Oristano 16 marzo 2020
Cari amici,
Che le donne tengano
molto più di noi uomini alla cura del corpo è una realtà che è sempre esistita,
non uno sfizio dell’età moderna. È qualcosa di ben più radicato, che affonda le
sue radici nei secoli. Ci basti pensare alla civiltà egizia, a quella greca e
poi a quella romana, che fu capace di amalgamare tutto lo scibile precedente in
questo campo, arrivando ad una precisa cura della persona, tanto che gli
esperti attribuiscono ai romani il primato di essere i primi inventori dei
Beauty Center.
Si, amici, il desiderio
di mostrare un corpo curato e in ordine, di apparire in società al meglio, di mostrare
insomma la propria bellezza, per i romani era diventata un’ossessione, e, per
ottenere ciò, si servivano di numerosi prodotti, che potevano rendere corpo, pelle, capelli
e quant’altro nella forma migliore. Per le donne in particolare, questo
desiderio è sempre stato insito nel loro DNA, tanto che esse hanno cercato
sempre di mostrare un corpo ricco di fascino con una pelle ben curata e
profumata. A supportare questo desiderio femminile (successivamente, almeno in
buona parte, imitato anche dal mondo maschile), nacque una fiorente industria cosmetica,
capace di avanzatissime tecniche e in grado di fornire olii e unguenti
profumati ed emollienti, attraverso processi di lavorazione validi ancora oggi.
I romani, ispirati dalla
civiltà greca, iniziarono così a curare il corpo in maniera meticolosa. In
precedenza questa consuetudine praticata dai greci era considerata sintomo di
mollezza, tanto che il popolo greco era ritenuto troppo “effeminato”. Nell'antica Roma ad iniziare a curare con attenzione il proprio corpo furono prima le
donne romane, seguite poi anche dagli uomini, dedicando lunghe attenzioni e cure alla pelle del viso e del corpo in modo costante, per far sì che fosse sempre splendente, morbido e allo stesso tempo sodo; veniva così mostrato in pubblico ben curato, con i capelli lucidi e puliti e il viso
quanto più chiaro possibile. Il corpo così preparato andava poi profumato con
l’utilizzo di bagni particolari, versando nelle acque vino e spezie, oppure
olio di rose accompagnato da fieno greco, miele e maggiorana.
Più che in casa le cure
di bellezza venivano effettuate dai romani alle Terme, grandiose strutture pubbliche
realizzate con tutti i confort; le Terme erano dotate di Calidarium, Frigidarium, e saune per ridare
tono e vitalità al corpo. Nella civiltà romana le Terme costituivano un luogo
ambito e ricercato, e avevano raggiunto livelli di altissima qualità, tanto
che possono essere considerate i primi beauty center al mondo. Questi
locali, sempre aperti a tutti e spesso anche utilizzabili a titolo gratuito, divennero
un’istituzione nelle grandi città romane a partire dal II a. C., quando si
iniziarono ad apprezzare i vantaggi di una buona igiene.
Successivamente le Terme vennero
costantemente perfezionate con l'utilizzo di avanzatissime tecniche di
riscaldamento delle acque, e il loro crescente gradimento consentì poi la
diffusione in tutto l’Impero. Nei complessi più grandi, in particolare a Roma, dove le Terme di Caracalla, erano qualcosa di straordinario! Recenti scavi in questo luogo hanno rinvenuto addirittura i resti
di un teatro, di fontane e di giardini, con anche negozi e biblioteche, un luogo avveniristico per allora, tale da
essere paragonato ai grandi centri di benessere attuali: insomma forse il primo,
anche se antico, shopping center del mondo!
Sia a casa che alle Terme
le donne delle famiglie più abbienti non lesinavano certo l’utilizzo dei prodotti
di bellezza! Se il tenore di vita era alto e le finanze floride (i cosmetici
più pregiati che arrivavano da ogni parte dell‘impero erano molto costosi), esse non
si privavano di nulla. Le fragranze più ricercate venivano dall’Egitto, da
Cipro e dalla Grecia; i Balsami e gli Unguenti venivano venduti in preziose boccette,
alcune giunte fino a noi e anche oggi, con grande meraviglia, possono essere
ammirate nei musei archeologici.
La vita, che non era
certo affannosa e di corsa come quella di oggi per le famiglie dell’alta società,
vedeva le matrone romane dedicarsi a lunghi bagni, utilizzando detergenti come creta
o farina di fave, prodotti per l’esfoliazione della pelle, per la depilazione
con una pasta a base di olio, pece, resina e sostanze caustiche, mentre per i
massaggi era utilizzato l’olio d’oliva. Poppea divenne famosa per i suoi bagni
nel latte d’asina, utili per rassodare e ammorbidire la pelle; per le maschere
di bellezza venivano utilizzati i lupini, il miele e diversi tipi di legumi.
Queste tecniche di
bellezza le ritroviamo negli scritti di Plinio, di Galeno e di Ovidio, dove vengono dettagliatamente descritte nei loro diversi utilizzi. Ad esempio di sera prima del riposo
notturno, oppure la mattina prima dell’inizio della giornata e con l’applicazione
del trucco prima di uscire di casa. La preparazione prevedeva lo schiarimento
della pelle, che veniva trattata con la nivea cerussa, gli occhi scuriti con
l’antimonio, le guance e le labbra colorate di rosso con polvere di ocra
(derivata dall’argilla, che contiene ossidi minerali e si presenta in una vasta
gamma di colori: arancione, rosso, giallo, marrone e le sfumature di questi
colori), alcanna, succo di more o con il solfuro di arsenico, tra l’altro molto
pericoloso.
Quanto agli antidoti per
fermare le rughe del viso, le matrone dell’antica Roma conoscevano già le
antenate delle moderne creme antirughe; queste venivano preparate con grasso
animale, amido e sostanze oleose. Una volta spalmata la mistura sul viso, si passava
al trucco, anch’esso molto curato e apprezzato: gesso per viso e braccia e
fuliggine o inchiostro di seppia per i nei finti e il contorno degli occhi.
Anche la cura dei capelli e dei denti era meticolosa. I capelli venivano spesso
infoltiti con altri posticci e acconciati con riccioli sovrapposti, i denti
strofinati con polvere di corno, l’alito profumato con il prezzemolo e le
imperfezioni nascoste dietro finti nei.
Cari amici, che dirvi di
più? Indubbiamente le donne romane, ovviamente quelle appartenenti all’alta
società di allora, potevano contare per tutto questo maquillage su un supporto
di fondamentale importanza: “le schiave cosmetae”, delle figure femminili particolari, deputate alla cura della bellezza delle proprie padrone e alla
produzione dei cosmetici. Quella romana era una società ben diversa da quella che viviamo noi
oggi; magari molto meno democratica ma anche meno ansiosa e meno carica di stress, in quanto vissuta con l'antica calma e non sempre di corsa. La nostra sarà pure considerata moderna, ma carica di mali come la fretta, l'ansia e il consumismo figlio dell'usa e getta. Tuttavia il legame con l'antica civiltà romana è rimasto: non vi è dubbio, infatti, che sia stata "la civiltà dell'antica Roma", quella delle matrone, a creare i
presupposti per la nascita della moderna cultura della cura della bellezza, sia maschile che
femminile.
A domani.
Mario
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