Oristano
2 Gennaio 2015
Cari amici,
argomento pruriginoso
questo di oggi che praticamente inizia le mie riflessioni del 2015, dopo il
saluto e l’augurio a tutti Voi per il Nuovo Anno! Il fulcro del ragionamento odierno
è l’amore, quella forza straordinaria che, pur nelle sue mille variabili,
condiziona e dà valore alla vita dell’uomo. Millenni di unioni, spesso
diversissime e condizionate, hanno certamente messo in luce che lo “stare insieme” di un uomo con una
donna, quando questo avviene in piena libertà, è condizionato e influenzato da
non poche variabili. Tra le principali possiamo sicuramente prenderne in
considerazione due: l’affinità tra i due partner ed il suo opposto: la
diversità. In poche parole potremo continuare a fare e a farci questa difficile
domanda, da tempo è inclusa in diversi proverbi: “Chi si somiglia si piglia? Oppure sono gli opposti ad attrarsi”?
Proviamo anche noi a ragionarci sopra.
Secondo un antico e noto
proverbio “Gli opposti si attraggono”! Ma
sarà proprio così? La cultura popolare, lo sappiamo, è ricca di saggi proverbi
che, per la loro incisività, rappresentano la saggezza maturata negli anni, ma
non è detto che conducano sempre alla verità.
E’ pur vero che le leggi della fisica dimostrano che in natura due forze
di segno opposto si attraggono reciprocamente, e, di riflesso, questo potrebbe
influenzare anche il comportamento di due persone, entrambe affascinate da qualcosa
che, singolarmente nessuna di esse possiede, ma che ammira nell’altra. Tutto
questo è in grado di generare grandi emozioni, dando vita a passioni anche molto
travolgenti che però, nella maggior parte dei casi, sono destinate a bruciarsi
con la stessa rapidità con cui sono divampate.
A fare da contraltare
al detto prima ricordato, un altro proverbio, sempre di matrice popolare, afferma, invece, che “Chi si somiglia si piglia”! A quale dei due proverbi dare, dunque,
ragione? Sui due opposti ragionamenti gli scienziati ci hanno studiato non
poco, arrivando a conclusioni, però, molto diverse. Un gruppo di ricercatori
della Michigan University ha condotto di recente uno studio prendendo in esame
1.296 coppie, i cui dati sono stati ricavati da un’interessante indagine del
Minnesota Center for Twin and Family Research. Analizzando i soggetti e i
tratti della personalità dei partner da loro coinvolti, è emerso che nella
grande maggioranza dei casi il compagno di vita veniva scelto sulla base di “caratteristiche comuni”. In altre
parole il gruppo esaminato tendeva a costruire relazioni stabili quando il
partner condivideva le proprie affinità, si incrociavano “elementi di somiglianza”
che rendevano positivo il rapporto.
Anche uno studio
condotto dall’University of Colorado e pubblicata su Proocedings of the
National Academy of Sciences, ha dimostrato che si tende a sposare chi ha un
patrimonio genetico simile al proprio. Il patrimonio genetico influisce, eccome,
nella scelta del partner per la vita! Sfatando quindi una delle ricorrenti
supposizioni, che vuole che ad attrarsi siano gli opposti, nelle relazioni stabili si dimostra che a
influire maggiormente sulla bontà del rapporto sono più le cose che si hanno in
comune che le diversità.
Cari amici, i due detti
popolari prima riportati sono sicuramente da considerarsi vere “pillole di saggezza” sui rapporti di
coppia; essi riportano due concetti opposti, ma entrambi ben utili, per
comprendere la variegata realtà delle coppie: come si scelgono e perché si
lasciano. Non sempre è facile capire come le coppie si
assortiscono: a volte il partner ideale sembra dover avere molto in comune con
noi, altre volte, invece, posizioni e comportamenti del tutto opposti! A
prescindere da quanto dicono le statistiche, tuttavia, ogni storia d’amore, ha
una propria verità: forse troppo grande per poter essere codificata e riportata
su binari uguali, senza variabili.
Sintetizzando quanto
finora detto possiamo sicuramente dire che certamente siamo attratti da chi
condivide i nostri valori di fondo, anche se nel contempo ci attrae non poco
quel qualcosa che noi non abbiamo. Nella grande maggioranza delle relazioni,
fermo il gradimento per gli ideali comuni dei due partner che consentono di
condurre stili di vita comuni, spesso le coppie migliori sono quelle in cui uno
è creativo, fantasioso, sognatore e l’altro, invece, è concreto, realistico,
con i piedi sempre ben piantati a terra. Perché così ci si completa! Uno è il
palloncino, l’altro la cordicella che lo tiene ancorato. Due cordicelle
sarebbero una noia. E due palloncini volerebbero irrimediabilmente via.
Concludendo si può
certamente affermare che l'aspetto positivo dell'essere complementari, cioè affini ma
non uguali, dà alla coppia la meravigliosa sensazione di completarsi. Lei è
nervosa, lui calmo e pacato? Meglio, eviteranno grandi litigate!
Lei è
chiacchierona, lui un buon ascoltatore? Perfetto! Lei iperattiva, lui pigro? Si
sapranno distribuire i compiti per la gestione domestica in tutta naturalezza.
Si sa che due persone molto simili tendono a scontrarsi, mentre chi sta agli
opposti caratteriali non ne ha motivo. Insomma “essere fatti
l'uno per l'altra” significa non essere due metà uguali, ma due metà affini,
capaci di completarsi.
Cari
amici, quale dunque dei due proverbi vince la sfida?
Forse nessuno, perché una terza ipotesi è in grado di farsi largo.
Osservando
le coppie durature, quelle felicemente insieme da tanti anni, si percepisce che la verità sta nel mezzo.
In
linea di massima la coppia ideale è formata da due persone diverse,
complementari nel carattere, ma unite dagli stessi interessi. In una relazione
d'amore solida, unisce la condivisione dei principi, gli ideali, il modo di
percepire la vita. Ma anche gli sprazzi di diversità uniscono. Due persone
possono avere le stesse idee su un concetto, ma uno le urla, l'altro le
sussurra. E forse è proprio qui che sta il trucco di un amore duraturo e
felice...!
Grazie
amici, e ancora un grande augurio di Buon Anno!
Mario
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