Oristano 8 Marzo 2019
Cari amici,
Prima di iniziare con la mia riflessione quotidiana voglio fare gli AUGURI a tutte le donne del mondo, con l'auspicio che questa ricercata e doverosa parità possa essere un traguardo non più lontano, ma concretamente, presto raggiunto! Il lavoro delle donne, pur essendo gravoso e impegnativo per tutto il giorno, non è mai stato pienamente riconosciuto da noi uomini ed è giusto che finalmente lo sia! Speriamo a breve. In realtà anche il post di oggi ha a che fare con il gravoso lavoro delle donne. Vediamo perchè.
Che la vita moderna sia ormai una faticosa lotta contro il tempo, con il trascorrere delle giornate nelle quali è necessario galoppare sempre più forte per sopravvivere, è un dato inconfutabile. Sembra quasi che la specie umana più che lavorare per vivere abbia adottato tutto il suo contrario, ovvero abbia deciso di vivere per lavorare.
Una situazione
tragicomica che mi ricorda l’antico, ironico proverbio africano del leone e della
gazzella, ve lo ricordate? Che la vita moderna sia ormai una faticosa lotta contro il tempo, con il trascorrere delle giornate nelle quali è necessario galoppare sempre più forte per sopravvivere, è un dato inconfutabile. Sembra quasi che la specie umana più che lavorare per vivere abbia adottato tutto il suo contrario, ovvero abbia deciso di vivere per lavorare.
“Ogni mattina in Africa,
quando sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del
leone o verrà uccisa; ogni mattina in Africa, quando sorge il sole, un leone si
sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame; ogni
mattina in Africa, quando sorge il sole, non importa che tu sia leone o
gazzella, l'importante è che cominci a correre”.
Ironia a parte, oggi
voglio parlarvi dei cibi pronti, quelli che ormai hanno sostituito quelle
gioiose preparazioni domestiche che una volta erano il piatto forte delle
nostre mamme e nonne. In particolare oggi voglio parlare con Voi delle insalate
pronte, quelle che troviamo in buste trasparenti in ogni supermercato. Ebbene, siamo
in tanti a sceglierle per la loro praticità (appena arrivati a casa, basta
aprirle metterle nel recipiente cospargere di sale olio e aceto e consumarle), senza il minimo timore;
quasi nessuno infatti mette in conto di fare dei controlli preventivi: si ritiene che non sia proprio necessario! Del resto vengono reclamizzate proprio perché
“pronte all’uso”; ma in realtà, a quanto pare, le cose non stanno esattamente così.
Chi compra la busta
pronta lo fa proprio per mancanza di tempo, quindi è certo che il contenuto
della busta è già lavato, tagliato a dovere e necessita solo del condimento
individuale. Chi sospetterebbe mai che invece in quell’insalata potrebbero
nascondersi delle pericolose insidie?
A sciogliere i dubbi ci ha pensato l’Università di Torino, che ha deciso
di effettuare un accurato studio, sottoponendo a delle analisi una serie di campioni di insalata pronta, per
accertarne la sicurezza, utilizzando un certo numero di prodotti di diversa
provenienza.
Sono stati esaminati 100
campioni, le cui analisi hanno dato dei risultati a dir poco sconcertanti. A
rivelarlo sono stati gli studiosi che, dopo l’indagine hanno pubblicato i
risultati. In primo luogo hanno messo in evidenza la modalità di lavaggio,
effettuato solo con l’acqua, strumento che non consente di eliminare gli eventuali
agenti patogeni presenti nella verdura e che potrebbero causare, in chi le
consuma, anche malattie molto gravi; le analisi, infatti, hanno rilevato un’elevata
presenza di microrganismi e batteri.
Lo studio è stato
pubblicato dalla rivista “Il Salvagente”. A leggere
quanto riportato, in numerosi campioni erano presenti elevate quantità di microrganismi
di varia natura; una carica batterica che, a partire dal momento del
confezionamento, andava a crescere in pochi giorni in misura esponenziale. Questa situazione
avrebbe comportato, come conseguenza, un aumentato rischio di tossinfezione
alimentare in presenza di microrganismi patogeni, in conseguenza anche di un rapido
deperimento del prodotto, che avviene ben prima della scadenza indicata sulla confezione in
5-7 giorni.
La ricerca del prodotto
da analizzare è stata effettuata a Torino e ha riguardato diverse composizioni
di vegetali: insalata mista (20 buste), spinacino novello (20), cicorino verde
tagliato (27), lattughino verde (20), carote (13), per un totale di cento buste
campione. I test sono stati duplici: il primo effettuato nello stesso giorno
del confezionamento e il secondo nel giorno di scadenza indicato nella
confezione dal produttore. In considerazione del fatto che in Italia la
normativa è tutt’ora carente, i ricercatori hanno adottato i parametri
microbiologici della normativa francese, oltre a quelli della legislazione
comunitaria (reg. 2073/05), che però contempla solo i microrganismi patogeni.
Circa i microrganismi patogeni, quelli in grado di
fare ammalare una persona sana, la ricerca altro che si li ha individuati! Nel
3% delle buste i ricercatori hanno individuato l’Escherichia coli; in 2 casi su 3 l’esame ha evidenziato la
patogenicità della contaminazione. Percentuali persino più elevate sono invece
il risultato della ricerca di altri germi patogeni: l’Enterobacter sakazakü è
stato isolato nel 10% dei campioni, lo Pseudomonas nel 17% e lo Staphylococcus
nel 18% delle insalate. Mica poco, che ne dite?
Lo studio, pur accertando
che non tutti i batteri presenti nelle foglie di insalata sono potenzialmente pericolosi
per l’uomo, non è da sottovalutare il serio pericolo della Toxoplasmosi, i cui
effetti non sono certo lievi, in particolare per le donne in gravidanza.
Amici, alla
base del problema c’è il fatto che la verdura preconfezionata risultava lavata
solo con acqua, a cui si aggiunge anche il fatto che essendo conservata a lungo
in celle frigorifere, ossia in un clima sfavorevole per gli ortaggi, il suo
deperimento risultava molto veloce per cui la data di scadenza indicata nella
confezione non era assolutamente congrua. Lo studio ha chiaramente dimostrato che l'acqua
da sola non è in grado di garantire l'igiene e l'eliminazione di agenti
patogeni.
Cari amici, che fare
dunque, che rimedio può essere adottato? Al consumatore, per scongiurare
qualsiasi rischio è fortemente consigliato di ri-lavare accuratamente
l’insalata nell’apposita centrifuga casalinga, aggiungendo un misurino di
Amuchina che è in grado di igienizzare in profondità la verdura che si desidera
consumare. Insomma, amici, il tanto reclamizzato vantaggio strombazzato dai
produttori direi che vale solo a metà: le verdure in busta già pronte, se
vogliamo stare tranquilli, richiedono un ulteriore lavaggio da parte nostra!
Insomma,
a ben pensare, anche oggi nel 3° millennio, quando si può è certamente meglio il fai da te di una volta….
A domani.
Mario
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