Oristano 22 marzo 2019
Cari amici,
La storia ci ha dimostrato che nulla è immutabile, che l'uomo è ogni giorno alla ricerca di nuove soluzioni per mettere rimedio ai problemi che incontra, felice di scoprire nuove soluzioni per combattere i nostri mali; il progresso avanza, continua senza soste,
anche se la sognata immortalità resterà per sempre un miraggio! Nella ricerca dei rimedi possibili, una delle parti
del nostro corpo più difficili da “riparare” è senz’altro il cervello, quello straordinario
computer che sovraintende a tutto il complesso funzionamento della nostra macchina corporale: dalla radice dei capelli
fino alle unghie dei piedi.
Ebbene, di recente è
stata resa nota una scoperta che potrebbe mettere un certo riparo a delle pericolose anomalie (sanandole o limitandone
i danni) che provengono proprio dalla nostra “super centrale”,
ovvero dal nostro cervello. Certo, si è ancora nella prima fase, ma le speranze ci sono. A scoprire una nuova, straordinaria via per riparare alcuni problemi del nostro cervello è stato quel mago di Mark Zuckerberg, inventando un marchingegno mai
ipotizzato prima, concepito dalla sua fervida mente.
Siamo in tanti a
conoscere il fondatore di Facebook e le sue straordinarie capacità, che gli hanno consentito
di diventare uno degli uomini più ricchi del pianeta! L’innovativo progetto da
lui concepito è stato chiamato Chan-Zuckerberg Initiative (CZI), dal nome del patron del social più diffuso e di sua moglie, la pediatra
Priscilla Chan, che per mettere a punto la nuova macchina hanno messo sul tappeto ben 5
miliardi di dollari, ricavati dalla vendita di loro azioni societarie, convinti di riuscire a «porre fine a ogni malattia in una
generazione».
Il progetto, certamente ambizioso,
contiene uno studio approfondito sul nostro cervello che, sotto certi aspetti,
ricorda proprio le atmosfere cyberpunk dei film di fantascienza. Il congegno messo
a punto può essere paragonato ad un pacemaker, in quanto trattasi di uno speciale dispositivo in
grado di leggere gli impulsi elettrici del cervello legati ai movimenti e
successivamente di correggerli in tempo reale! Insomma, la straordinaria macchina sarebbe in grado di
trasformare il pensiero in comandi informatici, modificandoli e correggendoli
quando necessario!
L’avveniristico studio-progetto è
stato pubblicato sulla rivista Nature Biomedical
Engineering, dove i ricercatori hanno descritto l’invenzione
come un particolare dispositivo senza fili che, una volta impiantato nel cervello di un
primate (è stato sperimentato su delle scimmie), è stato in grado di
registrare, stimolare e modificare le sue attività cerebrali svolte "in tempo reale". Per
fare un esempio, l’apparecchio è stato in grado di captare l’impulso cerebrale dell'animale
che vorrebbe muoversi, modificandolo subito in modo contrario, invitandolo a stare fermo.
Insomma un congegno, a prima vista, di vera e propria fantascienza!
Amici, l'esperimento rivoluzionario
apre sicuramente "strade nuove", mai percorse prima, come ad esempio innovative terapie per la cura di
malattie come il Parkinson, l’epilessia o le lesioni al midollo spinale. Il
dispositivo realizzato è stato chiamato 'Wand',
ed è stato realizzato dall'università di Berkeley e dalla start up privata
Cortera. Il 'pacemaker cerebrale' può
monitorare il segnale di 128 punti diversi del cervello, su cui sono piazzati
degli elettrodi, riuscendo a influenzarli a sua volta con una scarica. Il
processo è regolato da un algoritmo in grado di separare il segnale proveniente
dal cervello da quello 'di ritorno' generato dallo stesso dispositivo.
Nel test effettuato sulle
scimmie, queste dovevano muovere un joystick per seguire un obiettivo su uno
schermo. ‘Wand’ in questo caso si è dimostrato in grado di capire in anticipo
quando gli animali stavano per compiere il gesto, riuscendo a fermarli con una
scarica elettrica. Il progetto negli USA ha riscosso un grande successo, tanto
che ha ottenuto finanziamenti anche dal Darpa,
il braccio scientifico del dipartimento della Difesa statunitense.
Rikky Muller,
ricercatrice dell’Università di Berkeley e cofondatrice dell’azienda, nonché
inserita dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) nella lista degli
scienziati under 35 più creativi, ha detto: “Questo dispositivo può essere
realmente innovativo, in quanto il soggetto rimane completamente libero di
muoversi e la macchina può capire da sola quando e come interferire con i
movimenti. Un giorno potrebbe avere applicazioni per una serie di malattie che
colpiscono i movimenti, inclusi i traumi della spina dorsale e l’epilessia”.
Cari amici, il progresso avanza di
continuo, senza mai fermarsi, e certe innovazioni, se da un lato appaiono
straordinariamente importanti, dall’altra fanno anche venire una certa paura! Perchè, direte Voi? Basti pensare
che ricerche similari, svolte sullo stesso campo (come ad esempio quelle di Elon Musk), mirano in direzione ben diversa: riuscire
a dare ordini al computer con il cervello, tanto da far pensare che domani,
invertendo gli ordini, potrebbe essere il computer a comandare il nostro di cervello!
Credo sia meglio, per ora, non pensarci proprio!
A domani.
A domani.
Mario
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