Oristano 3 marzo 2020
Cari amici,
Le interessanti
conferenze relative alla “Donne protagoniste del Medioevo sardo” si sono
concluse nel pomeriggio del 28 febbraio con la relazione del prof. Giovanni
Strinna, che ha evidenziato ai numerosi partecipanti la figura della Badessa
di San Pietro di Silki, Massimilla. Il professor Strinna è docente presso l’Università
degli Studi di Sassari, Dipartimento di scienze umanistiche e sociali. Una
bella iniziativa, quella portata avanti dall’Associazione amici del Romanico,
focalizzata sulla conoscenza delle importantissime figure femminili del Medioevo sardo, che ora,
arrivati ormai alle porte della stagione primaverile, si completerà con la
visita alle testimonianze rimaste di quel glorioso periodo medioevale: Chiese,
Monasteri, Arredi e Dipinti.
La prima di queste visite
guidate sarà a Cagliari, in calendario il prossimo 8 marzo. Il programma
prevede le visite alle chiese di San Saturnino e di San Pietro dei pescatori; verrà
visitata anche l'area archeologica di Sant'Eulalia, che ha vinto recentemente
il premio Francovich. La quota di partecipazione è di 15 € (con mezzo proprio 5
€). È previsto il pranzo al sacco nei giardini pubblici. Partenza alle ore 8,15
da Santa Giusta e alle 8,30 da Oristano in via San Francesco. Chi intende
aderire può inviare una mail a: amicidelromanico@gmailcom, oppure un messaggio
a Marisa 3498714770, o Antonio 3394202653 o Antonello 3475073474.
Tornando all’ultima
conferenza, svoltasi come le precedenti presso il Museo Diocesano Arborense,
diretto dall’Arch. Silvia Oppo, l’analisi fatta dal docente ha messo in
evidenza la figura di una importante Badessa del Monastero di san Pietro di
Silki: Massimilla. Lo ha fatto basandosi su quanto contenuto nei “Condaghi”,
quei registri che venivano redatti e custoditi nei monasteri e che
evidenziavano lo svolgersi della vita economica e sociale del periodo. Di
questi documenti ne esistono diversi: da quello di Santa Maria di Bonarcado al
Condaghe di San Pietro di Trullas, da quello di Santa Maria di Codrongianos a
quello di San Pietro di Silki, per citare i più noti. L’analisi fatta dal
professor Strinna si è focalizzata in particolare sul Condaghe di San Pietro di
Silki, dove risulta ben evidenziata la figura dell’Abadessa Massimilla.
L’analisi fatta del Condaghe
di San Pietro in Silki (le prime carte sono del 1065-1180, periodo del regno di
Barisone e Mariano, giudice di Arborea e Torres) ha messo in luce che gli
scritti in essere più frequenti sono quelli della Badessa Massimilla negli anni
intorno al 1180. Dagli scritti si rileva che quel codice (Condaghe) è in realtà una “ricopiatura
e riconferma” di carte che preesistevano, rinnovate dalla Badessa su impulso di Gonario II di
Torres, della moglie Maria degli Ebriaci e del figlio Rege Barisone.
Il Condaghe di San Pietro
di Silki riporta in modo dettagliato gli atti relativi alla acquisizione per acquisto, permuta o
donazione, relativi alla consistenza patrimoniale di chiese e monasteri
del circondario dell'abbazia benedettina di Silki fondata a Sassari attorno al
1065. Il Condaghe include dunque i vecchi condaghes di San Pietro (a partire
dal 1065), di Sant'Imbiricu (San Quirico) e di Santa Maria di Codrongianos. Il
manoscritto in parola è conservato presso la Biblioteca Universitaria di
Sassari.
Ecco un piccolo frammento
di quanto scrive nel Condaghe la Badessa Massimilla: «Ego Maximilla,
abatissa de scu. Petru de Silki ki lu renouo custu condake, ad unore deus
innanti, e de scu. Petru e de sca. Julia, e ccun boluntate dessu donnu meu
iudike Gunnari, e dessu fiiu iudike Barusone, e dessos frates, e dessos
maiorales de Locudore, dandem’isse paragula de renobarelu su condake.».
Il professor Strinna, storico e grande
e straordinario studioso del Condaghe di San Pietro di Silki, ha dato vita, insieme
al professor Alessandro Soddu, anch’egli docente presso l’Università di Sassari,
ad una nuova edizione di questo importante documento (libro edito dalla Ilisso),
ad oltre un secolo dalla prima pubblicazione. Un’opera imponente, che al testo
di quello che viene ritenuto “Il Condaghe” sardo per eccellenza, ha affiancato
alla traduzione due saggi che tracciano la storia di una delle chiese più amate
dai sardi e in particolare dai sassaresi.
Un documento preziosissimo
il Condaghe di San Pietro di Silki, considerato il più importante registro del
medioevo sardo sia per la quantità di dati contenuta sia per l’antichità delle
notizie stesse, alcune delle quali risalgono alla seconda metà dell’XI secolo; è
scritto in sardo come gli altri condaghes pervenuti e appartenenti all’Abbazia
di San Michele di Salvennor, nei pressi di Ploaghe, al priorato di San Nicola
di Trullas, vicino a Semestene, e a quello di Santa Maria di Bonarcado nel
giudicato di Arborea. È la storia di una grande abbazia, quella di San Pietro
di Silki, situata all’interno del giudicato di Torres.
Anche la Badessa Massimilla,
dunque, può essere annoverata tra le donne importanti del Medioevo sardo; donna
colta e intelligente che, con grande accortezza, visto il cattivo stato dei
Condaghe precedenti, li rinnovò facendoli riscrivere a nuovo, tramandando così ai
posteri la situazione culturale ed economica dell’epoca. Anche l’Abbazia “al
femminile” di San Pietro di Silki, come tutte le cose di questo mondo, finì per
andare lentamente in estinzione. Agli inizi del XV secolo la monaca Antonia,
una delle ultime abitanti del monastero benedettino femminile di San Pietro di
Silki, partì per un pellegrinaggio in Terra Santa, per genuflettersi davanti al
Santo Sepolcro, e non fece più ritorno all’Abbazia. La sua scomparsa, di fatto,
segnò la fine di un’epoca: l’abbazia nel 1467 verrà assegnata ai frati
francescani.
Cari amici, un sincero grazie
all’Associazione Amici del Romanico, che con la sua opera meritoria si
preoccupa di conservare e far conoscere, a noi ed alle nuove generazioni, i
ricordi del nostro antico e glorioso passato. Ora, dopo le conferenze, partecipiamo
tutti alle visite guidate!
A domani.
Mario
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