Oristano
19 Gennaio 2015
Cari amici,
dopo i grandi cenoni,
le abbuffate e gli stravizi di questo fine anno, per molti di noi è necessario correre
ai ripari: mettersi con costanza a dieta. Forse, a ben pensare, c’era qualche
necessità anche prima, ma ora è veramente arrivato il momento di provvedere. Mi
sono cimentato altre volte in questa grande fatica di cercare di buttare giù i
chili di troppo, ma spesso, nonostante le migliori intenzioni, le rinunce e il
contenimento della fame, i risultati per me non sono stati dei migliori. In
questi casi sorge spontanea una domanda: perché quella dieta bilanciata,
suggerita e garantita dal medico, non dava, come auspicato, i suoi risultati? I
motivi pare siano molteplici.
Le impietose statistiche
stilate dagli esperti hanno messo in luce che, indicativamente, solo il 15%
delle diete raggiunge davvero gli obiettivi sperati. Nel restante 85% i
soggetti che con grande volontà e spirito di sacrificio avevano intrapreso questa
strada abbandonano il percorso iniziato, il pesante sacrificio, tornando
sconsolati alle vecchie abitudini. Anche il ritorno dal medico-dietologo non porta
a seri ripensamenti e a riprendere, in quanto anche il medico non è in grado di
garantire, in una ulteriore prova, il successo.
A questo punto ci si
interroga sul motivo di tale grande percentuale di insuccessi. Perché ci si
domanda? Per quali motivi, nonostante il cambio di abitudini alimentari non si
riesce nell’intento? Spesso, è stato accertato, per una serie di motivi tutto
sommato anche banali! Quali, direte Voi? Eccone almeno 7, tra quelli rilevati
con più frequenza.
1. Il primo, uno dei
motivi fondamentali, è che chi si mette a dieta “deve rinunciare alle cose che più gli piacciono”. Questa
“rinuncia”, se misurata sul breve termine, è anche un sacrificio fattibile. Ma a
lungo andare, dover dire sempre di no a pizza, gelato e cioccolato, senza mai
concedersi uno strappo alla regola, alla fine porta a pesanti sensi di colpa e
frustrazione che portano il soggetto, anche se a malincuore, a rinunciare.
2. Fare la dieta nel caos giornaliero della “quotidianità” non è né
semplice né facile. Pensare di
applicarla mangiando fuori casa, nei fast food, o nelle mense aziendali, non è
sempre possibile, anzi risulta di grande difficoltà. A casa è già diverso: in
frigo o nella dispensa, troviamo solo le
cose che ci sono state prescritte, nient’altro! E’ il mangiare fuori casa, dove
non ci sono spesso piatti e pietanze
alternative da sostituire, che ci impedisce il rispetto della dieta.
3. Essere costantemente costretti a mangiare le cose che non piacciono.
Qualunque dieta, anche la più vicina ai nostri gusti, non soddisfa il nostro
bisogno “forte” di alcuni alimenti tassativamente proibiti. Anche il nutrizionista
e dietologo più bravo, cercando di adattare al massimo il piano nutrizionale previsto
ai gusti dei propri pazienti non è in grado fare miracoli!
4. La dieta programmata, qualunque essa sia, sarà certamente meno
nutriente di quella precedente. Certo, una diminuzione di calorie nel breve
termine porta ad un primo calo di peso e a un leggero dimagrimento, ma pensare
di farlo con costanza è arduo e parecchio in salita! Il nostro organismo ha
necessità di variare in continuazione gli alimenti che usiamo per nutrirci e,
spesso, le diete, pur nel loro delicato equilibrio, non riescono a soddisfare i
nostri bisogni e i nostri desideri, con la conseguenza di crearci motivi di
depressione e di non farci sentire bene, energici, in una parola “in forma”
come vorremmo.
5. Spesso le diete consigliate sono definite “estreme”. I famosi 7
chili in 7 giorni, abbastanza diffuse, non sono una vera e propria dieta e
nemmeno un miracolo, ma qualcosa di non sostenibile a lungo termine. E queste
diete sprint hanno spesso l’unica conseguenza dell’effetto rimbalzo: raggiunto
l’effimero obiettivo si torna presto al peso precedente e spesso anche lo si
supera.
6. Quando ci si mette a dieta spesso si è sempre affamati. E la fame,
come ben sappiamo, genera frustrazione, con la conseguenza che, prima o poi, si
abbandona la dieta. Un buon programma nutrizionale dovrebbe essere in grado di
soddisfare la fame, tenendo sotto controllo la quantità di calorie, anche
prevedendo 3 pasti e uno o due spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio.
7. Essere a dieta significa “contare” in continuazione le calorie. Certo,
è pur vero che oggi anche sulle confezioni alimentari sono riportate le
calorie, ma dover ogni volta, mentalmente o con la calcolatrice, fare la somma
per non superare lo standard calorico necessario crea ansia e stress! E lo
stress, a lungo andare, induce a mollare, vanificando quanto messo in atto in
precedenza.
Cari amici, questi i 7
motivi più rappresentativi delle difficoltà che ciascuno di noi incontra nel
prendere “sul serio” una dieta per tornare, o almeno avvicinarsi, al peso
forma. Se è pur vero che mangiare è una necessità, farlo è anche un vero e
proprio piacere! Togliere questo piacere significa, davvero, vanificare uno dei
più grandi piaceri dell’uomo: quello della tavola!
A domani.
Mario
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