Oristano 19 maggio 2025
Cari amici,
Nella civiltà industriale,
chi non è vissuto nella prima metà del secolo scorso (come me...) non immagina cosa
significa vivere in una casa senza poter contare su un bel “FRIGORIFERO”, dove
conservare i cibi, in particolare nei periodi più caldi, quando tutto si
deteriora in tempi brevissimi. Io, che ho vissuto quel periodo, ricordo con
quale attenzione i miei genitori cercavano di tenere al fresco la carne, messa
dentro un contenitore a forma di cubo, con le pareti di reticella di ferro, da
esporre all’aria fresca della notte, ritirandolo poi al sorgere del sole.
Di certo, oggi, questo
marchingegno farebbe solo sorridere, perché in casa di frigoriferi, congelatori
e quant’altro per tenere al fresco i cibi ne abbiamo più d’uno. Abbiamo mai pensato, però, ai tanti villaggi, a partire da quelli dell’Africa, dove, anche nel
Terzo Millennio, la corrente è ancora un grande sogno? Non so quanti sappiano
che ancora oggi il 16% della popolazione mondiale, circa 1,2 miliardi di
persone, non ha accesso all’energia elettrica! Stante questa carenza, nei
numerosi villaggi gli abitanti si ingegnano in qualche modo per conservare i cibi
e le varie vivande e bevande per poterle conservare sottraendole al clima
torrido.
Indubbiamente un problema
alquanto serio, ma di recente una curiosa ma straordinaria invenzione si è
aggiunta alle preesistenti, per cercare di risolvere in modo egregio questo spinoso problema.
L’idea luminosa è venuta a due studenti africani, precisamente della Repubblica
del Mali, Kuan Weiking e Theodore Garvindeo Seah, studenti dell’Asian
Pacific Institute of Information Technology. Essi hanno messo a punto un particolare
frigorifero realizzato con l’argilla, che funziona senza corrente e che fa
anche da vaso per le piante. Lo hanno chiamato “KUNO” e l’idea è
maturata grazie all’esperienza del passato ed all’osservazione dei modi in cui
il cibo veniva prima conservato.
Si, questo loro progetto
di “frigorifero in argilla” funziona davvero, ed è in grado di mantenere i cibi
freschi senza l’uso della corrente elettrica! Il progetto, vincitore peraltro
del premio James Dyson Award per la Malesia, si ispira alle brocche di argilla
utilizzate in passato per conservare naturalmente fresca l’acqua. Kuno è
infatti un vero e proprio vaso di argilla, con una parete doppia nella cui
intercapedine viene versata sabbia e successivamente acqua; grazie alla
porosità dell’argilla, l’acqua attira il calore dall’interno del vaso ed
evapora rendendo così fresco l’interno. La parte alta del vaso può accogliere
una pianta la cui acqua di innaffiamento, percolando nelle pareti, contribuisce
al fenomeno di evaporazione.
Un’idea indubbiamente
ingegnosa, non solo utile ma anche bella da vedere, che, tra l’altro risulta,
oltre che utile, ad impatto zero sull’ecosistema, in grado di migliorare la
qualità della vita nelle zone aride e secche e soprattutto in quelle prive di
corrente elettrica. Il KUNO, amici, non è il solo progetto eco-sostenibile che
si pone il duplice obiettivo del risparmio energetico e delle fonti
alternative. Anche la scienza e la tecnologia possono essere declinate ai
principi funzionali della natura come sostiene Mansukh Prajapati, un artigiano
indiano che lavora con l’argilla e che ha ideato MITTICOOL, un
frigorifero cosiddetto “evaporativo”.
Anche Mitticool è costruito
in argilla, funziona anch’esso senza alimentazione elettrica e consente di
mantenere i cibi freschi senza il minimo intervento di manutenzione. Mitticool
(che nel 2005 ha vinto un Premio nazionale per lo Sviluppo Rurale) utilizza anch’esso
il principio dell’evaporazione. Si tratta infatti di un contenitore a doppia
camera in cui l’acqua presente all’interno della camera superiore, gocciolando
lungo i lati, evapora utilizzando il calore sprigionato dall’interno e
raffreddando così la camera inferiore, nella quale vengono conservati gli
alimenti (frutta, verdura e latte possono conservarsi inalterati per 2-3
giorni). Le proprietà termoregolatrici dell’argilla consentono inoltre, grazie
ad un rubinetto posto sulla parte frontale, di fornire acqua resa potabile
grazie ad un processo di osmosi inversa. Il Mitticool è ora venduto non solo in
India ma anche in Kenya e in Arabia Saudita, con un costo di circa 50 euro.
Anche la giovane
ingegnere marocchina Raowia Lamhar ha provato a risolvere il problema di come
conservare i cibi dove non c’è elettricità e fa molto caldo, unendo scienza e
tradizione. Il suo progetto si ispira alla Khabia, il vaso di argilla della
tradizione marocchina che raffredda l'acqua potabile. Questo frigorifero
naturale, chiamato “FRESH’IT”, è stato realizzato in collaborazione con
un vasaio locale, il suo design richiama dichiaratamente quello ancestrale
della cultura marocchina e delle zone sahariane. L’uso di questo frigorifero di
argilla evaporativa permette alle famiglie un risparmio del 20% sull’acquisto
del cibo proprio perché il cibo acquistato si mantiene più a lungo. Questo
progetto è offerto dalla stessa ideatrice a tutte le comunità a basso reddito o
che non hanno accesso all’elettricità ed oggi la start up produce 50 frigoriferi
al mese.
Cari amici, l’intelligenza
dell’uomo non si è mai fermata, cercando, anche con pochi mezzi, di risolvere i
problemi quotidiani che si presentano. Un grande plauso a queste menti illuminate
che cercano di trovare le soluzioni, in primo luogo ecologiche. ma anche senza
cercare l’arricchimento personale, mettendole a disposizione della comunità con tanto
altruismo!
A domani.
Mario
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