venerdì, giugno 07, 2013

IL CLUB BILDERBERG: UNA CONFRATERNITA D’INFLUENZA PLANETARIA O IL CONSIGLIO MONDIALE DEL PROSSIMO “GRANDE FRATELLO”?

Oristano 7 Giugno 2013
Cari amici,
è cominciata ieri la 61esima riunione segreta del “GRUPPO BILDERBERG”, la segretissima tavola rotonda comprendente esponenti di altissimo livello di tutto il mondo (politici, banchieri, economisti, magnati ed imprenditori) tenutasi quest’anno in Inghilterra, a Watford. Dal 6 al 9 giugno i 140 partecipanti a questa edizione resteranno riuniti, tra imponenti misure di sicurezza, per la loro conferenza annuale, in un riservatissimo albergo non lontano da Londra.
Ma chi sono questi potenti e misteriosi signori che si riuniscono segretamente?, Ma, soprattutto,
il Club Bilderberg in sostanza cos’è? Un gruppo di potere o una confraternita d’influenza planetaria? Come funziona questo gruppo, del quale solo da tre anni viene resa nota la lista dei suoi membri? Ha, davvero, il grande potere che gli viene attribuito? Per capirlo meglio, proviamo a ripercorrere la sua storia.


            David Rockefeller
Il principe Bernhard dei Paesi Bassi e David Rockefeller lo fondarono nel 1954 con un preciso scopo: la lotta al comunismo. La prima riunione si svolse dal 29 al 31 maggio a Oosterbeek, nei Paesi Bassi, in un hotel chiamato Bilderberg, da cui prese il nome. “All’epoca lo scopo era convincere i dirigenti europei e americani a stringere i loro legami di fronte alla potente Unione sovietica – ha spiegato alla stampa l’ex ministro francese degli Affari esteri Hubert Védrine. Il club, per espressa decisione dei suoi fondatori, nacque “riservato” (discreto e transatlantico). Per anni non si conobbero né gli argomenti trattati né i partecipanti. Il Club Bilderberg uscì forzatamente dall’ombra nel 1976, in occasione di un grande scandalo che ne corruppe la sua immagine. Si scoprì che il principe Bernhard, uno dei soci fondatori, faceva valere il suo titolo per favorire il gruppo di armamenti Lockheed presso l’esercito olandese e, soprattutto, che i contatti per l’affare avvenivano a margine della conferenza del Bilderberg. Lo scandalo fece quasi fallire il Club, che si salvò togliendo la presidenza al principe e sostituendolo con l’ex primo ministro britannico, Lord Home. L’immagine del Bilderberg, però, ne rimase oscurata.
Oggi il Club Bilderberg non lotta più contro il comunismo ma si occupa di mondializzazione e delle sfide connesse. Al suo apice si trova un cenacolo ristretto, il comitato direttore, composto da 30 personalità del mondo della finanza e della geopolitica.
I 30 membri del direttorio si riuniscono due volte l’anno – generalmente in una capitale europea – per parlare della situazione del Club e del pianeta. Lo scorso febbraio erano a Roma, attorno all’allora presidente del Consiglio italiano Mario Monti, un fedele del Bilderberg da decenni. Nel novembre 2009 il comitato direttivo si trovava a Bruxelles. Al loro incontro avevano invitato l’allora capo del governo belga, Herman Van Rompuy. “Nessuno lo conosceva. Era un ometto discreto che parlava quattro lingue – racconta Etienne Davignon (esponente del direttorio) – Ci aveva fatto un esposto molto chiaro, con forza e entusiasmo aveva difeso l’euro, di fronte agli increduli americani.” Qualche giorno dopo l’incontro, a sorpresa “l’ometto discreto” Van Rompuy veniva designato alla presidenza dell’Unione europea. Forse non era un caso!
Alle loro segrete riunioni si esaminano i problemi più importanti che assillano il mondo, anche se non vengono prese decisioni di alcun tipo. Nel recente incontro di Chantilly, negli Stati Uniti, si discusse di austerità e crescita, del rapporto tra Occidente e Iran e ancora della geopolitica dell’energia. Quest’anno i membri del Club dovrebbero discutere dell’accelerazione della crescita negli Stati Uniti e in Europa, del nazionalismo e del populismo, della ricerca medica, e di altri problemi non meno importanti (non tutti gli argomenti vengono resi pubblici).
