venerdì, maggio 02, 2025

“EARTSHIP”: COME RISOLVERE NEI PAESI POVERI IL PROBLEMA DELLA CASA? UTILIZZANDO MATERIALI ALTERNATIVI E RICICLATI. ECCO LE SOLUZIONI DELL’ARCH. MICHAEL REYNOLDS.


Oristano 2 maggio 2025

Cari amici,

Il problema della casa è indubbiamente un quesito davvero molto serio da risolvere, ma lo è in modo particolare quando la povertà impedisce il necessario accumulo della ricchezza necessaria, per i costi che non sono mai stati di poco conto. A cercare di venire incontro a chi, purtroppo, una casa decente non se la può permettere, ci ha pensato un certo Mike Reynolds, definito un geniale progettista per la sua capacità di recuperare materiali che di norma vengono gettati via, e che, invece, lui utilizza per costruire case con un costo molto modesto.

Noto anche come "Architetto dei Rifiuti", Mike Reynolds è un ambientalista convinto; appassionato di edilizia ecosostenibile, (si è anche auto-proclamato 'biotech') è oggi ben conosciuto nel mondo per aver inventato le sue "Earthships" (conosciute anche come “Navicelle della terra” o “Navi del Deserto”). Queste costruzioni sono realizzate con un progetto davvero ambizioso e innovativo, diventato nel tempo il suo credo operativo; insomma, una vera e propria filosofia di vita, che, oltre che dargli grande notorietà lo ha elevato a star dell'architettura sostenibile globale.

Animato da uno straordinario, nobile animo altruistico, l'uomo ha dedicato l’intera sua vita alla realizzazione dell’audace progetto della “Earthship Biotecture”. L’uomo iniziò a progettare questo tipo di case fin dal 1969, e nel 1972, Michael Reynolds realizzò la prima casa ecosostenibile: la “Thumb House”, simile, come concetto, alla tipologia di casa prefabbricata ecosostenibile. La Thumb house assemblava terra cruda con diverse tipologie di materiali di riciclo – dalle lattine di birra alle bottiglie di plastica, dall'alluminio agli pneumatici usati delle auto – avviando una costruzione abitativa praticamente a costo zero, grazie all’impiego di materiali che altrimenti sarebbero stati dispersi in natura.

Le capacità di Reynolds sono sempre state eccellenti e, nonostante l’utilizzo dei materiali di scarto prima ricordati, le costruzioni mostrano un'estetica valida e gradevole, che va dalle colorazioni vivaci e cangianti, alla stregua dei padiglioni del Park Güell di Gaudì a Barcellona. Fin dai primi anni che Reynolds dedicò alla costruzione delle prime Earthship, la filosofia da lui adottata ebbe un enorme successo sul mercato delle abitazioni ecosostenibili. Tuttavia, a causa dello svilupparsi di numerose problematiche costruttive, che lo portarono in tribunale con numerose cause, il Consiglio di Stato degli Architetti del New Mexico tolse a Michael Reynolds il titolo di architetto e le licenze di costruzione. Le costruzioni di Reynolds furono improvvisamente giudicate illegali e mancanti dei requisiti di sicurezza, resistenza e durevolezza.

Passarono ben 17 anni, prima che Reynolds riuscisse a riavere il titolo di architetto e le licenze costruttive, cosa che gli consentì, finalmente, di ricominciare a costruire case: ovvero per lui il progetto di una vita! Una delle prime realizzazioni fu la Phoenix, un'abitazione completamente ecosostenibile, realizzata dopo lo tsunami del 2004 in Indonesia. L'innovativa abitazione permetteva di azzerare completamente i costi energetici di acqua, luce e gas, oltre alla possibilità di produrre prodotti vegetali per soddisfare il fabbisogno primario del mangiare – soprattutto in situazioni di difficoltà – grazie a un orto integrato all'abitazione.

Un concreto concetto di casa rivoluzionario, come rivoluzionaria è stata la vita di Reynolds e la sua audace battaglia nel portare avanti le sue idee, che inizialmente cozzarono contro il sistema e la legge. Costruzioni radicali ma possibili, e soprattutto auspicabili, per fronteggiare la scarsità delle risorse energetiche, ripensando in modo semplice l'esigenza abitativa, in linea con i diversi eventi naturali. Amici, "Earthship" è un sistema abitativo rivoluzionario, realizzato con ciò che gli altri buttano via: pneumatici usati riempiti di terra che formano muri termicamente efficienti e bottiglie di vetro che creano pareti colorate e isolanti.

Cari amici, ma la vera magia architettata da Reynolds è ancora più grande: queste case raccolgono l'acqua piovana e la purificano, generano energia attraverso pannelli solari e turbine eoliche, e persino producono cibo grazie a serre integrate negli spazi confinanti. Tutto questo permette di vivere completamente "fuori dalla rete", senza dipendere da acquedotti, elettricità o gas. Zero bollette, zero sprechi. Vi sembra poco? Io gli darei un premio Nobel!

A domani.

Mario

 

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