lunedì, marzo 23, 2020

INQUINAMENTO E FONTI. SI CONDANNA TANTO L’AUTO, MA SI DIMENTICA CHE LA PRINCIPALE FONTE INQUINANTE È IL RISCALDAMENTO DOMESTICO!


Oristano 23 marzo 2020
Cari amici,
Spesso è molto più semplice fare di tutta l’erba un fascio! Che l’inquinamento prodotto dalle fonti di energia da combustibili fossili fosse elevato, creando una situazione che rischia di andare fuori controllo è certamente vero, e nessuno può negarlo. Le Fonti di energia non rinnovabili (carbone, petrolio, gas, etc,) che nel mondo si utilizzano, possono essere distinte, come utilizzo, in tre grandi filoni: l’energia necessaria alle fabbriche, poi quella per la circolazione dei veicoli e infine quella necessaria per il riscaldamento domestico. Però, mentre per ridurre l’inquinamento sono state varate da tempo norme altamente restrittive sulle emissioni prodotte dall'industria e quelle create dalla circolazione dei veicoli, poco o nulla si è deciso per mettere argine all'inquinamento prodotto dai numerosi impianti di riscaldamento domestico antiquati e obsoleti.
Le emissioni inquinanti prodotte dall'industria, grazie alle nuove norme, severe e più restrittive, sono andate progressivamente riducendosi nel corso degli anni, così come anche l’inquinamento prodotto dal settore automobilistico, prima alimentato da carburanti ricchi di zolfo e di piombo, che ha visto una costante riduzione delle pericolose emissioni, grazie alle agevolazioni che hanno incentivato il ricambio del parco automobilistico circolante e privilegiato lo sviluppo di mezzi via via sempre meno inquinanti. Poco, invece, finora si è fatto per una progressiva riduzione delle emissioni nocive prodotte dal riscaldamento degli edifici, che è andato invece in crescendo, diventando una delle principali fonti inquinanti dell’atmosfera.
Purtroppo, relativamente a questo settore, le politiche adottate dai Governi sono state meno incisive nell'imporre una sostanziale modifica degli impianti, tale da salvaguardare, per quanto possibile, l’impatto ambientale prodotto da milioni di impianti obsoleti. Il riscaldamento domestico è infatti quello più capillarmente diffuso sul territorio, sia nella grande città che nel piccolo paese di montagna. Per questo motivo esso oggi costituisce la prima fonte di inquinamento, verificabile anche in quelle aree lontane da insediamenti industriali o dalla presenza di grande traffico, dove spesso sono stati rilevati livelli di inquinamento dell’aria tali da far preoccupare più della circolazione stradale.
Si amici, anche di recente al Forum sull'Energia, promosso da ENGIE, uno dei principali operatori mondiali del settore energetico, realizzato con la collaborazione di Anci, The European House-Ambrosetti e Politecnico di Milano, è stato evidenziato che i nostri edifici inquinano più delle automobili. La qualità dell'aria nelle nostre città, infatti, risulta influenzata non solo dal traffico, come comunemente si crede, ma sempre di più dall'arretratezza degli impianti presenti nel nostro patrimonio edilizio, responsabile di più del 50 per cento delle emissioni di biossido di carbonio (CO2) e sino al 30 per cento delle emissioni di particolato (PM).
Ebbene, mentre per l’industria e per il settore auto si è cercato, anche in modo drastico, di trovare soluzioni per ridurre l’inquinamento, ciò non è avvenuto per gli impianti di riscaldamento, che, a parte alcuni interventi limitati, necessiterebbero invece di interventi straordinari di revisione. Se ciò avvenisse, è stato calcolato che, intervenendo anche solo sui sistemi di riscaldamento e condizionamento degli edifici posti nei 20 capoluoghi di Regione, si ridurrebbero le emissioni dal 10 al 50 per cento, determinando anche positive ricadute sulle imprese italiane attive nella filiera dell'efficienza energetica.
In Italia, il 55 per cento delle abitazioni ha oltre 40 anni di età, percentuale che sale al 75 per cento nelle città metropolitane. Questo ha conseguenze negative sia ambientali che economiche. Solo per l'edilizia pubblica (scuole comprese), ad esempio, il costo del riscaldamento è quasi di 2 miliardi di euro annui. Per confermare queste statistiche basta fare un solo esempio focalizzandoci sul capoluogo lombardo: Milano.
Nella città di Milano, come ha evidenziato uno studio presentato dal Politecnico, sostituendo il 10 per cento circa degli impianti più vecchi e meno efficienti con impianti più moderni si otterrebbe una riduzione delle emissioni pari al blocco del traffico per ben 6 settimane. Inoltre, mentre il trend delle emissioni di polveri sottili da trasporto su strada ha subito negli anni un forte rallentamento (adozione veicoli "euro"), riducendosi negli ultimi vent'anni del 60 per cento, quello legato al riscaldamento degli edifici è aumentato, doppiando i livelli del 1990 e risultando tre volte superiore ai valori del trasporto su strada. E non potrebbe essere diversamente in quanto il 56 per cento degli edifici Italiani è collocato nella classe di efficienza energetica più bassa (G) e solo il 2 per cento in classe A.
Cari amici, se in Italia si ponesse, finalmente, al centro delle scelte strategiche il tema del "riscaldamento sostenibile" l'Italia rafforzerebbe ulteriormente la sua posizione tra i leader mondiali dell'efficienza energetica, che già oggi la vedono, complessivamente, al secondo posto dopo la Germania e a pari merito con il Giappone. Qualcosa, comunque inizia a muoversi. Una grande leva per attivare politiche virtuose, in sinergia con le esperienze dei privati, è rappresentata dall'impegno delle città italiane di fronte alle sfide della sostenibilità energetica.
Oltre 3.000 comuni hanno aderito al Patto dei Sindaci, per la maggior parte presentando i loro PAES-Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile; oltre 1.000 comuni hanno inserito criteri di efficienza energetica nei regolamenti edilizi, con aumento del 600 per cento rispetto al 2008. Insomma per cercare di avere città più pulite e vivibili, in un’Italia sempre più pronta al rinnovo energetico che la porterà ad usufruire totalmente di energie pulite, rinnovare gli impianti di riscaldamento domestico è una strada da intraprendere quanto prima.
Grazie, amici, a domani.
Mario
In futuro l'energia sarà fornita solo dalle rinnovabili 


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