lunedì, gennaio 12, 2015

GENITORI: UNA PROFESSIONE DIFFICILE. EVITIAMO CERTI COMPORTAMENTI ASSOLUTAMENTE DANNOSI, COME STARE A LUNGO IN LORO PRESENZA SUI SOCIAL NETWORK O SU INTERNET.



Oristano 12 Gennaio 2015
Amici miei, credo che l’innovazione tecnologica non abbia contagiato solo le nuove generazioni, ma abbia colpito, spesso anche in modo virale, generazioni come la nostra. Noi, pur esponenti di una generazione che fino agli ultimi decenni del secolo scorso mai avrebbe pensato che le relazioni “virtuali” avrebbero fagocitato in modo sempre più pressante quelle “reali”, lentamente ma inesorabilmente siamo stati invece prima incantati e poi sedotti da questo mondo fantastico e irreale, prima sconosciuto.
L’innamoramento, se così lo possiamo chiamare, nei confronti di questo mondo fittizio, fatto di piazze virtuali d’incontro, chat e social network, tutte relazioni gestite in tempo reale attraverso telefonini di nuova generazione, iPad, computer e quant’altro, tenuti costantemente accesi e “on line”, sta creando, soprattutto in noi genitori, un progressivo e pericoloso allontanamento dai nostri figli e dagli obblighi necessariamente derivanti. E’ questa una realtà che sta assumendo proporzioni sempre più pericolose.
E’ diventata ormai quasi un’abitudine, anche anche nelle poche ore che passiamo con i nostri figli, continuare a stare connessi, attraverso il cellulare, ai nostri social network preferiti. Contagiati ormai  dall’alienazione tecnologica, operiamo compulsivamente, incuranti degli sguardi incuriositi dei nostri figli, postando foto, scrivendo commenti in continuazione, e vivendo, quasi estraniati dal contesto familiare, una realtà virtuale che ci allontana sempre di più da quella reale. Questo atteggiamento distaccato nei confronti dei nostri figli li disorienta, li lascia interdetti, ancorché incuriositi dalla nostra affezione al telefonino, quella “magica scatola elettronica” che nasconde un mondo a loro spesso estraneo.
Se è pur vero che i giovani fin dalla più tenera età hanno con l’hi-tech un rapporto privilegiato, essi non comprendono come possa aver contagiato in modo così profondo i “grandi”, estraniandoli e allontanandoli da loro, logorando il già precario precedente rapporto genitori-figli. I figli, poi, nei confronti dei genitori hanno sempre tenuto un comportamento emulativo. Certamente essi pensano che se tu genitore parli con i tuoi amici solo tramite i social perché non possono farlo loro? Oppure: 'Che cosa hai Tu di diverso, se puoi usare WhatsApp, e loro no?’ Il genitore che usa il cellulare in continuazione favorisce un comportamento molto nocivo, progressivamente aumentato negli ultimi anni, incentivando nei giovani la comunicazione virtuale, e trasformando sempre di più i rapporti personali in virtuali.
L’uso massiccio di questi nuovi strumenti, inoltre, mette in competizione genitori e figli per l’utilizzo del 'nuovo giocattolo'; vedere  il genitore costantemente sui social, trascurando la precedente relazione fisica, lo costringe praticamente ad emularlo: perché Lui si ed Io no? Questo, tra l’altro, quando il figlio è ancora all’inizio dell’adolescenza, perché poi, tra i 10 e i 15 anni, si infastidirà ancora di più, perché ritiene che il genitore stia invadendo un campo a Lui riservato.
Il genitore che usa frequentemente i social network, strumenti che i giovani credono siano riservati solo a loro per dialogare e stare in contatto con i coetanei, li infastidisce non poco, creando anche un certo patema d’animo, per la paura di un possibile incontro virtuale con i genitori che possa svelare la loro vita privata, quella che il figlio riserva esclusivamente ai suoi amici, e dalla quale il papà e la mamma risultano tassativamente esclusi.

Cari amici, al giorno d’oggi smartphone e tablet, ma anche il computer o la stessa TV, che monopolizzano il poco tempo che il genitore trascorre in casa con la famiglia, continuano ad ‘allontanare’, a mettere sempre più ‘distanza’ tra  genitori e figli. Questo, a detta degli esperti, è qualcosa di pericoloso e destabilizzante, che va esaminato e corretto. L’atteggiamento del genitore, che si lascia assorbire da 'altre situazioni' e non segue più il bambino, crea danni spesso irreversibili. Tutto ciò che distoglie in modo compulsivo il padre o la madre dal figlio, crea grave squilibrio. Il genitore che non gioca più con lui, che non condividi le sue prime esperienze, perde una buona parte della vita del figlio (e forse anche della sua) e, soprattutto, smarrisce il ruolo di educatore che ogni genitore dovrebbe avere.
A domani.
Mario


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