Oristano
17 Aprile 2017
Cari amici,
Come ben sappiamo, l’uomo
ha sempre cercato di contrastare l’avanzare della vecchiaia, quel deperimento
lento ma costante che inizia subito dopo la nascita. Tanti sono stati nel tempo
i tentativi fatti, ma sempre con scarsi risultati. Ebbene, di recente alcuni
scienziati sono tornati prepotentemente sull’argomento, garantendo di avere,
finalmente, trovato la ‘chiave giusta’
per fermare l’avanzare dell’invecchiamento cellulare: insomma, praticamente arrivando a bloccare
lo scorrere del tempo. A sentire questi ricercatori, tra pochi mesi potrebbe
esse ‘pronta’ una pillola in grado di restituire la giovinezza; per ora è stata testata sui topi di laboratorio per passare poi ai test sull’uomo e verificarne l’efficacia.
Far restare il corpo umano più giovane (il più a
lungo possibile e in buone condizioni di salute), è l'obiettivo più importante che numerosi
scienziati si sono posti, e oggi per raggiungere questo traguardo diverse terapie anti-age sono in corso di
sperimentazione. L’ultima novità, probabilmente anche una delle più promettenti, è costituita da una pillola
particolare, recentemente sviluppata da un team internazionale coordinato dalla
Harvard Medical School che, già nei
prossimi 6 mesi, verrà testata sull’uomo presso il Brigham and Women's Hospital di Boston. Il medicinale, descritto
anche sulle pagine della prestigiosa rivista Science, agisce potenziando l'azione di una molecola naturalmente
presente nelle cellule e coinvolta nei meccanismi di riparazione del DNA: il coenzima NAD+.
Il farmaco per ora è
stato positivamente testato sui topi di laboratorio e gli scienziati hanno
rilevato che, somministrando ai roditori un precursore di NAD+ chiamato NMN, riuscivano
ad innescare una forte reazione negli specifici meccanismi di riparazione del DNA;
la reazione ottenuta era paragonabile a quella di mettere il “turbo” alle
cellule deputate alla riparazione. I risultati sono apparsi così favorevoli da
essere considerati a dir poco stupefacenti! I danni causati nelle cavie dal
normale invecchiamento cellulare, come anche quelli dovuti all’esposizione alle
radiazioni, dopo la cura risultavano completamente cancellati.
“Le cellule dei topi
anziani – ha spiegato il Prof. David Sinclair, coordinatore dello studio - sono diventate indistinguibili
da quelle dei topi giovani dopo appena una settimana di trattamento”.
Nel caso in cui gli effetti positivi riscontrati, venissero replicati senza
conseguenze anche sull’uomo, il farmaco potrebbe essere usato per esempio nei
bambini sopravvissuti al cancro, per prevenire l'insorgenza precoce di malattie
croniche, ma anche nei passeggeri dei voli intercontinentali e negli astronauti
destinati alle missioni spaziali di lunga durata, tutte categorie esposte a
forti dosi di radiazioni cosmiche.
La scoperta prima descritta,
però, non la sola in grado di promettere il ritrovamento di una seconda giovinezza. Sulle
pagine della testata Cell è stato infatti presentato un altro “elisir di lunga vita”, sviluppato
stavolta nei Paesi Bassi dalla Erasmus
University di Rotterdam. Il farmaco in questione stimolerebbe il
rinnovamento dei tessuti, inducendo al suicidio le cellule “anziane”, lasciando
intatte quelle normali e, soprattutto, senza causare effetti collaterali. La
molecola utilizzata è stata anch’essa per il momento testata solo sui topi che,
in tempi rapidissimi, hanno riconquistato una pelliccia folta e lucente, dei
reni più efficienti e uno sprint equiparabile a quello dei roditori più giovani.
Esperimenti entrambi interessanti, certamente positivi, se, come appare, potrebbero funzionare anche sull’uomo, nel caso si potessero escludere eventuali rischi di tossicità. In caso di test favorevole i
nuovi farmaci saranno impiegati nella cura delle diverse patologie derivanti
dall’invecchiamento, in quanto appare evidente che, in entrambi gli studi prima
riportati, quei medicinali sarebbero capaci
di azzerare i danni subiti dal DNA, riportando di fatto indietro le lancette
dell'orologio biologico. L’obiettivo, fino a pochi anni fa ritenuto irraggiungibile, sognato
solo nei film di fantascienza, sembra ora invece a portata di mano.
Cari amici, la ricerca
di una giovinezza sempre più duratura sembra interessare
un numero di persone sempre maggiore, e non solo per scopi estetici: è il benessere fisico
risultante quello che maggiormente attira, quello di continuare a vivere una
qualità di vita molto simile a quella dell'età giovanile. Grazie a questi
farmaci “anti age”, si potrebbero favorevolmente contrastare quei fenomeni di "invecchiamento cellulare" che portano l'organismo ad essere preda
di patologie anche molto serie (cancro, malattie neurodegenerative come il
morbo di Parkinson oppure l’Alzheimer). Ben venga dunque la ricerca che
riuscirà certamente a migliorare la vita dell’uomo.
Chiudo questa mia riflessione ribadendo anche a Voi il mio pensiero: l’elisir di eterna
giovinezza, credetemi, non è ancora alla portata dell’uomo e, forse mai lo
sarà. Ci hanno provato in tutti i tempi, ma la vita dell'uomo ha un principio ed una fine: Alfa e Omega. Inutile pensare all'immortalità! Su una cosa, però, concordo con gli scienziati: cercare di alleviare il peso dell’esistenza nell’età senile, credo
sia davvero utile e fruttuoso, un rimedio capace di rasserenare non poco il nostro vivere…
Grazie, amici, a
domani!
Mario
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