sabato, aprile 22, 2017

IL TEMIBILE PASSAGGIO DEL LAVORO DALL’UOMO AL ROBOT. IN BREVE TEMPO, SECONDO MCKINSEY, LE MACCHINE INTELLIGENTI SOSTITUIRANNO L’UOMO NEL 49% DEI LAVORI: IN AZIENDA, IN CASA, E IN PARTE ANCHE SOTTO LE LENZUOLA...



Oristano 22 Aprile 2017
Cari amici,
Che i robot stiano diventando sempre più “umani” possiamo constatarlo tutti i giorni: dalle fabbriche ai lavori domestici, la tecnologia fa passi da gigante. Ho già avuto modo, in diversi altri post, di trattare l’argomento e almeno due di questi voglio rammentarveli, ovviamente per chi ha voglia di andare a rivederli (http://amicomario.blogspot.it/2016/01/i-robot-al-lavoro-anche-in-ufficio.html) - entrambi del 2016 - e http://amicomario.blogspot.it/2016/09/robot-sempre-piu-umani-ora-sono-anche.html.
Secondo la società McKinsey (la McKinsey & amp; Company è una multinazionale di consulenza strategica e macchine, fondata nel 1926, con Sede negli USA a New York) in tempi relativamente brevi i robot intelligenti sostituiranno l’uomo nel 49% dei lavori. 
Per quanto possa apparire incredibile (fino a poco tempo fa quest’ipotesi non era contenuta nemmeno nei romanzi e nei film di fantascienza), l'intelligenza artificiale sta diventando una realtà tangibile che i più grandi esperti di tecnologia ed economia del mondo analizzano in continuazione. Motivo di preoccupazione soprattutto le possibili ricadute economiche e occupazionali di medio e lungo periodo, che cambieranno, forse in modo anche traumatico, l'attuale assetto del lavoro. I costanti progressi ottenuti nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica continuano a mettere sul mercato macchine in grado di sostituire l’uomo non solo in lavori di routine ma addirittura in lavori intellettuali.
Pensate per esempio all'organizzazione di uno studio legale, dove un robot-avvocato intelligente (un prototipo  l'ha costruito la IBM ed è chiamato Ross), è in grado di svolgere con precisione e velocità le ricerche necessarie per preparare i casi sul tappeto. Già impiegato felicemente nei grandi studi legali americani, è in grado di analizzare tutte le casistiche simili già discusse nei tribunali e di formulare gli argomenti da sostenere nel dibattito davanti alla corte. Insomma, qualcosa di straordinario per sicurezza e velocità di esecuzione. Il successo appare assicurato: Ross costa molto meno di un collega in carne ed ossa, non si ammala, non fa ferie né pause e non ha famiglia. Potrebbe presto rubare il posto a decine di giovani legali.
Immaginate ora il lavoro di un robot in un’altra professione: quella del giornalista. Questo lavoro necessita continuamente di dati, notizie e aggiornamenti, per cui già da tempo alcune grandi testate giornalistiche americane, come per esempio la Associated Press, hanno iniziato ad utilizzare Wordsmith, un algoritmo in grado di scrivere autonomamente. Da metà 2014 questa 'macchina pensante' ha già prodotto migliaia di articoli sulle trimestrali delle aziende americane quotate in borsa e su una serie di eventi sportivi. Ma la notizia più incredibile arriva dal Giappone dove lo scienziato Hiroshi Ishiguro ha presentato Otonaroid il primo conduttore di tg androide al mondo. Il robot ha fattezze umane ed è in grado di leggere notizie e addirittura interagire con gli esseri umani.
