cari amici,
L’Ardisia crenata, finora ignorata dalla scienza, si candida a divenire, grazie al prezioso composto contenuto nelle sue foglie, la sostituta di tantissimi farmaci oggi presenti sul mercato e idonei per la cura della pericolosa oltre che fastidiosa asma. 
Questo arbusto sempreverde è originario della Cina e dell’India Orientale; utilizzato nelle nostre zone come pianta ornamentale, nelle zone di origine ha la struttura di un vero e proprio albero, con foglie di colore verde che crescono in modo alternato sui rami. I fiori dell’Ardisia, caratterizzati da un leggero profumo, hanno una forma a stella e sono di colore bianco sfumato di rosso, disposti riuniti insieme quasi a formare una pannocchia. I suoi frutti sono delle bacche rotonde di un rosso vivo e lucente che maturano a Giugno e perdurano sulla pianta fino all’autunno successivo.
È stato un team di ricercatori dell’Università di Bonn ad individuare nelle foglie dell’Ardisia crenata un composto attivo utilissimo per la cura dell’asma; essi sono riusciti, utilizzando questa sostanza, ad inibire quasi completamente la contrazione caratteristica delle vie aeree durante un attacco respiratorio. La sperimentazione, inizialmente condotta sui topi, si è rivelata un vero successo. Il composto, stando a quanto riportato sulle pagine della rinomata rivista Science Translational Medicine, è stato chiamato FR900359 e potrebbe esser presto utilizzato anche sull’uomo, per la produzione di diversi medicinali efficaci non solo contro l’asma ma anche contro altre malattie.
La nuova cura dell’asma potrebbe dunque arrivare proprio da “Madre Natura”, la grande, immensa farmacia universale, che in gran parte l’uomo deve ancora scoprire. Se gli esperimenti fatti sui ratti verranno positivamente confermati anche sull’uomo, il nuovo farmaco si candida come valido sostituto di tantissimi farmaci oggi presenti sul mercato. Per quanto riguarda l’asma, infatti, il nuovo composto risulta in grado di alleviare velocemente l’intensità degli spasmi, con un’azione più prolungata rispetto al farmaco oggi più utilizzato: il salbutamolo.
La professoressa Daniela Wenzel, responsabile dello studio di ricerca sulle malattie respiratorie presso l’Istituto di Fisiologia I dell’Università di Bonn, ha voluto rimarcare che dai test effettuati sui topi asmatici è risultato che “Quando si è cercato di inibire l’attivazione delle proteine Gq con FR900359, si è è ottenuto un effetto molto più grande di quello in precedenza ottenuto con i migliori farmaci oggi in uso”. Dichiarazione pienamente confermata anche dalla dottoressa Michaela Matthey, sempre dell’Istituto di Fisiologia I, che dichiara: “Siamo stati in grado di impedire agli animali di reagire agli allergeni come gli acari della polvere di casa. Il composto inibisce le molecole di segnalazione critiche nelle nostre cellule, le proteine Gq, che esercitano funzioni chiave in molti processi del corpo, incluso il controllo del tono delle vie aeree”.
Stando a quanto riportato sulle pagine di Science Translational Medicine, somministrando il nuovo composto per via aerea è possibile azzerare quasi completamente gli effetti collaterali. Il team di ricercatori avrebbe già avviato la sperimentazione in vitro su delle cellule muscolari bronchiali umane. Anche in questo caso il composto si è dimostrato efficace. Gli scienziati vogliono restare comunque cauti: saranno necessarie ulteriori prove, che dureranno anni, prima del suo uso sull’uomo.
Cari amici, personalmente quella che ho riportato oggi è una notizia che mi conforta non poco.  Quando poco meno di 30 anni fa io e mia moglie adottammo un bimbo (Santino, che oggi ha 33 anni), era affetto da una grave forma bronchiale. Non dimenticherò mai le notti passate in poltrona, collocata di fronte al suo letto, dove in dormiveglia, sempre preoccupato, vigilaco con attenzione i suoi ripetuti attacchi d’asma. Allora chi ne era affetto si curava con un farmaco spray che credo si chiamasse Zaditen. Il farmaco Santino lo utilizzò per anni, fino ad una regressione progressiva che ha impiegato non poco tempo.
Plaudo pertanto alla bella scoperta, che farà “respirare di sollievo” non poche persone.
Grazie, amici, a domani.
Mario


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