Oristano
6 Gennaio 2015
Cari amici,
oggi cade la ricorrenza
della Befana. Agli inizi della notte appena trascorsa, prima di andare a letto, tanti
bambini hanno appeso al camino o alla finestra della loro cameretta la calza
che, proprio la Befana, avrebbe dovuto riempire con i suoi doni. Questa grande
festa tanto attesa dai bambini ha origini antichissime, che si perdono nella
notte dei tempi.
I festeggiamenti riservati
a questa figura (simbolo della natura che al termine del suo ciclo, stanca e avvizzita,
si prepara a risorgere) facevano sicuramente parte di quei rituali propiziatori
pagani, risalenti al X-VI secolo a.C., riferiti ai cicli stagionali legati
all'agricoltura. Terminata la fase relativa al raccolto dell'anno da poco terminato
ci si predisponeva alla “rinascita”, quando i campi, dopo la pausa dormiente,
si preparavano al risveglio.
Gli antichi Romani
ereditarono tali riti associandoli al loro calendario, celebrando così con essi
la fine dell'anno solare. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, infatti,
si celebrava la morte e la rinascita della natura, proprio attraverso l’esecuzione
di questi magici riti. I Romani credevano che in queste dodici notti, il cui
numero avrebbe rappresentato i dodici mesi dell'innovativo calendario romano,
nel suo passaggio da prettamente lunare a lunisolare. I riti propiziatori si esplicavano
con l’utilizzo di figure femminili, rappresentanti la natura, che volano sui
campi coltivati per propiziare la fertilità dei futuri raccolti; da queste
figure discende l’attuale mito della “Befana volante".
Secondo alcune antiche fonti,
tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo
legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altre fu
associata a una divinità minore chiamata Sàtia (dea della sazietà), oppure
Abùndia (dea dell'abbondanza). Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con una
antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore degli dei
Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine "strenna"), festa
durante la quale era d’uso scambiarsi dei regali in segno augurale.
Con il diffondersi del
Cristianesimo, già a partire dal IV secolo d.C., la Chiesa di Roma cominciò a
condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole frutto di influenze
sataniche. Questa presa di posizione diede origine ad una figura della Befana
poco benevola, che, nel Basso Medioevo, venne identificata e trasformata in una
strega. Non a caso, fu rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che,
da rappresentazione della purificazione delle case (e delle anime) in
previsione della rinascita della stagione, fu successivamente ritenuto
strumento di stregoneria.
Anche l'aspetto “prettamente
da vecchia”, costituisce la raffigurazione simbolica dell'anno vecchio: una
volta concluso, venuto a termine, lo si può bruciare, così come accadeva in
molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare dei fantocci,
vestiti di abiti logori, all'inizio dell'anno (in Sardegna, ad Arborea, la
tradizione veneta applica ancora il rito de “Brusa la vecia”).
Inizialmente condannata
quindi dalla Chiesa, l'antica figura pagana femminile fu successivamente assorbita
gradualmente nel Cattolicesimo, come una sorta di dualismo tra il bene e il
male. Lo stesso termine Befana altro non è che la corruzione lessicale di Epifania, termine derivato dal greco
”Epifaneia”, cioè “manifestazione”, “illuminazione”, che si riferisce al primo manifestarsi
dell’umanità e divinità di Gesù Cristo ai Re Magi, dieci giorni dopo la sua
nascita. Già nel periodo del teologo Epifanio di Salamina, la ricorrenza
dell'Epifania fu proposta alla data della dodicesima notte dopo il Natale,
assorbendo così l'antica simbologia numerica pagana legata al solstizio.
La tradizione, dunque,
lega la Befana anche ai più famosi Re Magi. Secondo una versione
"cristianizzata" di una leggenda risalente intorno al XII secolo, i
Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a
trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le
loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non
uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con
loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli,
senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino,
donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi
fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti
i bambini, per farsi perdonare.
Anche la scelta della
calza, dove la Befana depone i suoi doni, ha antiche origini legate alla
civiltà contadina. La calza, infatti, inizialmente di lana e poi anche di altri
materiali, essendo l’indumento utilizzato dai contadini per affrontare i lavori
e i viaggi durante l'inverno, simboleggia l'inizio del cammino verso il nuovo
anno. I doni e la calza, dunque, assumono un valore propiziatorio per il nuovo
anno. Il significato del carbone, o anche della cenere, inserito dentro la
calza, riporta all’antico simbolico rituale dei falò; anche oggi, inserito
nelle calze dei bambini insieme ai dolci, il carbone assume il significato del
rinnovamento, non solo stagionale ma anche interiore; nei bambini risulta utile
per ammonire chi non ha avuto un comportamento esemplare nell’anno appena
trascorso.
Cari amici, la Befana
dunque, nel rispetto della tradizione, continua ad essere la rappresentazione
femminile dell'anno vecchio appena terminato, pronta a sacrificarsi per far
rinascere un nuovo anno, e propiziarci un nuovo periodo di prosperità.
Significato rappresentato dai doni che essa porta ai numerosi bambini che la
attendono. I bambini buoni riceveranno i dolcetti e qualche
regalino, mentre quelli cattivi solo il temutissimo carbone, a simboleggiare le
malefatte dell'anno passato. Il potere psicologico della Befana sui bambini è ancora
molto forte ed i suoi aspetti pedagogici ancora validi e da non trascurare.
A me quest’anno la
Befana ha portato poche caramelle e molto carbone…
Dopo avervi riportato
questa lunga storia….non mi resta che augurarvi “Buona Befana a tutti Voi!
Ciao, a domani.
Mario
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