Oristano 22 marzo 2021
Cari amici,
Nella vita, sia quella
umana che quella aziendale, quando per tutta una serie di motivi non tutto gira
come dovrebbe, siamo costretti a rivolgerci ad un esperto: un medico o un professionista che, dopo una prima analisi, ci dice cosa non va e cosa
bisognerebbe fare. Ebbene, oggi, a proposito di aziende, voglio parlarvi
proprio di un “Esperto”, una specie di “medico aziendale”, più noto come “GROWTH
HACKER”, termine inglese che, tradotto in italiano, significa “crescita" (Growth),
raggiunta però operando fuori dagli schemi ordinari (Hacking)”. Il Growth
Hacker è dunque un professionista in grado di far crescere un'azienda
attraverso metodi non convenzionali, tanto da poter affermare, con una buona
dose di certezza, che il Growth Hacker aiuta le imprese, i liberi professionisti
e le aziende a trovare la propria strada per la crescita.
Nella realtà difficile
che le aziende stanno vivendo oggi, la necessità di avere all’interno un
professionista capace, fantasioso e innovativo, è reale. Oggi fare il Growth
Hacker è una vera professione, una specie di medico aziendale, con “medicine”
e metodi di lavoro creativi. In questo momento grandi aziende come Facebook,
Google, Amazon, hanno tutte al loro interno un team di professionisti, che costituiscono
il Growth Hacking, una squadra d’assalto al mercato, con una forza dirompente
che mette in atto un processo nel quale ci si prefigge di sperimentare
velocemente più cicli di crescita su più canali, fino a raggiungere il
cosiddetto ‘Hack'. Ma vediamo come si muove in azienda il Growth Hacker.
Il lavoro del Growth Hacker
è basato sulla velocità di esecuzione in un processo continuo, ragionato, attraverso un Mindset (Il termine deriva dalla psicologia cognitiva, che
pone l'attenzione su come le persone processano le informazioni, la modalità di
pensare e le proprie convinzioni, globalmente definite con il termine mindset),
che privilegia il pensiero laterale e l’out of the box thinking. Certamente una
sistema nuovo di lavoro, che può essere definito “metodo scientifico”, basato
su cicli di esperimenti e sulla loro misurazione; in sostanza il Growth
Hacker è un "vero inventore", un innovativo senza precedenti! Vediamo
meglio questi cicli ed esperimenti.
Il ciclo è un
concetto preso in prestito dall'approccio Lean Startup (termine che indica l’approccio
radicale per il lancio di idee e attività innovative) e si basa sullo schema:
Learn, Build, Measure; tutto il lavoro del Growth Hacker, si snoda su
queste tre fasi, ciclicamente attraverso una sperimentazione continua su una
tabella di tempo definita. L'esperimento è inteso nel senso scientifico del
termine: deve quindi essere misurabile e ripetibile in scala.
Una volta che il Growth
Hacker ha fatto tesoro e applicazione di questi concetti, dà l’avvio all’approccio
pratico (il più semplice e semplificato che esiste), che si snoda in 4 punti: 1.
Brainstorming e backlog; 2. La validazione delle idee; 3. La pratica; 4. La
misurazione dei risultati. Partendo dal punto 1, Backlog e Brainstorming,
che rappresentano i primi passi da muovere, è molto importante considerare
quali sono gli obiettivi e il tempo a disposizione. Definire, poi, gli OKR
(objective key results) sul necessario tempo a disposizione; in questa fase
risulta fondamentale studiare meticolosamente il business model del cliente, ed
avere una visione più pulita possibile del mercato di riferimento.
Al secondo punto viene la
validazione delle idee. Dopo la aver vagliato e classificato tutta un serie
di azioni possibili, il team, supervisionato dal Growth Hacker, procede a "stabilire le priorità":
ogni proposta viene votata da tutti e viene classificata secondo un punteggio.
Ci sono vari sistemi per farlo, uno di questi è ICE score, un sistema
che serve per dare un punteggio in base a tre parametri: - Impact
(impatto), ovvero "se funzionerà quale sarà l'impatto"? - Confidence
(risolutività), cioè "Quanto siamo sicuri di farcela"? - Ease (fattibilità), nel senso di "Quanto è facile farlo", in termini di tempo, risorse, lavoro e difficoltà? Il
calcolo è semplice e la risultante da 1 a 10 dirà se il potenziale di crescita
è alto o basso per quell'idea. Se l’idea è buona avrà la priorità su tutte le
altre nel documento.
Al terzo punto si arriva
alla Pratica. Una volta che il Growth Hacker ha deciso con il team quali
idee ha senso mettere in pratica, queste devono essere trasformate in
esperimenti e quindi essere: 1, misurabili tramite una metrica, 2, ripetibili
su scala più grande. Il lavoro svolto dal team procede quindi a
calendarizzare. Si crea un Experiment Sheet per ogni esperimento, ovvero un
dossier che raccoglierà tutte le informazioni ricavate dall'esperimento.
Nel quarto punto, si
passa all’analisi dei risultati. Dopo che l'esperimento si è concluso,
la raccolta dei dati darà le necessarie conferme: ipotesi corretta, non
corretta, ottimizzabile. Se la metrica in oggetto non ha dato risultati
soddisfacenti rispetto agli OKR, si passa all'esperimento successivo senza
tanti rancori. Questa fase si basa tantissimo sulla corretta lettura dei dati
di analisi, che non è una cosa per niente banale e che non può essere
considerata soltanto in ottica data-driven.
Cari amici, la sintesi
che avete letto non certo esaustiva del problema, ma esclusivamente una prima
visione di ciò che, di questi tempi, risulta necessario porre in atto, da parte delle aziende, per
restare competitive e vincenti sul mercato. L'obiettivo finale di ogni azienda è
quello di ottenere il miglior risultato possibile con il minor numero di
risorse investite, in un'ottica di continua ottimizzazione e misurazione. Chi
di Voi lettori è interessato a questo argomento, può consultare gli appositi
siti che gli illustreranno meglio tutti i dettagli. Eccoli:
• GrowthHackers.com, è un sito realizzato da Sean
Ellis che raccoglie e aggrega news di vari esperti;
• Startup-marketing.com, è il primo sito sempre di
Sean Ellis che parla di Growth Hacking a 360°;
• il gruppo Facebook Growth Hackers.
A domani, amici!
Mario
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