Oristano
26 Ottobre 2017
Cari amici,
La notizia che nei
giorni scorsi un bell’esemplare di Falco
della Regina è stato raccolto ferito, poi curato e rimesso in libertà, qui da noi in Sardegna,
mi dà grande gioia, oltre che spingermi a parlare con Voi di questo splendido
uccello che nella nostra Isola nidifica e si riproduce da tempi lontani. Prima però
di raccontarvi di questo bel salvataggio, per venire incontro a chi poco conosce questo volatile, ecco per Voi alcuni dati su questo
orgoglioso e colorato rapace.
Il Falco della Regina, il cui nome scientifico è Falco eleonorae Géné (in sardo Astòre, istòre, stori, falchìttu), è
oggi presente in Sardegna con una bella e numerosa colonia. L’attribuzione
scientifica di “Falco di Eleonora” ha voluto onorare proprio la Giudicessa della nostra terra: Eleonora d'Arborea. L'epiteto
specifico Eleonorae gli fu
infatti attribuito in Suo onore, che nella famosa "Carta de
Logu" dichiarò questo rapace specie protetta, vietando la caccia dei falchi adulti e
il prelievo dei nidiacei.
La bella livrea di questo
volatile presenta due colorazioni differenti: una chiara (la più frequente) e
una più scura. L'individuo adulto ha le parti superiori del corpo, testa, gola
e mustacchi di colore bruno, mentre il petto è marrone chiaro-rossastro, con
delle strie bruno scuro. L'iride dell'occhio è marrone, il becco è grigiastro,
mentre le ali hanno le penne remiganti grigie. La coda ha uno sfondo crema sul
quale spiccano delle barre brune; le zampe sono gialle. Gli individui più
giovani hanno la testa castana chiara e la gola color crema; le parti superiori
marrone chiaro, mentre quelle inferiori sono grigie con delle macchie brune.
L'iride dell’occhio del falco è scura e il becco grigio.
Il falco della Regina
non è solito costruire il necessario nido per la deposizione delle uova e la successiva custodia e cura dei piccoli, ma ricerca tra le falesie a strapiombo
sul mare delle cavità naturali della roccia; preferisce in particolare quelle dove è presente un
po’ di terriccio sabbioso, necessario per la sicura deposizione delle uova
(generalmente 2-3). La covata viene fatta da entrambi, maschio e femmina, anche
se la cura predominante è quella della femmina, in quanto il maschio ha il
compito di procurare il cibo. I piccoli nascono dopo un’incubazione di 30-35
giorni e iniziano a tentare i primi voli dopo circa un mese. Il compito dei
genitori però prosegue ancora per un certo periodo: il tempo di insegnare loro le
tecniche di volo (come sfruttare le correnti) e quelle necessarie per la
caccia.
Circa l’alimentazione, il
loro pasto oltre che essere costituito da insetti volanti (farfalle coleotteri,
libellule, etc.) comprende anche piccoli passeracei (oltre il passero comune,
averle, usignoli, etc.). Quest’ultimo tipo di caccia, però, per avere successo richiede un lavoro di gruppo, che viene svolto dai maschi della colonia. Il
“gruppo” si sposta in volo compatto verso il mare aperto, creando così una barriera
in grado di intercettare il flusso dei passeriformi in migrazione; una volta a contatto
fra di loro, i passeracei vengono attaccati e diversi esemplari diventano un
ricco pasto per i falchi cacciatori.
Per quanto riguarda il
suo habitat il falco della Regina è un volatile migrante; arriva nel
Mediterraneo a fine di Aprile, stabilendosi preferibilmente nelle zone montagnose dell'interno (come il nostro Supramonte), anche se non disdegna le zone umide e
costiere, sopratutto se con alte rocce a strapiomobo sul mare. Arrivato il periodo della riproduzione (Luglio-Ottobre), gli
individui si spostano verso le falesie a picco sul mare, dove si riuniscono in
colonie. Le falesie rappresentano ottimi siti di nidificazione per la presenza
di ampie fessure nella roccia.
Il falco della Regina è
ancora presente nei Paesi del bacino del Mediterraneo quali Grecia, Spagna,
Italia (Sicilia e Sardegna), Cipro, Turchia, Marocco, Tunisia e Algeria. In
questi territori soggiornano da Aprile fino all’Autunno, spostandosi poi in
Africa per svernare; luoghi preferiti: il Madagascar e la Tanzania. La nostra Isola
annovera una delle colonie più importanti del Mediterraneo (la più grande d’Italia),
distribuita tra il Golfo di Orosei, le isole di San Pietro e di Sant'Antioco.
La popolazione sarda è costituita da circa 500 coppie di falchi.
Il falco della Regina in passato, nella nostra Isola, è stato perseguitato con attività di bracconaggio per le
caccia alle uova e ai pulcini, destinati al collezionismo. Nel 1980 la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) costituì un gruppo di
volontari, che operò in particolare sull'isola di San Pietro, e che iniziò a
sorvegliare e proteggere la colonia dei falchi presente nell’Isola dai
bracconieri. Nel 1991 venne istituita l'Oasi LIPU di Carloforte dove i falchi
vengono protetti e controllati.
Tornando alla cronaca
di questi giorni, i Media hanno evidenziato con favore la liberazione, effettuata
dal personale del Corpo Forestale della Sardegna, di un bell'esemplare di "falco
della Regina. Il giovane falco è stato rimesso in libertà dopo le cure, lanciandolo
nuovamente in volo in una località chiamata Pedra Longa (Baunei). Era stato salvato lo scorso 6 Ottobre da uno
sportivo, istruttore di kajak, che, mentre si allenava tirando di pagaia nelle acque
del Golfo di Orosei, se lo ritrovò davanti, chiaramente in difficoltà.
L’uomo, con un gesto
nobile, dopo aver avvistato in acqua il falco, mentre cercava con estrema
difficoltà di alzarsi in volo senza riuscirci, lo ha occorso e adagiato
sull’imbarcazione. Dopo aver avvisato telefonicamente del ritrovamento, lo ha consegnato alle
strutture del Corpo Forestale che lo hanno preso in consegna. Il rapace
appariva denutrito, ma per fortuna non mostrava grandi traumi e fu affidato
subito alle cure del veterinario. Undici giorni dopo, perfettamente ristabilito, il
falco ha potuto riprendere a volare alto, liberato nei cieli della marina di Baunei.
Nuovamente libero, dopo una piccola indecisione, il giovane falco ha volteggiato
a lungo tra le falesie della costa di Baunei, dove ha trovato accoglienza presso l'importante colonia
di nidificazione formata da tanti altri suoi simili.
Cari amici, sono felice
di raccontarvi questa bella avventura, che non solo mi allieta e gratifica dal punto di
vista umano, ma mi convince sempre di più che la nostra terra è davvero
meravigliosa, oserei dire unica! La Sardegna è una terra che rappresenta un’oasi unica al mondo, dove si vive meglio e più a lungo, un paradiso che, sapientemente utilizzato, sarebbe in grado di creare lavoro e ricchezza, facendo
partecipi anche molti altri di questo benessere, attraverso un turismo di qualità. Noi spesso dimentichiamo il nostro grande potenziale, ignoriamo che possediamo le
condizioni migliori per sviluppare un flusso turistico di alta classe, che consentirebbe di fare vacanze
meravigliose, oserei dire davvero uniche! Se volessimo, la nostra terra ci darebbe
frutti e reddito in grande quantità!
A domani.
Mario
Pedra Longa, Baunei
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