Se invece diamo uno sguardo al campo medico ci accorgiamo che anche i medici più seri e professionali iniziano a temere seriamente la concorrenza dei robot: tramite complessi algoritmi essi leggono perfettamente ecografie e risonanze magnetiche, e sono in grado di diagnosticare la presenza di tumori con maggiore accuratezza rispetto al medico-uomo. Passando poi al campo della chirurgia, il robot-chirurgo, risulta più preciso e affidabile degli uomini! Si, amici, l’ultimo fortino a cadere in campo medico è stato quello della chirurgia. Il robot Star (Smart Tissue Autonomous Robot) è in grado senza alcuna interazione umana di riconnettere due parti dell’intestino in modo migliore di quanto possano fare delle esperte mani umane. Le suture del robot, infatti, si sono rivelate più precise e durature di quanto un chirurgo in carne ed ossa avrebbe potuto mai fare.
Anche nei nostri spostamenti per lavoro (viaggi e alberghi) abbiamo già oggi a che fare con i robot. In Giappone hanno iniziato a funzionare due hotel gestiti quasi totalmente da robot umanoidi. Si chiamano entrambi 'Henn na Hotel', che in giapponese significa albergo evoluto. L’obiettivo è quello di far crescere il loro numero per ottenere la catena di alberghi più efficiente del mondo. 
Altro settore in veloce crescita è poi quello dei chatbot, macchine di sembianza umanoide dotate di intelligenza semantica, in grado di parlare in chat con gli interlocutori umani. Il loro campo d’azione iniziale è quello dell’assistenza ai clienti, ma le previsioni sono per un uso ben più ampio, e in poco tempo essi potranno sostituire gran parte degli operatori dei call center esistenti oggi. Sui social (Facebook e Messenger) se ne contano già a migliaia. Si va da quelli che forniscono informazioni sulle previsioni del tempo a quelli che offrono suggerimenti di cucina, solo per citare due esempi. Insomma, l'utilizzo dei robot nei più svariati campi sarà sempre più vasto, e raggiungerà campi finora mai nemmeno sognati. Volete un ultimo esempio? Eccolo.
Secondo le previsioni dei futuristi, già annunciate sul "Wall Street Journal", tra una quindicina d’anni al massimo faremo anche l'amore con i robot intelligenti! Si, robot umanoidi diventeranno “l’anima gemella” su misura, capace di soddisfare sia le esigenze dei cuori solitari che quelle degli amanti lontani che con la tecnologia potranno sentirsi più vicini.  Insomma, i robot rivoluzioneranno anche la nostra vita emotiva (ma soprattutto sessuale): mancherà solo il cuore, l'anima. Come ha spiegato sul Wall Street Journal Laura Berman, psicologa delle relazioni e professore di psichiatria e ostetricia all'Università di Chicago, “La previsione credibile, fatta dai futuristi, è che partner virtuali, romantici come Samantha nel film Her, saranno presto una realtà”.
Cari amici, credo che il problema, passando dalle possibili curiosità alla concreta realtà quotidiana, sia davvero serio e preoccupante. Visto nel medio-lungo periodo il problema potrebbe diventare drammatico: se lentamente ma inesorabilmente l’uomo verrà in gran parte sostituito dalle macchine, milioni se non miliardi di persone resteranno senza lavoro. Cosa farà questa immensa schiera di disoccupati? Si arriverà davvero, come molti ipotizzano, al “Reddito di Cittadinanza”? Il sistema capitalistico attuale, sempreché riesca a sopravvivere, sarà probabilmente costretto ad introdurre un sistema di remunerazione per chi non lavora, in modo che possa almeno campare. Ma come finanziare l'enorme esborso di danaro necessario? Una proposta l’ha fatta recentemente Bill Gates. Secondo il fondatore di Microsoft bisogna incominciare a pensare di tassare i robot. La proposta non ha convinto tutti, ma ha avuto almeno il merito di aver acceso il dibattito su quello che sarà il problema principale dell’umanità nei prossimi anni: in che modo sopravviverà l'uomo alle macchine intelligenti?
Il dilemma, credetemi, è serio, non è una semplice esercitazione di fantascienza….
A domani.
Mario

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