Oristano
7 Marzo 2019
Cari amici,
Credo che se i sardi
sapessero reclamizzare i tesori unici che possiedono, la nostra amata Sardegna
vivrebbe una notorietà di alto spessore, che di conseguenza farebbe vivere
molto meglio di adesso i suoi abitanti. Ho sostenuto questo mio pensiero in
molte altre occasioni, ma intendo ripeterlo in questo momento, dopo il grande successo
che ha ottenuto la nostra partecipazione alla 5^
edizione di TourismA, manifestazione che si è svolta a Firenze dal 22 al 24 febbraio scorso.
L’evento, ospitato al
Palazzo dei Congressi, ha portato la Sardegna ad un livello di notorietà mai
registrato prima, che l’ha proiettata nel panorama turistico internazionale. la Sardegna dunque,
ospite d’onore della manifestazione fiorentina, dove ha esibito tutta la sua forza (archeologica, storica, culturale e di tradizioni), a partire dal logo adottato, già di per sè di forte richiamo: “Sardegna,
museo a cielo aperto”, che ha giocato un ruolo fondamentale nella rassegna.
È la prima volta che la Sardegna
recita il ruolo di prim’attore, ospite d’onore di un Salone così importante: essere la prima Regione italiana scelta a rappresentare la rassegna al posto di un Paese estero.
L’Isola ha attirato l’attenzione di tutti, grazie proprio alla straordinaria ricchezza
del suo patrimonio culturale e archeologico, unico al mondo. Lo spazio
assegnato alla Sardegna era ampio, di circa 120 mq, collocato poi in posizione strategica,
affinché tutti i visitatori lo potessero non solo vedere ma anche “attraversare”.
L’allestimento, curato e allestito
dall’editore Carlo delfino, aveva il patrocinio della Regione Autonoma della
Sardegna, delle Soprintendenze archeologiche sarde e del Dipartimento di Storia
dell’Università di Sassari. Nello spazio
Sardegna gli stand erano quelli di Unioncamere Sardegna, Unione dei Comuni
della Trexenta, della Comunità Montana Sarcidano Barbagia di Seulo, di Alghero,
Bonorva, Borutta e Torralba, dei tre aeroporti sardi di Cagliari, Olbia e
Alghero, dell’Associazione culturale Archeofoto Sardegna e Teravista
(Cagliari).
Il Salone internazionale
di Firenze, amici, è una vetrina straordinaria: è dedicata in particolare alla promozione del turismo culturale, quello che affonda le radici nel passato, e quindi con preciso riferimento all’archeologia. Strepitosa quest’anno
l'aumentata presenza dei visitatori: oltre tredicimila persone provenienti da tutto il
mondo; non mancavano i principali media nazionali e internazionali, oltre a decine di
compratori e agenti, che hanno affollato, dal 22 al 24 febbraio, in particolare l’area Sardegna
di tourismA 2019. Un successo per la nostra Isola davvero straordinario!
Con Carlo
Delfino, organizzatore della presenza sarda, diversi docenti sardi illustri, come l’archeologo e docente dell’Università di
Sassari, l’oristanese Raimondo Zucca,
che ha portato nell’imponente auditorium fiorentino una relazione sulla Sardegna romana,
partecipando anche nel pomeriggio al XV° incontro di Archeologia Viva, nel quale ha focalizzato
l’attenzione sulle statue dei giganti di Mont’e Prama, i grandi, veri protagonisti di TourismA. A dare loro risalto, infatti, erano state collacate nei giardini del palazzo dei Congressi dove si svolgeva la rassegna, dodici riproduzioni dei nostri giganti,
elaborate dalla bottega artigiana di Carmine Piras, che accoglievano i
visitatori, creando uno straordinario, grande impatto visivo. A presentare le riproduzioni delle statue lo stesso Piras,
che descriveva ai visitatori, con dovizia di particolari, i giganti “ricostruiti”. Nello spazio dedicato all'Isola anche altri nostri prodotti culturali di rilievo: le famose launeddas di Sergio Lecis e le belle immagini di Nicola
Castangia e Maurizio Cossu.
Nella affollata “tre
giorni” di convegni, dibattiti e incontri, TourismA ha confermato di essere per la Sardegna un
appuntamento di grande importanza e spessore. Di vero interesse i temi trattati, in particolare
quelli riferiti al nostro lontano passato, come il convegno “Sardegna museo a cielo aperto, Incontri con
l’archeologia dell’Isola” (un viaggio di diecimila anni, dalla preistoria
al Medioevo), moderato da Alberto Moravetti dell’Università di Sassari, con gli
interventi di docenti ed esperti delle Università di Sassari (Marco Milanese,
Anna Depalmas, Michele Guirguis), di Cagliari (Riccardo Cicilloni) e di Firenze
(Fabio Martini), e delle Soprintendenze regionali (Angela Antona, Gianfranca
Salis); inoltre, il direttore del Museo della statuaria preistorica di Laconi,
Giorgio Murru, ha tenuto una relazione su torri e templi dell’età nuragica.
Tante e tutte illustri le
personalità che “hanno firmato la loro
presenza”: dallo storico dell’arte Philippe Daverio, che nello spazio
Sardegna ha tagliato il nastro inaugurale col presidente del Consiglio
regionale toscano Eugenio Giani, al decano degli archeologi Andrea Carandini,
dal noto divulgatore Alberto Angela al critico d’arte Vittorio Sgarbi, dal
direttore degli Uffizi Eike Schmidt allo scrittore e storico Valerio Massimo
Manfredi, fino ad arrivare alla “turista per caso” Syusy Blady. Tutti si sono intrattenuti
piacevolmente negli stand dedicati all’isola, promettendo di tornare presto in Sardegna.
“Un’occasione di grande
visibilità”, ha detto soddisfatto l’editore Carlo
Delfino; «L’archeologia e in generale la cultura possono essere il volano di un
turismo moderno e intelligente», auspicando di poter curare in futuro
un evento simile anche in Sardegna. Parole, le sue, riprese tra gli altri anche
da Philippe Daverio: «La Sardegna ha una
serie di contenuti straordinari non abbastanza percepiti. Serve un turismo
diverso da quello di massa: si potrebbero avere 10 mesi di agiatezza e non solo
i due e mezzo estivi, anche sfruttando le particolarità culturali di grandi
personaggi sardi come Mario Sironi, Costantino Nivola e Pinuccio Sciola».
Cari amici, TourismA,
dunque, nel segno della Sardegna e dei suoi mille tesori, che è tempo, ormai,
che escano dall’oblio millenario e vengano mostrati al mondo intero. Solo in
questo modo, facendo conoscere il nostro raro ed unico patrimonio, possiamo creare quel redditizio flusso turistico capace di far uscire l'Isola dal triste status quo in cui si trova, fatto di indolenza e
mancata capacità di agire, che crea solo miseria e mancanza di lavoro.
La mia speranza è che i nostri giovani, seri, preparati e desiderosi di mostrare il loro valore, possano prendere in mano con coraggio questo nostro patrimonio e renderlo finalmente produttivo.
La mia speranza è che i nostri giovani, seri, preparati e desiderosi di mostrare il loro valore, possano prendere in mano con coraggio questo nostro patrimonio e renderlo finalmente produttivo.
A domani.
Mario.
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