Oristano 13 marzo 2020
Cari amici,
Ci sono due dati
inconfutabili che conducono alla ricerca di nuovi metodi di coltivazione “non
tradizionali”: l’aumento della popolazione che, secondo studi recenti, dovrebbe
superare i 10 miliardi di persone nel 2050, e le crescenti variazioni climatiche
che stanno portando a desertificare zone in precedenza fertili e produttive. Queste
due pericolose variabili stanno facendo lavorare i migliori cervelli del mondo
per cercare di “inventare” nuove forme di produzione di cibo, che vista la
scarsità di risorse terrestri potrebbe arrivare dalla “coltivazione” del mare.
Si, amici, l’idea
avanzata dagli studiosi è quella di coltivare piante terrestri all'interno di
biosfere sottomarine. Uno di questi progetti, certamente ambizioso, è stato ribattezzato
l’Orto di Nemo, che, sperimentato fin dal 2012, sembra avviato a
svolgere un ruolo importante, avendo già conseguito risultati positivi e
prestigiosi e riconoscimenti a livello internazionale. Il progetto, promosso dalla
Mestel Safety, del gruppo Ocean Reef, azienda con base in
California e Genova specializzata nella produzione di apparecchiature
subacquee, con l’avvio dell’Orto di Nemo sembra aver raggiunto lo scopo: quello
di affiancare ai tradizionali sistemi agricoli, la coltivazione di vegetali all’interno
di biosfere sottomarine.
Quanto sperimentato
finora è apparso molto confortante, in quanto si sono ottenuti buoni risultati facendo
crescere all’interno delle biosfere collocate sott’acqua diversi tipi di vegetali
senza bisogno di attingere a risorse provenienti dall'esterno. Le condizioni
climatiche sotto la superficie marina sono favorevoli: la temperatura costante
della massa d'acqua che circonda la biosfera facilita la crescita dei vegetali,
mentre la struttura preserva i vegetali dagli attacchi dei parassiti, azzerando
l’uso di pesticidi. Insomma, dentro ogni biosfera si crea un ecosistema in
grado di autosostenersi, con l’ossigeno e l’anidride carbonica che vengono
prodotti dalle stesse piante e con l’acqua per l’irrigazione che arriva
direttamente dal mare che evapora all’interno della semisfera, gocciolando poi
sulle piante!
Non solo. Dentro la
biosfera la pressione, la luce e persino la percentuale di umidità influenzano
direttamente la crescita delle piante. La stessa composizione, in termini di
metaboliti primari e secondari, risulta migliorata. A largo delle coste liguri
(di fronte a Noli) sono state fissate al fondale delle biosfere di metacrilato,
posizionate ad una profondità compresa tra i 6 e i 10 metri. All’interno di
queste biosfere sono state collocate razionalmente numerose piante, in
particolare di basilico, che si sono ambientate perfettamente presentando uno
sviluppo eccellente.
Luisa Pistelli, docente
di Farmacia dell'università di Pisa, che segue con attenzione il progetto ha
affermato: "Un ecosistema così diverso da quello terrestre per
pressione, luce e umidità, influenza la crescita delle piante, ma anche la loro
composizione in termini di metaboliti primari e secondari; noi abbiamo valutato
la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali sotto il profilo
fisiologico, chimico e morfologico e dall'analisi è emerso che il basilico
cresciuto nelle biosfere è più ricco di sostanze antiossidanti e di pigmenti
fotosintetici per catturare meglio la minor luce che riceve rispetto a quella
terrestre. È inoltre più ricco di metil eugenolo, l'aroma volatile
caratteristico del basilico genovese, rispetto a quello tradizionale che cresce
sulla terraferma".
Cari amici, credo che la
strada imboccata sia proprio quella giusta, perché questa avveniristica “coltivazione
sottomarina”, pare dimostrare che funzioni molto bene, e sarà capace di dare
una mano all’umanità sempre più numerosa sulla faccia della terra. L’analisi
effettuata sulle coltivazioni, anche dal punto di vista dell’aspetto esteriore,
non ha rilevato differenze morfologiche al microscopio a scansione. Le sfere
sottomarine si stanno rivelando dunque delle serre ottimali per la crescita
delle piante, in particolare utilizzando la tecnica idroponica, con temperature
costanti ed elevata umidità. Un sistema molto efficiente, particolarmente utile
come alternativa in quelle zone desertiche dove c’è escursione termica elevata
e scarsità d’acqua dolce.
L’Italia, dunque, e in
particolare la Liguria, in prima fila nello studio di nuove strade per
l'agricoltura del futuro. Ciò grazie alla brillante idea di Sergio Gamberini, Presidente
di Ocean Reef Group (azienda famigliare specializzata in attrezzature e servizi
per i sub) che già nel 2012 si rese conto che sott'acqua c’erano le condizioni favorevoli
per un’agricoltura del futuro, innovativa e capace di produrre cibo senza l’utilizzo
della terra. Ora, davanti alle coste del comune di Noli, c'è l'Orto di Nemo,
dove basilico e lattuga crescono dentro biosfere a 6-8 metri al di sotto della
superficie del mare, e chi ha gustato questi prodotti dice che sono addirittura
migliori di quelli prodotti a terra!
A domani.
Mario
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