mercoledì, marzo 31, 2021

LO CONOSCI “PELAGOS” IL SANTUARIO DEL MEDITERRANEO PER I MAMMIFERI MARINI E MOLTE ALTRE SPECIE ACQUATICHE?


Oristano 31 marzo 2021

Cari amici,

Chiudo i post di marzo, parlando di ecologia e di protezione dell'ambiente. Nel nostro Mar Mediterraneo c'è un posto speciale, dedicato alla protezione di specie marine, in particolare dei Cetacei. È un'area marina protetta, compresa nel territorio francese, monegasco e italiano, classificata come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo. Più nota come “Santuario dei Cetacei”, è stata istituita in Italia dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con il nome “Santuario per i mammiferi marini”, mentre in Francia è noto come “Sanctuaire Pelagos”. In quest’area si svolge annualmente la manifestazione nautica internazionale Operazione Delphis e la Regata dei cetacei.

Per quanto riguarda l’Italia, il Santuario per i mammiferi marini è stato istituito nel 1991 come “Area naturale marina protetta di interesse internazionale”, e occupa una superficie a mare di 2.557.258 ha (circa 25.573 km2) nelle regioni Liguria, Sardegna e Toscana. L'area marina protetta internazionale fu invece istituita nel 1999 grazie alla collaborazione dei tre Paesi nella quale il santuario è compreso: Francia: Costa Azzurra e Corsica, Principato di Monaco e Italia: Liguria, Toscana e nord della Sardegna. L'area marina protetta internazionale si estende nel bacino corso-ligure-provenzale da Punta Escampobariou (vicino alla città francese di Tolone) a Capo Falcone e Capo Ferro (Sardegna), fino al Chiarone (confine tra Toscana e Lazio) e occupa una superficie marina complessiva di circa 87.500 km2. Il Santuario riguarda 124 comuni francesi, 87 comuni italiani e 1 del Principato di Monaco. Una serie di studi ha rilevato che in questa zona del Mar Mediterraneo vi è una massiccia concentrazione di cetacei, grazie soprattutto alla ricchezza di cibo.

Questi mammiferi marini sono rappresentati da dodici specie: la balenottera comune (Balaenoptera physalus), il secondo animale più grande al mondo (secondo solo alla balenottera azzurra), il capodoglio (Physeter macrocephalus), il delfino comune (Delphinus delphis), il tursiope (Tursiops truncatus), la stenella striata (Stenella coeruleoalba), il globicefalo (Globicephala melas), il grampo (Grampus griseus) e lo zifio (Ziphius cavirostris); più rari, la balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata), lo steno (Steno bredanensis), l’orca (Orcinus orca) e la pseudo-orca (Pseudorca crassidens).

L’idea di concepire quest’area protetta iniziò a prendere corpo nel 1992, quando venne effettuato un censimento sulla superficie di quello che sarebbe divenuto il Santuario dei cetacei da parte dell'Istituto Tethys (l'Istituto Tethys, fondato nel 1986, è attivo da anni nella salvaguardia, nella cura e nello studio dei cetacei e dell'ambiente marino), unitamente a Greenpeace e all'Università di Barcellona; gli esemplari, durante il censimento, vengono identificati singolarmente attraverso fotografie o filmati, custoditi poi in una banca dati europea. Il primo censimento effettuato consentì di effettuare la stima numerica delle stenelle (32.800 esemplari) e delle balenottere comuni (830 esemplari) presenti nella zona nel periodo estivo. Successivamente, però, un rapporto di Greenpeace riuscì a documentare un drammatico calo delle popolazioni di cetacei presenti ed una inadeguatezza delle misure di tutela messe in atto. I dati raccolti da Greenpeace, ad agosto 2008, riportavano la presenza solo di un quarto delle balenottere e meno di metà delle stenelle rilevate negli anni Novanta.

Il Santuario, che ora è meta nel periodo estivo di visite guidate alla scoperta dell'ambiente marino e dei suoi abitanti, consente all’Istituto Tethys, grazie alla presenza di balene e delfini, di organizzare una serie di crociere in barca, nel corso delle quali i visitatori, accompagnati da biologi marini ed esperti, possono praticare l'osservazione dei cetacei (Whale watching). Esistono inoltre numerosi operatori privati, con base nei porti di Genova, Savona, Imperia, Sanremo e Viareggio, che organizzano escursioni in barca all'interno del Santuario.

Ebbene, amici, anche questo luogo incantato ora, purtroppo, risulta invaso da tanta, troppa plastica. Gli ultimi dati WWF parlano di 1,3 milioni di frammenti: le tartarughe marine sono quelle che più ne subiscono le conseguenze con danni irrimediabili. In questo scenario allarmante e bellissimo l’architetto italiano Angelo Renna, 36 anni, fiorentino ma di casa ad Amsterdam, ha deciso di realizzare un suo visionario progetto: “Sweep Island”. Trattasi di un’isola artificiale (10 metri di diametro e 8 di altezza totale), composta da due parti: il “vascello”, una sorta di laboratorio galleggiante dove ricreare un habitat naturale di flora e fauna, e, connesso alla parte sottostante, un “collettore” che intercetta materiali inorganici. Renna sta alacremente lavorando al prototipo: nei prossimi mesi farà i primi test in mare e spera di mettere presto in acqua la sua isola dei sogni (angelorenna.com).

E di sognare, cari amici, abbiamo bisogno tutti, cercando però, INNANZITUTTO, di salvaguardare al meglio il mondo, se vogliamo che abbia un futuro!

A domani.

Mario
Il laboratorio galleggiante di Angelo Renna

 

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