Oristano 20 marzo 2021
Cari amici,
Quello che ora propone
ufficialmente L’Unione Europea, altro non è che il provvedimento che l’estate
scorsa il Presidente della Regione Sardegna Solinas propose per evitare quel
tremendo contagio che poi si rivelò peggiore delle attese. Solinas, credo che
nessuno lo possa escludere, è stato il Presidente che cercò – seppure invano – di
‘inventare’ il passaporto sanitario, ma fu preso per matto! Fu il primo a
pensare a una sorta di certificato di negatività al virus per chi voleva arrivare
in Sardegna in vacanza. La sua fu una battaglia osteggiata, portata avanti tra
polemiche, diffidenza e sconfitte davanti al TAR. Ora, invece, lo spinoso
problema torna d'attualità, tanto è vero che è l’Unione Europea a cercare di istituire
un “passaporto sanitario”.
La Commissione europea,
infatti, mercoledì 17 marzo, ha presentato la proposta legislativa di creare un
Certificato digitale verde (Digital Green Certificate), un documento
noto già come «passaporto vaccinale», creato per facilitare la libera
circolazione sicura all’interno della UE durante la pandemia. L’idea che ha
guidato la Commissione nel cercare di dare vita a questo documento è quella di
creare «un certificato per evitare divisioni e blocchi» tra i Paesi membri
dell’Unione e «facilitare gli spostamenti dei cittadini europei», specie in
vista dell’estate 2021. Ma vediamo meglio come sarà concepito questo documento.
La proposta della
Commissione (ancora nella fase di studio e quindi soggetta a modifiche in sede
di discussione), prevede la regolamentazione comunitaria delle diverse,
singole iniziative, prese dai diversi Paesi dell’Unione, proposta che successivamente
dovrà essere approvata secondo la normale procedura di co-decisione, seppure
accelerata, per consentirne l’entrata in vigore in tempi rapidi. Per essere
pronta prima dell’estate, ha detto la Commissione, «la proposta dovrà essere
adottata rapidamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio».
Ma quali condizioni sono
necessarie per ottenere il «passaporto»? Il certificato ipotizzato permetterà
di viaggiare per turismo a tre condizioni: 1. che si sia vaccinati (con
uno qualsiasi dei vaccini approvati e utilizzati sul territorio UE: ma gli
Stati membri possono decidere di accettare altri vaccini in aggiunta, per
consentire l’accesso a cittadini di Paesi dove sono in uso altri vaccini); 2.
che si sia negativi a un tampone (test NAAT/RT-PCR o test rapido antigenico) 3.
che si sia guariti dal Covid (il che è dimostrabile attraverso un test
sierologico).
Vediamo ora quali
informazioni figureranno nel passaporto. Il certificato includerà un insieme
limitato di informazioni, come nome, data di nascita, data di rilascio,
informazioni rilevanti su vaccino/test/recupero e un identificatore univoco del
certificato. Questi dati possono essere controllati solo per confermare e
verificare l’autenticità e la validità dei certificati. E dove sarà valido?
Il documento sarà valido in tutti gli Stati membri e aperto a Islanda,
Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Per ora non è possibile stabilire
quando entrerà in vigore il nuovo documento, né quando sarà distribuito.
Si prevede che il “Certificato” potrebbe essere operativo a partire da Giugno, e
sarà disponibile sia in versione cartacea che digitale; sarà legalmente
vincolante per tutti gli Stati membri. Il certificato sarà gratuito e sarà
disponibile nella lingua o nelle lingue ufficiali dello Stato membro di
rilascio e in inglese. Tutte le persone, vaccinate e non vaccinate, dovrebbero
beneficiare di un certificato verde digitale quando viaggiano nella UE.
Chi potrà avere il
passaporto? Il documento dovrebbe essere rilasciato
ai cittadini UE e ai loro familiari, indipendentemente dalla loro nazionalità,
ai cittadini di Paesi terzi che risiedono nella UE e ai visitatori che hanno il
diritto di recarsi in altri Stati membri. Come sarà garantita l’autenticità? La
sicurezza e l’autenticità del certificato saranno garantite da un Qr Code,
che conterrà le informazioni chiave necessarie e una firma digitale per
assicurarsi che il certificato sia autentico. La Commissione ha assicurato ai
singoli Paesi che istituirà uno sportello per garantire che tutti i certificati
possano essere verificati in tutta l’UE e che è pronta a sostenerli
nell’attuazione tecnica dei certificati. Cosa cambierà per chi ha il
passaporto? Agli Stati rimane la
responsabilità di decidere quali restrizioni alleviare ai viaggiatori, ma
dovranno essere uguali per tutti i possessori del certificato verde. Uno Stato
membro potrà continuare a imporre la quarantena o test ai titolari di un
certificato verde digitale, ma dovrà notificarlo alla Commissione e a tutti gli
altri Stati membri e dovrà giustificare la decisione.
Come saranno tutelati i
dati personali? La Commissione ha anche garantito «il
pieno rispetto della protezione dei dati personali». In particolare, nel suo
comunicato, ha assicurato che «nessun dato personale dei titolari dei
certificati passa attraverso» il sistema di verifica «né è conservato dallo
Stato membro che effettua la verifica». Il sistema dei certificati verdi
digitali — spiega la Commissione nelle sue FAQ — «non richiederà la creazione e
la manutenzione di una banca dati a livello dell’Ue». La Commissione ha
garantito anche che questa strategia consentirà di integrare anche certificati
compatibili rilasciati in Paesi terzi. Infine è stato anticipato che questa
misura non sarà definitiva. La Commissione ha spiegato che sarà temporanea, e
verrà sospesa una volta che l’Organizzazione mondiale della sanità dichiarerà
la fine dell’emergenza sanitaria internazionale.
Cari amici, niente di
nuovo sotto il sole, a dimostrazione che i sardi, seppure allevano pecore non sono pecoroni! Se già dall’estate scorsa si fosse dato retta alla proposta
lanciata dalla Sardegna, molto probabilmente ci sarebbero stati meno contagi e
meno morti. Per ora la Regione Sardegna cerca di cautelarsi stabilendo il
divieto, per le prossime festività, di far raggiungere le seconde case ai “continentali”,
che verrebbero a bivaccare nell’isola in gran numero, poi si vedrà. Vorrei
dire, come affermava una volta nella TV della prima ora il maestro Manzi,
relativamente alla mancata istruzione degli italiani, “Non è mai troppo tardi”!
A domani.
Nessun commento:
Posta un commento