Oristano
27 Aprile 2017
Cari amici,
“Divide
et impera” (letteralmente «dividi e comanda») è una locuzione
latina tornata prepotentemente in auge anche ai nostri giorni e che può essere ben
utilizzata in tutti gli ambiti per ottenere il risultato. Spezzare o
dividere gli eventuali gruppi che si oppongono alla soluzione di un determinato
problema, è il marchingegno da sempre usato per sconfiggere i dissenzienti. In campo politico, poi, questa strategia risulta oltremodo
utilizzata, in quanto dividere le fazioni avversarie che tentano di conquistare
il potere è il modo migliore per controllarle e, di conseguenza, evitare che
esse vincano le elezioni.
Oristano, come
un po' tutti sappiamo, si sta preparando alle imminenti elezioni per il rinnovo del
Consiglio Comunale. I nefasti giochi di cui parlavo prima anche questa volta sono stati già da tempo messi in moto. A
parte la dichiarata partecipazione ufficiale alla competizione dei nuovi schieramenti civici, che fanno della
partecipazione alle elezioni una specie di baluardo, di bandiera (anche se
difficilmente la potranno issare “da
soli” sul pennone della “nave-Comune”), i due corposi raggruppamenti di Destra e di
Sinistra, che ambiscono entrambi alla guida della Città, continuano, come in
passato, con l’applicazione dei soliti distinguo, della nota tecnica divisoria, fatta di
personalismi e individualismi, che nulla hanno a che fare con la ricerca del
vero “bene comune” nell'interesse della città, ovvero con la
seria costituzione della squadra più adatta, capace di governare la città per i prossimi 5 anni.
Dopo la faticosa e
contestata legislatura precedente, dopo la rassegnata rinuncia a ricandidarsi
del Sindaco Guido Tendas, in un primo tempo sembrava che il sereno fosse
ritornato nella casa comune della coalizione di
sinistra, ma così non è stato; nuovi venti di egoistico individualismo sono
spirati nuovamente forti e al momento la coesione sembra lontana e la soluzione
sempre più difficile da trovare. Anche lo schieramento opposto, quello del centro destra, non appare coeso
e sereno: troppi nomi messi sul tappeto per indicare il candidato sindaco, in
quanto nessuno sembra disponibile a dare credito ad un rappresentante che non sia
del proprio partito!
Nel “mare magnum” della discordia, le
divisioni anziché abbassare la guardia tengono banco e sarà difficile trovare
in tempi brevi la giusta soluzione, dove la necessaria coesione ed un serio programma di
legislatura rappresentino i punti focali da portare avanti, anziché radicalizzarsi sul nome
di Tizio anziché di Caio, nella sperimentata ottica del divide.
Beppe Meloni, navigato
giornalista e profondo conoscitore della nostra Oristano, ha di recente fatto
un'attenta riflessione su questo spinoso argomento, che voglio riportare per intero alla
Vostra attenzione. Credo che sia più incisiva della mia riflessione precedente.
Leggetela.
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“Oristano, l’area
vasta, le elezioni e quel futuro tutto da disegnare”.
di Beppe Meloni
(Pubblicato da Redazione OR il 21 Aprile 2017)
Non passa, in extremis, la modifica dello stemma e del Gonfalone della
città, e il sindaco Tendas incassa un altro brutto stop nell’ultima riunione
del consiglio comunale a Palazzo degli Scolopi. L’ennesimo scivolone, l’ultimo
della serie, che poteva e doveva essere risparmiato alla città incolpevole. Un
errore marchiano, nei modi e nella tempistica, come giustamente ha sottolineato
un esperto della materia, Giampaolo Mele, docente dell’ateneo sassarese e
direttore scientifico dell’ISTAR, Istituto di Storia Arborense.
Ancora una volta, e sino alla fine di una Conciliatura tormentata, ha
finito per prevalere la strategia “dell’uomo solo al comando”, che non ha mai
pagato, confondendo spesso volutamente o meno, la gestione di un Comune con
quella di una Scuola. Entità completamente diverse tra loro, che non si devono
e non si possono confondere. I fatti, ancora una volta, si sono incaricati di
dimostrarlo. A tutto ciò va aggiunta una scarsa collaborazione del Sindaco con
gli organismi politici del Partito Democratico, che resta pur sempre il suo
Partito di riferimento nella città capoluogo. Perché l’assurdo di questo
consuntivo nel “mare magnum” dell’inconcludenza della politica locale è che la
giunta Tendas porta a casa risultati apprezzabili: IVI Petrolifera di Torre Grande,
riqualificazione di Oristano EST, impulso verso l’edilizia popolare, assistenza
sociale, la circonvallazione EST-OVEST, sono iniziative di tutto rispetto che
possono garantire passi avanti alla città capoluogo e all’area vasta che la
circonda.
Molto difficile, quasi impossibile fare pronostici in una campagna
elettorale aperta quasi in sordina, e dove gli accordi a destra e a sinistra,
con l’incognita “Cinquestelle” per la prima volta sulla scena, stentano a
decollare. Mentre ha preso il largo l’associazione “Oristano e oltre”, che non
intende limitarsi a specifiche osservazioni sui programmi delle singole liste,
ma presenta idee-forza organiche e coerenti, che possano rappresentare le
premesse per un organico progetto di sviluppo della città”. E adesso per finire
occhio al “Partito dei Sardi”, dell’assessore Maninchedda, attivo e presente
nell’Oristanese, ormai un “dominus” sulla scena politica regionale, che dopo
aver espugnato la sanità oristanese si appresta a diventare arbitro della
prossima partita elettorale comunale, piazzando nei settori più delicati uomini
e pedine.
Niente di nuovo sotto il sole. La storia puntualmente si ripete.
Oristano come nel passato terra di conquista. Macomer e la Planargia premono
alle porte della città e dell’area vasta. Ci sarà qualcuno che apra finalmente
gli occhi a questa città pigra, sonnolenta e talvolta un po’ distratta,
incapace di disegnare il proprio futuro?
BEPPE MELONI
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Cari amici, ritengo di
non dover aggiungere altro: ognuno di noi faccia bene la sua riflessione…ne va del
futuro della città per i prossimi 5 anni!
A domani.
Mario
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