Oristano
11 Gennaio 2015
Cari amici,
che il nostro pianeta
sia stato molto diverso in passato credo che ormai sia convinzione di tutti.
Certo, però, che immaginare l’Antartide, che noi conosciamo coperto totalmente da una grande coltre di ghiaccio, fosse coperto, invece, da una gigantesca foresta,
credo che non sia una cosa semplice, anzi difficile anche da sognare! Eppure pare
proprio che 250 milioni di anni fa, tutto questo fosse proprio vero.
A scoprire una grande
foresta fossile tra i ghiacci antartici è stato un gruppo di ricerca dell'Università
di Siena, quello che fa capo al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra). I ricercatori italiani hanno
scoperto i tronchi fossili sul rilievo chiamato Allan Hills, al confine con il
plateau antartico orientale. I numerosi tronchi rinvenuti, quasi
tutti allineati e molti dei quali carbonizzati, rappresentano quello che resta
di una grande foresta esistita in Antartide all'incirca 250 milioni di anni fa,
in pieno Triassico.
"Molti erano carbonizzati
sul lato esposto in superficie, ed inoltre erano tutti allineati'',
hanno sostenuto i ricercatori, aggiungendo che ''altri tronchi erano invece
completamente carbonizzati''. La risultante di tutto questo, secondo
gli uomini del “Pnra”, è che, con grande probabilità, la grande quantità di
tronchi fossili carbonizzati testimoniava la presenza e la diffusione di enormi
incendi, che avrebbero totalmente devastato la foresta triassica diffusa in
un'area vastissima.
Queste ipotesi, per
quanto possibili, sono certamente anche molto suggestive. E’ fantastico pensare
che territori oggi così coperti di ghiaccio siano stati in passato lussureggianti
quanto una vera e propria foresta amazzonica! Gli scienziati che stanno
continuando a studiare la scoperta, inoltre, si sono posti importanti quesiti
sulle cause: quali le ipotesi più probabili che scatenarono gli incendi che distrussero
quell'antichissima foresta? Difficile rispondere con buona approssimazione.
“Una possibile risposta
-
sostengono i ricercatori - è che una delle cause degli incendi possa
essere stata un’enorme eruzione vulcanica”, mentre un'altra risposta
possibile, anche se più suggestiva e possibilmente da documentare, è che gli
incendi possano essere stati causati dall'impatto di un asteroide, che avrebbe
prima abbattuto gli alberi della foresta scaraventandoli al suolo, e successivamente
li avrebbe incendiati, ormai sradicati, al suolo. Questo spiegherebbe anche il
fatto che molti tronchi sono stati rinvenuti “carbonizzati sul lato esposto in superficie”.
Gli scienziati sono
ancora al lavoro. Obiettivo della campagna di ricerca, che si concluderà il prossimo
Febbraio, è ricostruire la storia geologica di un'ampia regione dell'Antartide,
per ottenere indicazioni importanti sulla storia geologica dell'intero pianeta.
Insomma cari amici, gli studi recenti tendono a dimostrare che fino a circa 50
milioni di anni fa, l'Antartide non era il deserto di ghiaccio che conosciamo,
ma una distesa verde e rigogliosa di piante.
A quel tempo, la
calotta polare antartica era del tutto sciolta, e il polo sud non era altro che
una foresta pluviale popolata da animali, dinosauri inclusi. Un vero e proprio
clima sub-tropicale in cui, per diversi mesi all'anno, regnava la quasi
oscurità. Un vero e proprio clima tropicale, insomma: con palme, foreste e una
vegetazione rigogliosa simile a quella che oggi si può ammirare nel Queensland,
in Australia. Anche la temperatura non era quella di oggi (che spesso scende
anche sotto
i -50°C.), ma abbastanza mite, che sulla costa poteva oscillare tra i 20 e i 27
gradi.
Gli scienziati sostengono che, in un'era molto remota, definita 'epoca
serra', il Polo Sud doveva presentarsi proprio come una terra lussureggiante, paragonabile
oggi ad una terra dell'America meridionale o centrale. A sostenere tutto
questo, questo particolare ed inedito volto della terra dei ghiacci, è
l'Istituto governativo di scienze Geologiche e Nucleari (Gns Science) della Nuova Zelanda.
Cari amici, come dicevo
in apertura il mondo, a partire dalle sue origini, è certamente cambiato molto
e molto cambierà ancora! L’importante è che a creare i cambiamenti, che a volte
sono di natura irreversibile, non sia l’uomo che gioca a fare Dio, ma gli
eventi della natura che certamente sono governati da una mano meno fallace di
quella dell’uomo!
A domani.
Mario
Base Antartica
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