giovedì, maggio 29, 2025

LE ANTICHE ORIGINI DELLA FINANZA: QUANDO A VENEZIA VENIVA “ROTTO IL BANCO” AL BANCHIERE INADEMPIENTE CHE NON POTEVA ONORARE I DEBITI.


Oristano 29 maggio 2025

Cari amici,

L’intermediazione finanziaria ha origini lontane. Ripercorrendo, passo dopo passo, la sua lunga storia, scopriamo che già più di 4.000 anni fa, in Mesopotamia, avvenivano frequentemente operazioni di prestito, che creavano spesso debitori inadempienti. Ci fu anche un Re di Babilonia che, vedendo le terribili sofferenze a cui erano sottoposti i poveri debitori inadempienti, decise di intervenire pubblicamente per venire incontro ai malcapitati che, magari per ragioni estranee alla loro volontà, si erano trovati in condizioni di non onorare il debito.

Per aiutarli utilizzò uno strumento chiamato “Giubileo del debito”, un rito con il quale si cancellavano agli inadempienti tutti i debiti e le pene derivanti dal fatto di non aver pagato questi debiti. L’intelligente intervento fu successivamente adottato anche presso il popolo ebraico, dove divenne la più antica forma di Giubileo, che, seppure con successive variazioni si perpetuò nel tempo, arrivando fino ai nostri giorni, almeno per quanto riguarda i “debiti comportamentali e spirituali”.

Cercando di ripercorrere l’evoluzione dell’intermediazione finanziaria, amici, ci rendiamo conto che la natura umana (spesso non certo per altruismo) ha sempre cercato di lucrare con il prestito del denaro. I prestiti a chi era in difficoltà ci sono sempre stati, e spesso a tassi alquanto esosi, per cui debitori morosi ce ne sono sempre stati e anche numerosi. Le autorità, di conseguenza, in tutti i tempi hanno cercato di bilanciare il gioco finanziario tra creditori e debitori. Nel Medioevo, per esempio, città commerciali come Venezia erano considerate eccellenti piazze di scambio. Venezia in particolare, era allora era una delle città all’avanguardia nello scambio di beni e servizi. Nelle sue affollate piazze, in zone come  Rialto o Piazza San Marco, svolgevano la lucrosa attività i numerosi cambiavalute e i più importanti banchieri.

Il lavoro non era svolto all’interno di locali chiusi, ma in Piazza, dotati di un grande banco dove venivano appoggiate le diverse valute necessarie per i prestiti e gli scambi. Per quanto ovvio, in caso di forti inadempienze, anche i banchieri potevano trovarsi in seria difficoltà, per cui potevano arrivare al fallimento, impossibilitati a restituire il denaro ai depositanti. In questi casi, l’autorità veneziana, quando un banchiere non poteva più pagare i suoi debiti, utilizzava una procedura alquanto forte, punendo il malcapitato in modo eclatante: era una punizione tanto pratica quanto simbolica: il suo banco di lavoro veniva pubblicamente spezzato in due!

Si, per salvaguardare i risparmiatori, ed evitare loro di continuare a prestare denaro al banchiere insolvente, letteralmente gli “ROMPEVANO IL BANCO”,  privandolo così letteralmente dello strumento di lavoro! Immaginate la scena: nelle affollate zone di Rialto o Piazza San Marco, dove i cambiavalute e banchieri svolgevano la loro attività, il banco di un banchiere insolvente veniva letteralmente rotto davanti a tutti! Un chiaro messaggio per chiunque: quest'uomo è fallito, non fate affari con lui! Amici, da questa antica usanza, è nato il termine andare in “BANCAROTTA”, parola che usiamo ancora oggi, secoli dopo, senza pensare alla sua origine così concreta e drammatica. La tradizione di rompere il banco è scomparsa, ma la parola è rimasta, a ricordarci che le nostre espressioni quotidiane spesso nascondono storie affascinanti che non conosciamo o di cui abbiamo perso memoria. Dopo il Medioevo molte cose cambiarono “I banchi fisici” presenti nelle piazze si trasferirono nelle segrete stanze dei grandi banchieri, ma la sostanza non mutò.

I banchieri nel tempo riuscirono a gestire, oltre alla raccolta del risparmio privato e la gestione dei pagamenti, anche il debito pubblico e la riscossione fiscale. I depositi scritti nei libri contabili dei banchieri non potevano essere sequestrati ed erano anzi garantiti contro il fallimento. Allora non esistevano, come oggi, fondi di rischio per le possibili insolvenze, e, in un certo senso, “rompere il banco (o la banca)” era non solo un atto fisico ma anche psicologico: non era solo una punizione ma un atto di giustizia, un modo per cercare di proteggere la fiducia dei risparmiatori nel sistema bancario dell'epoca.

Cari amici, che l’impresa finanziaria, ovvero "fare banca", comprare e vendere denaro, sia sempre stata un’attività  delicata, con un fragile equilibrio, tra rischio e rendimento è la cruda realtà. Ieri non esistevano salvataggi governativi o moderne politiche fallimentari, e, se le cose andavano male, le conseguenze erano immediate e visibili a tutti. I tempi cambiano, così come cambia anche la finanza…ma i rischi connessi c'erano, ci sono e ci saranno!

A domani.

Mario

 

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