giovedì, marzo 21, 2019

LA SARDEGNA E LA LUNGA TELENOVELA DEL DEPOSITO DELLE SCORIE NUCLEARI. CREDO CHE IL NEO PRESIDENTE SOLINAS DOVREBBE AFFRONTARE SUBITO IL PROBLEMA.



Oristano 21 marzo 2019
Cari amici,
L’ipotesi del possibile utilizzo della Sardegna come deposito unico per le scorie nucleari non è mai tramontata. Come in una telenovela, di quelle che durano centinaia di puntate, come una mai finita “Tela di Penelope”, pur in assenza di pronunciamenti ufficiali, i sardi pensano (secondo me a ragione) che, seppure sotto silenzio, l’idea di scaricare nell’Isola questo ulteriore, immenso fardello non sia mai del tutto tramontata. Il pericolo, quando il problema continua ad essere rinviato, è proprio che avvenga ciò che in realtà si teme.
Eppure la Sardegna ha sempre dichiarato con forza e chiarezza la totale contrarietà alla realizzazione di un sito di raccolta per le scorie nucleari nel suo territorio; lo ha fatto in diverse occasioni, come ad esempio nella consultazione popolare sulle scorie del 2011, nella quale gli elettori espressero, con il 95 per cento dei voti, la chiara volontà di rifiutare un ulteriore gravame, considerati quelli già esistenti.  L'Isola, infatti, è già abbastanza penalizzata dalle pesanti servitù militari, che occupano oltre 35mila ettari di terreno, con le conseguenze che tutti ben conosciamo.
Il governo regionale lo ha ribadito anche successivamente, in particolare in occasione dell'audizione in Senato dei rappresentanti delle Regioni sulla gestione e messa in sicurezza dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale; in quella sede l’allora Assessore per la Difesa dell'ambiente della Regione Sardegna, Donatella Spano, ribadì con forza il “FORTE NO” dei sardi all'installazione nell'Isola di centrali nucleari e dei relativi siti per lo stoccaggio di scorie radioattive. Sarebbe un ulteriore, pesante gravame, considerato che la Sardegna ha già le sue belle “gatte da pelare” per la sua particolare condizione di insularità, che già di per sè crea i ben noti disagi per i collegamenti con la terraferma. Gravame che, come si può immaginare, la allontanerebbe ulteriormente dal possibile sviluppo di cui necessita. Senza dimenticare il pericolo che comporterebbe il trasferimento dei materiali radioattivi via mare: in caso di incidente le implicazioni potrebbero essere catastrofiche.
Il tempo, però, continua a passare ma di decisioni ufficiali (sempre rinviate) neppure l’ombra. Di recente il problema dello smaltimento delle scorie nucleari è tornato d’attualità, in seguito alla notizia dell’avvenuto aggiornamento della mappa dei siti potenzialmente idonei ad ospitare le scorie nucleari (a partire dal 2025, quando, per evitare ulteriori costi, lo stato italiano dovrà riportarle in patria). In questa mappa aggiornata risulterebbe che la Sardegna, nonostante le precedenti assicurazioni fornite, non è da considerarsi esclusa ma “potenzialmente idonea” ad ospitare le scorie in parola!
Stante questo fatto i sardi hanno ripreso a preoccuparsi seriamente, pensando (non a torto) che alla fine il cerino rimane sempre nelle mani del più debole. A riprendere con forza la sua battaglia per il "NO" è stato il comitato “NonucleNoscorie”; lo ha fatto inviando subito una nota al neo Presidente in pectore Christian Solinas, vincitore delle elezioni regionali del 24 febbraio e in attesa di proclamazione ufficiale assieme al nuovo Consiglio.  
Come riporta l’ANSA ecco il testo della nota inviata: “Abbiamo seriamente il sospetto che si stia preparando una corsia preferenziale per portare le scorie nucleari in Sardegna. Sappia il governo, che in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volontà già espressa dal popolo sardo, anche con atti ufficiali: referendum, leggi e ordini del giorno regionali, delibere dei Comuni e delle Province, determinazione della Conferenza Episcopale Sarda”. Aggiungendo anche: “Presidente Solinas, si pronunci chiaramente e dica ai sardi se intende uniformarsi alle decisioni che stanno maturando nell’area politica che lo ha portato alla carica di presidente o se invece intende uniformarsi e rispettare la volontà del popolo sardo, che già si è democraticamente espresso”.
Cari amici, i sardi hanno davvero ragione ad essere preoccupati! Come ha ribadito in una nota stampa anche il gruppo ProgRes-Progetu Repùblica, “Il Ministro dell’Interno e Vicepresidente del Consiglio italiano Matteo Salvini in uno dei comizi tenuti a Cagliari durante la campagna elettorale per le elezioni sarde, ha citato di sfuggita il nucleare come tema da non rifiutare a priori con quelli che vengono rubricati come “no a tutto”. Parole indubbiamente sibilline, che consigliano i sardi di tenere ulteriormente alta la soglia di attenzione sul possibile invio in Sardegna della spazzatura nucleare.
Personalmente sono dell’opinione che Solinas è giusto che sappia fin da subito cosa i sardi “non vogliono”: ci spetta ben altro da parte del governo nazionale, a partire dalle norme che ci mettano in condizioni di rimediare alla condizione di insularità che ci toglie ogni possibile competitività. Credo che il neo Presidente, considerato che ha avuto l’ampio consenso dei sardi per governare la Sardegna, dovrà operare per il bene dell’Isola e dei suoi abitanti, cercando di apportare miglioraramenti alla “sua Sardegna” da sempre considerata una Cenerentola, e fare in modo che le venga finalmente riconosciuta quella ‘pari dignità’ sempre negata!
Se partisse col piede sbagliato credo che Solinas se ne pentirebbe amaramente e mal gliene incoglierebbe, perché i sardi certe cose non le perdonano e Lui, da sardo, questo la sa bene! E' tempo di vigilare con grande attenzione, anche se credo che dovremo attendere ancora qualche mese per conoscere la sentenza, in quanto il responso, come per altri quesiti importanti (vedi Tav, Flat Tax…etc.), lo avremo sicuramente dopo il 26 maggio, giorno delle elezioni europee, in quanto i temi molto caldi, con ogni probabilità, verranno affrontati dopo l'attesa tornata elettorale europea.
Se son rose, fioriranno, ma se saranno spine…penso che pungeranno di brutto!
A domani.
Mario


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