Oristano
3 marzo 2019
Cari amici,
Credo che a volte il
percorso di ciascuno di noi prenda strade non preventivate né “messe in conto”; deviazioni che, quasi
guidate da mano ignota, portano in luoghi che ti fanno scoprire persone o cose che
forse non avresti mai avuto l’occasione di conoscere. Si, a me è successo anche ieri pomeriggio quando, dopo aver ritirato dal botteghino i biglietti per la
Sartiglia di domenica, passeggiavo senza fretta osservando curioso i preparativi per l'attesa gara dell'indomani.
Mentre lentamente mi avviavo verso casa, in via Parpaglia, all’altezza dell’incrocio con via Serneste, al piano terra di palazzo Cominacini mi accorgo che era in corso l'inaugurazione una mostra di pittura; all’esterno, su un cavalletto da pittore era appoggiato un quadro sotto certi aspetti “particolare”; potrei anche dire molto attrattivo, quasi messo li a fare da richiamo.
Considerata la mia innata curiosità mi sono avvicinato, iniziando a osservare con attenzione il quadro. Stranamente le figure rappresentate risultavano dipinte non sul solito supporto di tela, o tavola, ma su un ulteriore supporto aggiuntivo, costituito da ritagli di stoffa particolari: sicuramente resti sartoriali di tessuti utilizzati per il confezionamento dei costumi sardi. Non mi era mai capitato di osservare un quadro elaborato in questo modo! Il risultato, credetemi, mi appariva di ottimo livello.
Mentre lentamente mi avviavo verso casa, in via Parpaglia, all’altezza dell’incrocio con via Serneste, al piano terra di palazzo Cominacini mi accorgo che era in corso l'inaugurazione una mostra di pittura; all’esterno, su un cavalletto da pittore era appoggiato un quadro sotto certi aspetti “particolare”; potrei anche dire molto attrattivo, quasi messo li a fare da richiamo.
Considerata la mia innata curiosità mi sono avvicinato, iniziando a osservare con attenzione il quadro. Stranamente le figure rappresentate risultavano dipinte non sul solito supporto di tela, o tavola, ma su un ulteriore supporto aggiuntivo, costituito da ritagli di stoffa particolari: sicuramente resti sartoriali di tessuti utilizzati per il confezionamento dei costumi sardi. Non mi era mai capitato di osservare un quadro elaborato in questo modo! Il risultato, credetemi, mi appariva di ottimo livello.
L’opera pittorica, pensai, era
certamente uscita dalle mani di un artista capace, con una grande dimestichezza del
ritratto e delle tecniche da utilizzare. Più curioso di prima, decisi quindi di entrare nel locale e dare uno sguardo d'insieme alla mostra,
pensando che ne valeva proprio la pena. All’interno mi accorsi che gli artisti
che esponevano erano due, un uomo e una donna, entrambi impegnati a rispondere alle domande
dei visitatori. Io però ero particolarmente incuriosito dalle opere della donna, che, da un curioso bigliettino da visita (piccolo e quadrato), appresi che si chiamava Angela Spano. La prima a liberarsi da una coppia che chiedeva informazioni fu la donna che, accorgendosi della mia presenza e forse anche del mio sguardo su di lei, mi salutò con un sorriso
particolarmente gioioso. Apprezzo le persone che sorridono con quello sguardo
limpido, con gli occhi che ti osservano con una spontanea disponibilità a rispondere alle tue domande.
Ho intavolato subito una
conversazione con lei, dicendole che ero un osservatore curioso che amava scrivere; "dipingere proprio no, le confessai, non so fare nemmeno una O col bicchiere"! Al che lei, sorridendo, rispose che ognuno ha la sua arte!
Mentre conversavamo continuavo ad osservare le opere esposte, che mi incuriosivano non poco. Angela mi parlò un po’ di lei, della sua arte, del fascino che in passato le aveva suscitato la Sartiglia e della sua decisione di includere i suoi fieri partecipanti nelle sue opere. Mi parlò anche delle tecniche usate, della sua formazione all’Accademia di Belle Arti di Firenze e della sua passione per la figura, per il ritratto, nel quale lei andava costantemente alla ricerca, dello spirito interiore del personaggio rappresentato, della sua anima. Mentre continuavo la mia ispezione dei quadri esposti, le chiesi di poter fare delle foto, in quanto avevo in mente di scrivere qualcosa su di lei, e con un sorriso mi rispose subito di sì.
