martedì, maggio 27, 2014

LA CARNE CHE MANGEREMO NEL FUTURO? RICAVATA DALLE STAMINALI! NEI VERDI PASCOLI IL BESTIAME NON AVRÀ PIÙ IL TIMORE DI DIVENTARE LA NOSTRA ALIMENTAZIONE.



Oristano 27 Maggio 2014
Cari amici,

la notizia che a breve gli animali "da carne" potranno pascolare liberamente senza il timore di essere il cibo preferito dagli esseri umani, è di questi giorni. Grazie alle "bistecche biotech", prodotte coltivando in laboratorio le cellule staminali, non sarà più necessario macellare gli animali negli allevamenti! A meno di un anno dal debutto del primo hamburger costruito 'in provetta', ottenuto proprio dalla coltura di cellule staminali (inizialmente un processo costosissimo, ma destinato a calare enormemente di prezzo), gli esperti di ingegneria genetica, hanno dato vita ad uno straordinario ed innovativo alimento. Cor van der Weele e Johannes Tramper, dell'università olandese di Wageningen, due scienziati che possiamo considerare i 'papà' di quell'esperimento, propongono ora al mondo una nuova filiera alimentare, capace di abbattere in modo significativo i costi della carne, allevata nel modo tradizionale. Essi hanno illustrato con successo il loro progetto sulla rivista Trends in Biotechnology.
Uno dei due ricercatori, J. Tramper, si era dedicato in precedenza, per molti anni, allo studio delle cellule di molti insetti, effettuando diversi tentativi per coltivarle e riprodurle in laboratorio, nell’intento di ricavarne del cibo ricco di proteine. Gli studi per aumentare la quantità di cibo in circolazione sono stati sempre attivi. Nel 2007 altri scienziati  annunciarono, sollevando anche numerose polemiche, la possibilità di clonare degli animali destinati alla produzione di carne. Infine, nell'agosto 2013, arrivò al mondo la comunicazione della nascita del primo hamburger biotech, ottenuto dalle cellule staminali. 
Il primo impatto al pubblico (l’hamburger tecnologico era stato presentato a Londra), tuttavia, non fu dei migliori: dopo averlo assaggiato, due esperti di gastronomia dissero: "sembra carne, al massimo manca un po' di sale e non è molto succulento". A prescindere da tutto (certamente il sapore della bistecca nata dalle cellule staminali potrà essere migliorato strada facendo) l’obiettivo è quello di abbattere i costi di produzione delle bistecche "in provetta", rendendoli competitivi rispetto ai costi delle bistecche tradizionali, ricavate da animali di allevamento. Filiera, quella dell’allevamento, che è oggi sempre più costosa, e la carne, con tutti i controlli necessari prima di essere immessa nei mercati, sta diventando un prodotto riservato solo ai ceti più abbienti. Senza dimenticare che il lavoro “di campagna” attrae sempre meno i giovani, poco disposti ad orari e condizioni di lavoro poco appetibili e sacrificate. L’industria della “bistecca in provetta”, invece, creerebbe condizioni di lavoro molto diverse per i nuovi operatori tecnologici addetti alla produzione. Ecco in sintesi le diverse fasi di lavorazione della nuova industria tecnologica della carne.
In teoria la procedura è semplice. Con una biopsia si prelevano cellule muscolari dagli animali scelti e da queste si estraggono le cellule staminali che si fanno crescere in un brodo di coltura contenente anche siero fetale. Una volta ottenuta una quantità sufficiente di tessuto, lo si fa nuovamente differenziare in cellule muscolari, che vengono poste su un'impalcatura di materiali biocompatibili. Nel frattempo si sottopongono le cellule a stimoli meccanici per favorire la formazione di proteine. Le cellule così coltivate vengono poi pressate fino ad ottenere una sorta di 'torta'. La carne ottenuta viene quindi macinata e trasformata in hamburger.
Il futuro della carne sarà sempre più "biotech" e "verde", sostengono i ricercatori Van deer Weele e Tramper; essi sono convinti che “la crescente domanda di carne porterà ad aumentare l'inquinamento, il consumo di energia e la sofferenza degli animali'', come hanno dichiarato nelle varie interviste. La carne coltivata, aggiungono, ''è un'alternativa tecnicamente possibile a questi problemi''. Un giorno, osservano, si potrà avere, in ogni città o paese, una fabbrica di carne su misura per i bisogni della popolazione. In futuro, infatti, piccoli laboratori potranno essere allestiti in ogni città. I due ricercatori affermano, infine che "…le preoccupazioni circa l’innaturalità di una carne così prodotta, potrebbero essere appianate attraverso metodi di produzione su piccola scala, che consentirebbero uno stretto contatto con gli animali donatori delle cellule, invertendo così i sentimenti di diffidenza. Dal punto di vista tecnologico poi, la produzione in un laboratorio locale, in piccola scala in ogni città, diventerebbe anche un'opzione promettente".
L’ampia “levata di scudi” effettuata da molti contro l'hamburger in provetta, è destinata, però, a rientrare.
Ancora una manciata di lustri e la popolazione mondiale toccherà quota 9 miliardi. La previsione, seria e accettabile, è fatta dall’Onu e si spinge sino al 2050. Giustamente ci si interroga su come accontentare altri due miliardi in più di bocche da sfamare. Lo spettro della fame (mai scomparso dalle aree povere del pianeta), per lungo tempo messo da parte, si ripresenterà in modo ancora più prepotente che in passato. Quando domani saremo molti di più, aumenteranno le richieste di cibo, carne in particolare. Ma produrre carne in più non sarà né facile né rapido. A complicare il quadro ci si mettono poi le accuse che agli allevamenti vengono mosse da ambientalisti e movimenti “verdi”. Ecco, tutte queste problematiche, porteranno alla rivalutazione dell’hamburger in provetta!
Cari amici, ho sempre sostenuto che “il futuro è nella mani di Dio”. L’uomo, attraverso la scienza, ha finora trovato soluzioni al problema alimentare, anche se, inutile nasconderlo, l’egoismo di pochi ha lasciato affamati e con scarso cibo diversi popoli della terra. Le nuove tecnologie, soprattutto se a basso costo, potranno non solo risolvere il problema dei 2 miliardi di nuovi abitanti della terra, ma sopperire anche alle esigenze di quel miliardo di persone che oggi fatica a trovare il cibo per vivere.
Grazie amici della Vostra sempre splendida attenzione.
Mario

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