Oristano 12 marzo 2021
Cari amici,
Che sulla protezione
dell’ambiente in Italia siamo parecchio indietro è una triste realtà. Finalmente,
ora, con l’arrivo del Governo Draghi, si è dato vita ad un apposito Ministero,
quello della transizione ecologica, che metterà sul campo provvedimenti tali di
portare il nostro Paese alla pari degli altri dell’UE. Ora, col il nuovo Ministero,
si provvederà ad allineare il Recovery Plan italiano al Green Deal
europeo, mettendo in cantiere provvedimenti rivoluzionari rispetto a
quelli attuali.
Il Green Deal Europeo è
un piano che prevede queste azioni concrete: investire in tecnologie rispettose
dell'ambiente, sostenere l'industria nell'innovazione, introdurre forme di
trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane, de-carbonizzare
il settore energetico, garantire una maggiore efficienza energetica degli
edifici, collaborare con i partner internazionali per migliorare gli standard
ambientali mondiali. Per realizzare tutto questo il sostegno finanziario e
tecnico arriverà dall'UE, con l'obiettivo di sostenere le persone, le imprese e
le Regioni “più colpite dal passaggio all'economia verde”.
In sostanza, le copiose risorse
pioveranno sulle zone più inquinanti, per spingerle ad imboccare la strada
verde senza incontrare un collasso economico. È il cosiddetto “meccanismo
per una transizione giusta”, che contribuirà a mobilitare almeno 100
miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Quelli messi sul tavolo direttamente
dall'Europa sono 7,5. L'importo assegnato all'Italia dovrebbe essere poco oltre
i 360 milioni, che però lieviteranno a 1,3 miliardi grazie a un
co-finanziamento nazionale e a 4,8 miliardi se si considera la stima delle
risorse mobilitate.
Un piano certamente
rivoluzionario, ma che per essere realizzato compiutamente necessita dell’aiuto
di tutti noi. Si, perché, per riportare il mondo al rispetto dei meccanismi
naturali, tutti debbono collaborare attraverso le piccole azioni quotidiane, anche
se apparentemente sembrano di poco peso. La tutela dell’ambiente, terrestre, marino
ed aereo potrà essere raggiunto solo attraverso un capillare coinvolgimento dei
cittadini, che dovranno essere opportunamente sensibilizzati: dalle famiglie
alle scuole, dai cittadini ai turisti, dagli studenti agli insegnanti. In
realtà il suggerimento è che per il ripristino dell’ambiente dovrà essere
applicato il famoso “effetto farfalla”.
Il così detto “Effetto
Farfalla”, nasce dalla famosa teoria di Edward Norton Lorenz (West
Hartford, 23 maggio 1917 – Cambridge, 16 aprile 2008), un matematico e
meteorologo statunitense noto per essere stato uno dei pionieri e sviluppatori
della moderna teoria del caos, avendo introdotto la nozione di attrattori
strani e coniato il neologismo ‘effetto farfalla’. Lorenz, in una sua
Conferenza tenuta nel 1972 disse: "Può, il batter d'ali di una farfalla
in Brasile, provocare un tornado in Texas". Ovviamente era solo un
paradosso, utilizzato al fine di porre l’attenzione sulla responsabilità che
ogni cittadino ha nei confronti di un ecosistema gravemente compromesso.
Lorenz in realtà voleva
mettere in chiaro che oltre le intenzionali cattive condotte aziendali, che
certamente avrebbero dovuto cambiare, anche i ‘piccoli’ gesti del cittadino
comune, ripetuti nel tempo e privi della dovuta attenzione, portano a
conseguenze disastrose. Basti un esempio: i furti di sabbia, i sacchetti di
plastica lasciati al vento, i rifiuti abbandonati in spiaggia o la deturpazione
di monumenti naturali, stanno già compromettendo il fragile equilibrio marino e
costiero, a discapito di tutta la fauna marina e di una flora endemica che va
salvaguardata con estrema attenzione.
Grammenos Mastrojeni, insegnante
di Ambiente e Geo-strategia in vari atenei e dedito da oltre vent'anni al tema
dei cambiamenti climatici del pianeta (già coordinatore per l'ambiente della
Cooperazione allo sviluppo, dal 2019 è vicesegretario aggiunto dell'Unione per
il Mediterraneo, con sede a Barcellona), ha appena pubblicato un libro dal
titolo “Effetto farfalla”, una riflessione sulle scelte individuali che possono
rendere il sistema in cui viviamo più equo e più felice. “Dobbiamo provare a
far diventare contagiosi i buoni esempi, non i virus. E avere un ministero che
si occupa di ambiente e di economia, con un mandato forte come quello del
governo Draghi, ci aiuterà. A patto di non aspettarci che tutto cali dall’alto:
è la somma delle buone azioni quotidiane che fa la differenza”, ha detto in
una delle tante interviste. A chi contesta l’idea che sia il Governo ad
accentrare l’azione per una forte transizione ecologica, lo studioso risponde
così: “il ruolo delle Istituzioni, se funzionano bene, è proprio questo:
creare la cornice atta a stimolare i comportamenti virtuosi diffusi dei
cittadini”.
Cari amici, tutti noi
siamo tenuti a usare ogni giorno comportamenti virtuosi per il bene comune. Prendiamo
ad esempio il più semplice degli atti: mettersi a tavola. Ci sono più di 800
milioni di persone che stanno male perché il loro piatto è troppo vuoto e 2
miliardi che stanno male, invece, perché il loro piatto è troppo pieno o
riempito con cibo spazzatura! Allora, se ci rendessimo conto che nel mondo
ricco il sovrappeso e le malattie associate – come il diabete o le patologie
vascolari - riducono l’attesa di vita di 2,7 anni, bruciano l’8,5% dei bilanci
per la sanità, deprimono la ricchezza prodotta del 3,3%, capiremo perché doppiamo
cambiare. Ad avere in futuro un mondo più equo ed ecologico dobbiamo
contribuire tutti, nessuno escluso.
A domani.
Mario
1 commento:
Peccato che tutte questi paroloni, come "transizione ecologica", non abbiano alcun senso logico! Il termine "transizione" significa passare da uno stato ad un altro, "ecologica" dovrebbe indicare il rapporto delle attività umane con l'ambiente circostante. Qualunque attività umana, qualunque civiltà, antica, passata, moderna o futura, inciderà comunque sull'ambiente. L'obiettivo che ambiscono ufficialmente è la riduzione della produzione dell'anidride carbonica, praticamente è la riduzione della popolazione mondiale. Ma l'anidride carbonica non è gas serra! Il motivo vero è il consumo dei combustibili fossili o liquidi così da creare uno stato permanente di recessione economica. Il picco nella produzione mondiale di petrolio si dovrebbe verificare entro il 2050-70 e la popolazione globale dovrebbe seguirla con 10-15 anni di ritardo. Stanno giocando d'anticipo perchè sono con l'acqua alla gola. Perchè? Perchè la borsa è legata al petrolio. Se crolla la produzione petrolifera tutta l'architettura monetaria attuale crolla anche essa. Ricordiamoci che si stava sviluppando la crisi dei repos nel 2019...
P.s: si legga quest'articolo ( https://www.zerohedge.com/energy/why-green-new-deal-more-expensive-joe-biden-realizes )!
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