Centoquaranta saranno quest’anno i VIP partecipanti, provenienti da 21 Paesi del mondo. Tra i maggiori il Presidente della Commissione Europea Manuel Barroso, il direttore editoriale dell’”Economist” John Mickletwait, l’ex generale americano David Petraeus,  il capo di Google Eric Schmidt, oltre ad Henry Kissinger e alla direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Sei gli italiani partecipanti. Della delegazione italiana farà parte l’Amministratore Delegato di Telecom Italia Franco Bernabè, unico italiano a far parte della Steering Committee, la commissione permanente del Club, l’ex premier e preside della “Bocconi” Mario Monti (per lui è la decima partecipazione), la giornalista di La7 ed ex parlamentare europea del centrosinistra Lilli Gruber (ha partecipato per la prima volta lo scorso anno),.il CEO di Intesa San Paolo Enrico Tommaso Cucchiani (bocconiano, membro dell’Aspen Institute e della Commissione Trilaterale), il CEO di Mediobanca ed ex vicepresidente di Assicurazioni Generali Alberto Nagel (altro bocconiano) e il presidente di Techint Gianfelice Rocca (secondo Forbes l’8° uomo più ricco d’Italia).
Quale, si chiedono in tanti, lo scopo reale di questi annuali incontri segreti? Dove c’è mistero, segretezza, si pensa che si nasconda qualcosa di non pulito. Facile, quindi, accostare questo club ad un club della Massoneria Universale. Ufficialmente al Bilderberg si è sempre parlato tra amici di politica economica e sociale, relazioni internazionali, energia, democrazia e, ai giorni nostri, anche di austerity e di cyber sicurezza. Ufficiosamente, per chi ha sempre dipinto il vertice come il più grande inganno dal dopo guerra ad oggi (teorizzando questa sorta di golpe silenzioso una specie di ‘Nuovo ordine Mondiale’), in quelle riunioni, con cadenza annuale, si teorizza e si decide la futura sorte del pianeta. Insomma, una manciata di burattinai, decisi a tirare le fila del mondo. Nel bel mezzo della faccenda, tra ufficiale e ufficioso, si è sempre ripresentato un elemento che, a fianco dei nomi di indiscusso peso specifico, ha alimentato più di un sospetto: la massima segretezza. Non si è mai saputo cosa sia venuto fuori da questi colloqui visto che gli incontri da sempre si sono svolti in luoghi letteralmente blindati e preclusi al resto dei comuni mortali.
Sorprende certamente nel vedere tra 1 140 convocati la giornalista de La 7 (dall’anno scorso tra i partecipanti) Lilli Gruber. Il pensiero corre immediatamente al 20 gennaio del 2012. Lilli Gruber, quel giorno, dal suo salotto di ‘Otto e mezzo’, su La7: intervistando Mario Monti gli pose una domanda certamente difficile: “Posso chiederle se lei è un massone?” Dall’altra parte del tavolo, l’allora presidente del consiglio, il professor Mario Monti rispose: “Confesso di non sapere bene cosa sia la massoneria. So certamente di non essere massone e non saprei neanche come valutare o come accorgermi di un massone. E’ una cosa che per una persona abbastanza banale e concreta risulta un po’ evanescente”. Risposta machiavellica, oserei dire!
Tutto bene se non fosse che tre mesi dopo quell’intervista, nell’aprile del 2012, la stessa Gruber, per la prima volta è stata invitata a partecipare al Bilderberg 2012 a Chantilly in Virginia, USA. ‘Tagliando’ che ha strappato anche quest’anno. Casualità direte Voi? Io penso di no! Peccato che non ho il potere di intervistarla, altrimenti oggi sarei io a fare a Lei la domanda posta nell’Aprile del 2012 da Lei a Mario Monti, chiedendole se nel frattempo, magari, è diventata “massone”!
Bando agli scherzi. Ho voluto riportare questa riflessione sul club Bildeberg per saperne io qualcosa di più, ma anche per informare tutti Voi che mi leggete sempre volentieri. Vedete, cari amici, io sono un fautore dell’associazionismo, a tutti i livelli. Son convinto che tutti i problemi, esaminati insieme, discussi da varie menti tutte diverse, possono portare più facilmente alla soluzione, anche quando questa è particolarmente difficile. Una cosa, però, mi angustia e mi angustierà sempre: la segretezza, il buio delle segrete stanze. Amo troppo la luce del sole per non avere paura del buio!
Chiudo questa riflessione con Voi, riportandovi la dichiarazione fatta nel 2001 dal parlamentare laburista britannico Denis Healey, a proposito del club Bilderberg (di cui era partecipe) e dei suoi scopi: “Dire che ci sforziamo di arrivare ad un unico governo mondiale è esagerato, ma non del tutto ingiusto. Nel Bilderberg abbiamo avvertito che non potevamo andare avanti per sempre combattendo l’uno contro l’altro per niente e uccidendo persone e rendendone povere milioni. Così abbiamo ritenuto che una singola comunità che attraversa il mondo sarebbe stata una buona cosa”.
Cos’è, secondo Voi, se non un sogno da “Grande fratello” ?

Grazie della Vostra attenzione!
Mario

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