Oristano 17 marzo 2021
Cari amici,
Abbiamo assistito per
lungo tempo alla “morte lenta” dei negozi di quartiere, una volta vero punto di
riferimento delle famiglie che facevano la spesa tutti i giorni, nel
‘negozietto’ vicino a casa. Poi, il dilagante proliferare della “Grande
distribuzione”, con la costruzione di vere “Città Mercato”, ha fagocitato lentamente
ma inesorabilmente i piccoli negozi di quartiere che hanno iniziato a morire.
Ma come ben sappiamo tutto nella vita cambia, sia nei confronti delle persone
che delle strutture create dall’uomo, quasi sempre sull’onda di situazioni contingenti
che costringono al cambiamento.
Ebbene, è successo anche
per i ‘negozi di quartiere, che, da quasi defunti, hanno ripreso a vivere, rivitalizzati
in particolare dalla nuova situazione creata dal Covid-19, che ha innescato nei
consumatori una impellente e necessaria trasformazione (rifare la spesa vicino a casa) per limitare i contagi. Spesso dunque l’emergenza ha velocizzato i cambiamenti che in parte erano già in atto,
o comunque già pianificati, ma, come nel nostro caso, la pandemia non ha fatto
altro che accelerare il processo. La pandemia innescata dal Covid ha spento nei
consumatori la voglia di uscire dal quartiere vicino a casa per andare alla
città mercato, facendo loro rimpiangere i curiosi e familiari negozi di quartiere
una volta.
Questa nuova esigenza di
massimizzare la prossimità, ossia avere a disposizione quanto serve reperendolo
a due passi da casa, ha stimolato subito la grande distribuzione ad adeguarsi, cercando
di trovare presto la soluzione più adeguata, intesa a non perdere la clientela, facendo in
modo di essere presente quando, dove e come vuole il cliente.
“Prossimità”, questa è la nuova parola d’ordine che la pandemia ha fatto
riscoprire, e la grande distribuzione, quasi avesse in mano la “Lampada di
Aladino”, ha provveduto subito a rivitalizzare le strade e i quartieri da tempo
privi di punti vendita simili agli antichi negozi.
Si, amici, la “Grande
Distribuzione” ha cercato velocemente di cambiare pelle, ed oggi sono sempre di
più le grandi strutture commerciali che investono in queste soluzioni, talvolta
con marchi dedicati, per venire incontro alle nuove esigenze della clientela, realizzando un’ottimizzazione del loro assetto logistico che correva il rischio
di essere messo in discussione dalla rinascita dei piccoli operatori.
Razionalizzare le reti di distribuzione, era diventato un traguardo
irrinunciabile, visto che le grandi superfici di vendita, a causa della
pandemia, vedevano ogni giorno precipitare inesorabilmente la precedente
redditività.
La riconversione che si
sta mettendo in atto, e che riporterà in auge i negozi di quartiere, ora
chiamati ‘negozi di prossimità’, in realtà si sta dimostrando
un’operazione necessaria anche per altre motivazioni. Il punto è che le immense
metrature degli attuali centri commerciali, oltre a non essere funzionali in
questa periodo di contingenza, sembrano non avere più futuro, schiacciate da
costi di gestione enormi, oltre che da un’offerta di massa indifferenziata,
incapace di essere attrattiva. In effetti, in assenza di esperienze e servizi
innovativi, in un contesto in cui l’e-Commerce cresce esponenzialmente, non
basterà più una buona posizione, magari vicino ad uno svincolo autostradale o
all’imbocco di una tangenziale a fare la positiva differenza, come una volta.
Inevitabilmente il mondo
cambia, e le abitudini, anche quelle consolidate, sono soggette a cambiare.
Ora, complice anche l’emergenza sanitaria, si è spinto più forte
sull’acceleratore, verso una direzione che comunque era già segnata. E i
cambiamenti, non dimentichiamolo, anche se dettati da un’emergenza sono in gran
parte destinati a restare, diventando così consuetudine. Certo, per alcuni
settori, come ad esempio il fai-da-te o l’arredamento, gli store di una certa
dimensione resisteranno meglio, per via di merci mediamente più voluminose, che
per giunta il cliente spesso vuole toccare con mano prima di acquistarle.
Cari amici, il negozio di
quartiere è destinato a riprendere piede e riavrà la funzione e il gradimento
che merita. Ovviamente, come tutti possiamo comprendere, sarà ben diverso da
quello di una volta, in quanto sarà anche un negozio di prossimità “on line”,
capace di soddisfare appieno le nuove esigenze del consumatore. Aprire un
negozio di quartiere oggi significa essere parte di un gruppo forte e coeso,
aperto alla collaborazione con gli altri, strutturato come un sito di eCommerce
che raggruppi più attività, magari tutte quelle operanti nel medesimo quartiere
o nello stesso paese (specialmente nei piccoli centri abitati). In questo modo
si potrebbero dividere le spese per la realizzazione di una piattaforma
eCommerce ad hoc che raggruppi l’offerta di più negozi, dando al cliente la
possibilità di realizzare un “Click&Collect” su un unico sito senza dover
effettuare più ordini diversi. Anche le spese riguardanti servizi come la
consegna a domicilio possono essere ottimizzate, se le varie attività riescono a
presentarsi insieme, come un unicum, semplificando così le richieste dei
consumatori.
Amici, la grande distribuzione è destinata a reinventarsi…cambiando pelle! Un ritorno al passato? Di più: un ritorno al futuro!
A domani.
Mario
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