Oristano 10 maggio 2025
Cari amici,
La caotica e stressante vita
di oggi, sia nel lavoro che nella relazione sociale, crea dei pericolosi stati di
stress, di ansia e/o di depressione, tali da mettere pericolosamente a rischio
la nostra salute mentale, che, spesso, può precipitare in un particolare stato
depressivo che prende il nome di DEPERSONALIZZAZIONE E DEREALIZZAZIONE. Se
poi ci aggiungiamo anche i precedenti traumi infantili, o quelle situazioni
tragiche improvvise che ci colpiscono, la frittata è fatta! Non solo, quindi, i
forti carichi di lavoro, ma anche le improvvise esperienze negative, come ad esempio, la
morte inaspettata di una persona cara, oppure dei casi di violenza domestica, possono contribuire a provocare quei pericolosi sintomi depressivi, che mettono a dura prova, come prima accennato, la nostra esistenza.
Fortunatamente, in molte
persone queste problematiche, se sono casuali e non ripetitive, una volta che si presentano si risolvono spontaneamente in tempi brevi, in quanto, se durano, diventano di grande pericolosità. Questi disturbi sono caratterizzati
da una sensazione di scollegamento dall'ambiente circostante, e vengono vissuti
in modo quasi estraneo, nel senso che chi li prova si sente quasi uno
spettatore di ciò che gli accade intorno, quasi un osservatore di ciò che accade ad un altro; leggermente diversa è la
depersonalizzazione, in cui ci si sente distaccati dalla propria vita. Le due
forme possono manifestarsi sia separatamente che insieme.
Generalmente, derealizzazione
e depersonalizzazione sono disturbi causati, come detto prima, da uno
stress profondo, da depressione o da ansia, derivanti da eventi, luttuosi o
traumatici, che hanno messo a rischio la propria vita, come un abuso o un maltrattamento
fisico o mentale, un disturbo psichico pregresso, prodotto anche dall'assunzione di
sostanze stupefacenti. Entrambe le sensazioni sono considerate patologiche
quando si manifestano spontaneamente, in modo persistente o ricorrente, e vanno
ad influenzare le normali attività quotidiane.
Questi sintomi hanno
durate variabili: possono durare da qualche ora fino a diversi anni, e si
manifestano come un distacco dal corpo, di mente e sentimenti, o anche dall'ambiente
circostante. con sensazione di irrealtà e/o confusione (perfino gli oggetti o i
suoni appaiono diversi). Ovviamente sono sintomi accompagnati da disagio, ansia
e depressione. Amici, sensazioni temporanee di depersonalizzazione e/o di
derealizzazione sono comuni. Circa la metà dei soggetti analizzati dagli
specialisti, si sono sentiti scollegati da se stessi (depersonalizzazione) o
dall’ambiente che li circonda (derealizzazione) solo in qualche occasione.
Amici, queste sensazioni
improvvise sconvolgono il soggetto, come ad esempio quando questo ha vissuto un
pericolo potenzialmente letale, oppure ha assunto determinate sostanze
stupefacenti (come marijuana, allucinogeni, ketamina o ecstasy); succede anche
quando il soggetto nel lavoro si è stancato molto, magari anche subendo una
privazione da sonno o una stimolazione sensoriale (come capita quando si è in
un’unità di terapia intensiva). In questi casi, fortunatamente, tornando poi
alla normalità, il disturbo scompare.
Studi recenti hanno
consentito di accertare che la depersonalizzazione/derealizzazione colpisce il
2% della popolazione, uomini e donne in egual modo; può insorgere precocemente
o a metà infanzia e raramente dopo i 40 anni. I sintomi del disturbo di
depersonalizzazione/derealizzazione possono insorgere gradualmente o
all’improvviso; gli episodi possono durare solamente qualche ora oppure giorni,
settimane, mesi o anche anni.
L’intensità dei sintomi varia con alti e bassi, ma se il disturbo è grave, i
sintomi presenti possono pericolosamente rimanere della stessa intensità per
anni o addirittura decenni.
Amici, i sintomi di
questi due mali. Come accennato prima, si differenziano in alcuni
comportamenti. Quanto ai sintomi di DEPERSONALIZZAZIONE, il soggetto si
sente distaccato da corpo, mente, sentimenti e/o sensazioni. Il soggetto in
effetti si sente fuori dalla realtà o come un automa, senza alcun controllo su
ciò che fa o che dice, e può sentirsi emotivamente o fisicamente insensibile.
In questi casi è possibile che il soggetto si descrive come un osservatore
esterno della propria vita, oppure come un “morto che cammina”.
I sintomi di DEREALIZZAZIONE,
invece, creano nel soggetto un senso di distacco dall’ambiente circostante
(persone, cose, oppure tutto), con sensazione di irrealtà. Insomma, il soggetto
può sentirsi come in un sogno o immerso nella nebbia, oppure come se una parete
di vetro o un velo lo separasse dall’ambiente che lo circonda. Il mondo gli
appare senza vita, incolore o artificiale, oppure deformato. Gli oggetti, ad
esempio, possono apparirgli sottili o insolitamente chiari, oppure piatti o più
piccoli di quanto siano in realtà; i suoni possono sembrargli più alti o più
leggeri del reale e il passare del tempo troppo lento o troppo veloce.
Cari amici, questi
pericolosi disturbi, se ripetitivi, hanno necessità di essere seguiti con la
psicoterapia. Lo psichiatra, valuterà la gravità dei sintomi, suggerendo il
percorso psicoterapeutico e/o farmacologico più adeguato. Solitamente, la
terapia cognitivo-comportamentale è di grande aiuto, ma in alcuni casi è
necessario affiancare una cura a base di ansiolitici o antidepressivi, che,
comunque, non sempre riescono a risolvere il problema.
A domani.
Mario
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