Oristano 30 Aprile 2017
Cari amici,
Ho già avuto modo di
parlare della continua invasione delle “specie
aliene” che, rompendo il millenario equilibrio naturale, vengono
trapiantate in habitat diversi da quello originario, sconvolgendo il precedente
status consolidato. Nel mio post recente, datato 28 Gennaio di quest’anno (per
rivedere il post ecco il link: http://amicomario.blogspot.it/2017/01/ecosistemi-ed-equilibrio-linvasione.html),
ho parlato a lungo delle specie aliene, considerato che anche prendendo in considerazione gli ultimi tempi
solo in Italia le specie invasive provenienti da diverse altre parti del mondo
sono state oltre tremila.
Ebbene, nel post di oggi voglio parlarvi specificatamente di una specie di coccinelle, le coccinelle ‘Arlecchino’, una variante che si è rivelata particolarmente pericolosa,
in quanto potrebbe ridurre in modo drastico il numero di quelle benefiche locali (quelle con i 7 puntini rossi), da
noi utilizzate felicemente per la naturale lotta biologica. Le coccinelle ‘Arlecchino’ sono abbastanza somiglianti a quelle
nostrane, in quanto presentano un manto prevalentemente nero con delle grandi
macchie rossastre (quattro) che vanno dal centro del dorso verso l’addome, anche se più grandi.
Il nome scientifico di
questa specie, che rischia di mettere in pericolo quelle autoctone, è Harmonia axyridis, un insetto della
famiglia dei coccinellidi. Lo sviluppo dell’insetto avviene attraverso quattro
stadi larvali in circa 25 giorni. Le larve allo stadio iniziale riescono a
nutrirsi con circa 100 afidi al giorno. In un anno l’insetto riesce a compiere al
massimo due generazioni. Le femmine depongono le loro uova in prossimità delle
colonie di afidi quindi su moltissime tipologie di piante. Una femmina adulta
riesce a deporre dalle 2500 alle 3500 uova in funzione del clima e della
disponibilità di prede. Lo svernamento avviene allo stadio di adulto in genere
tra la corteccia di alberi e arbusti, oppure
all’interno delle intercapedini delle abitazioni recando fastidio e talvolta
anche danno estetico.
Le coccinelle
Arlecchino sono una specie particolarmente aggressiva (sono note anche perché
mangiano le rivali), più grande di quella europea e, soprattutto, portatrice di
tossine molto forti, di grande pericolosità. Nel 2004, per esempio, quando sono
arrivate in Gran Bretagna, le specie locali sono calate (divorate) fino a
rappresentare solo il 30% della popolazione complessiva, annientate dalla nuovo
invasiva coccinella. “Di per sé, l’Arlecchina è una specie
predatrice, che sta avendo un effetto dannoso sulle specie natie dell’Europa”, ha
affermato il Dottor Peter Brown dell’Anglia Ruskin University di Cambridge.
Come anticipato prima le
vittime dell’Harmonia axyridis sono per lo più afidi e cocciniglie, anche se si
nutre di altri tipi di insetti tra cui neurotteri, ditteri, sifiridi e larve di
coccinella. Tuttavia non è consigliabile l’uso di questo insetto per il
controllo di parassiti. Esso infatti può essere dannoso per i vitigni (si
insedia all’interno dei grappoli), creando seri problemi sulla qualità del vino
successivamente prodotto; inoltre, essendo particolarmente vorace, la
arlecchino tende ad eliminare specie native di coleotteri, sostituendosi ad
essi. La diffusione di questo insetto è stata molto rapida in Europa, piuttosto
ampia durante gli ultimi decenni. In Italia si registrano presenze dal Nord al Sud:
la prima apparizione nel nostro Paese data a partire dal 1995.
Cari amici, le
coccinelle nostrane sono state da sempre benvenute e considerate utili: amate dai nostri bambini
per i loro colori accesi, e dei giardinieri per la loro passione per gli afidi
(i pidocchi delle piante) e altri insetti nocivi. La nostra coccinella, però, è
la Coccinella septempunctata, quella
rossa a sette puntini, ma purtroppo questa specie non è l’unica al mondo: ne esistono infatti
ben 5.000, e non tutte sono molto sicure e tranquille come la nostra. Quella di casa nostra, la coccinella
a sette punti, è ritenuta un predatore così eccellente e gli afidi una calamità così
grave che a partire dagli anni ’70 del secolo scorso fu esportata negli
Stati Uniti, richiesta dai coltivatori di soia, piselli, noci pecan e simili, raggiungendo
risultati eccellenti.
Gli americani, però, non
contenti della nostra coccinella a sette punti nel 1988 introdussero nel loro
territorio anche un’altra coccinella, proprio la Harmonia axyridis, originaria delle
steppe centrali dell’Asia; il risultato fu che ora le originarie coccinelle
americane e quelle europee successivamente introdotte, sono state drasticamente
ridimensionate dalle coccinelle asiatiche.
Anche l’Europa fece
successivamente lo stesso tragico errore, pur avendo la pre-esistente coccinella
originaria, quella a sette punti, le caratteristiche di ottimo elemento
di lotta biologica. Fin dal 1995, in Francia, Belgio e Olanda la specie Arlecchino è stata
liberamente in commercio, ampliando la sua presenza e diffusione in almeno altri
nove Paesi europei. Il risultato è stato un disastro: oggi questa aggressiva
specie asiatica è considerata un vero flagello, in quanto capace di diffondersi
rapidamente in tutto il mondo. Al momento il suo areale va dalla Danimarca alla
Francia meridionale e dalla Gran Bretagna alla Repubblica Ceca, il che pone in
serio rischio la sopravvivenza delle specie autoctone, molto meno
competitive della Arlecchino.
Cari amici, come dicevo
prima, la modifica da parte dell’uomo dell’equilibrio naturale è sempre un
danno: non importa se immediato oppure di medio-lungo periodo. Anche in questo, come in altri casi, il “trapianto” di coccinelle di altre specie, provenienti da aree lontane dove vigono equilibri diversi, è riuscito a turbare in modo disastroso il consolidato precedente
status armonioso creato dalla natura. Credo che in futuro l’uomo debba essere più attento e responsabile: insomma, deve smettere
di giocare a fare il Dio creatore…
Preservare l'rquilibrio naturale è un nostro dovere primario, se vogliamo lasciare in buone condizioni questo mondo alle nuove generazioni.
Preservare l'rquilibrio naturale è un nostro dovere primario, se vogliamo lasciare in buone condizioni questo mondo alle nuove generazioni.
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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