Oristano
30 Gennaio 2015
Cari amici,
forse per noi non sarà “pane
quotidiano”, un valido strumento per la nostra generazione, ma in futuro sarà
praticamente molto più difficile dare dello “stupido” ad una persona che, a
nostro avviso, appare poco intelligente”. Di cosa stiamo parlando? Di una
recente ricerca della Stanford University americana, che ha scoperto un modo
per renderci più intelligenti, riportando indietro il nostro cervello ad uno
stato 'di plasticità' infantile. Gli scienziati manipolando la PirB, una proteina presente nel
cervello degli animali (ma anche nel cervello umano), deputata a stabilizzare
le connessioni neurali, ma anche ad ostacolare la capacità di apprendere nuove
competenze, si sono resi conto che era possibile alterare la “funzione normale
del recettore”, permettendo al cervello di fare connessioni ben più rapide.
Insomma, era possibile accelerare il processo cognitivo, quasi mettendo “il
turbo”, consentendo quindi al cervello di diventare più “Smart”!
Certo, per ora si
tratta solo di un lavoro sperimentale, condotto sugli animali, ma il team della
Stanford University, guidato dalla Dottoressa Carla Shatz, ha scoperto - come riferisce 'The Independent' - che i soggetti in esperimento erano più abili
ad adattarsi a una serie di compiti nuovi, come usare un solo occhio se l'altro
veniva bendato, rispetto agli animali normali. Inoltre, manipolando la proteina,
almeno una parte del cervello diventava più sensibile e capace di recuperare
più facilmente dopo aver subito delle lesioni, o addirittura imparare cose nuove,
diventando quindi più performante.
In sostanza,
modificando la funzione originaria della proteina, è stato possibile rendere il
soggetto più intelligente! La molecola chiave, la PirB, è presente anche negli esseri umani, con la stessa funzione
di stabilizzare le connessioni neurali, quindi è risultato possibile estendere
l’esperimento anche all’uomo. Gli esperimenti sono già iniziati, attraverso una
manipolazione fatta con l'ingegneria genetica, oppure con l’uso di principi
attivi specifici contenuti in determinati farmaci. L’interessante studio,
pubblicato su 'Neomatica', è risultato importante non solo per le sue possibili
implicazioni terapeutiche (precedenti esperimenti avevano già dimostrato che la
versione umana della proteina PirB, può svolgere un ruolo importante nella
malattia di Alzheimer), ma anche per il sicuro miglioramento della funzione
cognitiva in soggetti sani.
Cari amici, quello che
fino a poco tempo fa poteva essere considerato solo un film di fantascienza ora
è diventato realtà! La 'smart pill', come
è stato definito il farmaco che interviene sulla PirB, è davvero capace di
renderci più intelligenti, pillola simile a quella che aveva stregato Bradley
Cooper nel film 'Limitless', dove il
protagonista, il romanziere Eddie Mora, che doveva scrivere un nuovo libro ma si
trovava in un momento di “blocco creativo” (amplificato dal fatto che la sua
fidanzata lo aveva lasciato), viene a conoscenza di una pillola capace di
aumentare le sue potenzialità e, trovatala, riesce a dare alla sua vita una
svolta decisiva.
Ebbene, cari amici, presto
questa situazione fantasiosa immaginata nel film potrebbe tramutarsi in realtà,
come gli scienziati assicurano. Le nuove prodigiose Smart Pill, una volta
ingerite, conterrebbero delle informazioni tali per il nostro organismo che
-una volta arrivate nel sangue- sarebbero poi lette dal cervello tramite un
particolare meccanismo, modificando lo stato precedente. I ricercatori della
Stanford University mirano a commercializzare a breve questa pillola, capace di
renderci più pronti e intelligenti, anche se al momento mancano ancora molte
certezze, trattandosi di un lavoro sperimentale condotto solo sugli animali.
Gli studiosi, però, sono molto ottimisti.
Ironicamente potremmo
affermare che se in passato potevamo canticchiare “basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, oggi, con o senza
zucchero, possiamo mandare giù la super-pillola e diventare più intelligenti,
potenziando le nostre attività cerebrali! Nicholas Negroponte, l’informatico
statunitense noto al pubblico per i suoi studi approfonditi nel campo delle interfacce
tra uomo e computer, fondatore tra l’altro del Media Lab, è convinto che anche
l’uomo come i moderni super computer, potrà in futuro essere manipolato,
creandogli una super memoria sempre più capace e veloce. Il
mondo della scienza, però, resta in parte ancora abbastanza scettico ed è inutile
evidenziare come, davanti alle teorie di Negroponte, ci siano sia gruppi favorevoli
che contrari.
“Al di là della
fattibilità, ciò che è interessante di questa affermazione è l’immagine che
Negroponte ha dell’essere umano”, commenta Daniela Cerqui, antropologa, docente e
ricercatore presso l’Università di Losanna. Un’immagine di questo tipo, infatti,
assimila totalmente il cervello umano a quello delle macchine, dei computer. Ma
c’è di più. Queste pillole intelligenti sarebbero in grado anche di registrare
il minimo cambiamento nel nostro organismo, candidandosi a diventare dei veri e
propri strumenti medici per rilevare le attività del nostro organismo,
memorizzandone qualunque cambiamento.
Cari amici, che il
futuro ci riserverà non poche sorprese, io ne sono certo. Tuttavia, pensare al
nostro cervello come ad una macchina, comandabile attraverso interventi esterni
(pillole o diavolerie di questo genere), certamente mi spaventa non poco. E’
qualcosa che mi fa pensare a quel fantascientifico “Grande Fratello”, che, modificando lentamente ma inesorabilmente
la mente degli uomini, li trasformava in perenni schiavi al suo servizio. Un
po’ come la maga Circe con Ulisse e i suoi compagni!
Ciao, amici, a domani.
Mario
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