Dopo aver fotografato alcuni quadri la ringraziai della disponibilità, assicurandole che a breve avrei parlato di lei nel mio blog. Restammo d'accordo che ci saremo scambiati l'amicizia su FB e, sempre con un sorriso, ci salutammo con una stretta di mano.
Mentre conversavamo continuavo ad osservare le opere esposte, che mi incuriosivano non poco. Angela mi parlò un po’ di lei, della sua arte, del fascino che in passato le aveva suscitato la Sartiglia e della sua decisione di includere i suoi fieri partecipanti nelle sue opere. Mi parlò anche delle tecniche usate, della sua formazione all’Accademia di Belle Arti di Firenze e della sua passione per la figura, per il ritratto, nel quale lei andava costantemente alla ricerca, dello spirito interiore del personaggio rappresentato, della sua anima. Mentre continuavo la mia ispezione dei quadri esposti, le chiesi di poter fare delle foto, in quanto avevo in mente di scrivere qualcosa su di lei, e con un sorriso mi rispose subito di sì.
Dopo aver fotografato alcuni quadri la ringraziai della disponibilità, assicurandole che a breve avrei parlato di lei nel mio blog. Restammo d'accordo che ci saremo scambiati l'amicizia su FB e, sempre con un sorriso, ci salutammo con una stretta di mano.
Rientrato a casa, dopo
aver cenato ho scaricato le foto dal cellulare e scritto qualche appunto su quanto mi
aveva detto a voce; non pago iniziai una ricerca in rete, dove però non travai gran che su di lei, a parte un sintetico curriculum che completai con i dati fornitimi da lei. Ecco, per Voi, chi è Angela Spano.
Angela Spano è nata nel
1974 ad Ajaccio in Corsica, da madre siciliana e padre sardo. Alle superiori ha
frequentato il liceo artistico, proseguendo poi gli studi all’Accademia di
Belle Arti di Firenze. Attratta dall’arte classica e rinascimentale, sotto la guida del professor Bimbi si
perfeziona nello studio dell’arte espressionista
dei pittori viennesi e tedeschi. La sua propensione artistica è rivolta all’espressionismo,
in quanto lei, come accennato prima, è un’artista che ama esaltare il lato emotivo del personaggio rappresentato, che all'osservatore appare evidente, comunicativo, quasi volesse fuoriuscire dal quadro.
Si, amici, dopo aver osservato i suoi quadri posso dirvi che Angela dipinge davvero molto bene e con grande
sentimento; le figure rappresentate hanno degli sguardi magnetici, che, fissate,
sembrano ipnotizzarti. Nelle varie rappresentazioni dei partecipanti alla
Sartiglia, dal capocorsa ai cavalieri e alle amazzoni, a chi le osserva pare di
cogliere l’ansia della prestazione, l’impegno che li pervade, portato ai massimi livelli. I
volti femminili, poi, sono particolarmente intensi, dove la fierezza delle
donne sarde trasuda dal loro sguardo; sguardo fiero e determinato di vere matriarche, la cui forte figura è
ulteriormente arricchito dalla ricchezza dei costumi, dipinti da Angela in modo
eccelso.
A dare quell’ulteriore tocco di vera sardità alle sue opere, quei particolari sfondi da lei
utilizzati: fatti di scampoli di prezioso tessuto, assemblati in modo da costituire
parte
integrante, un unicum con la figura rappresentata.
Amici, nelle straordinarie
figure femminili dipinte da Angela Spano, altamente espressive, quasi capaci di
emanare un fluido magico, possiamo trovare non poche tracce di quell'evoluzione
pittorica tedesca sviluppatasi fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX°, una rivoluzione nota come “Secessione Viennese”,
miscelate anche al nuovo corso portato nella pittura dall’Art Nouveau agli inizi del XX secolo.
Cari lettori, sono felice
di questo incontro con Angela Spano, nato casualmente da un gioco del destino, ma che credo possa
diventare un'interessante conoscenza e forse anche di futura amicizia, fra persone
curiose che…amano la Sardegna e, in particolare, anche la Sartiglia! Ad maiora, cara Angela!
A domani, amici.
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