Oristano
18 marzo 2019
Cari amici,
Pochi giorni fa, Venerdì
15 marzo, in tutto il mondo si è sentito forte e chiaro l’urlo di dolore di tanti giovani, lanciato ai vari governanti per la
salvezza del pianeta. Forse
è la prima volta che una rivolta di queste dimensioni parte dalle schiere dei
giovanissimi, sempre più consci del loro precario futuro. A stimolarli con grande forza e coraggio Greta Thunberg,
una irriducibile sedicenne svedese che combatte da tempo senza paura contro il
mondo “dei grandi” che, con il loro egoismo, continuano ad avvelenare il mondo con un costante inquinamento
che sta facendo correre rischi serissimi alla terra, compromettendo in questo
modo il loro futuro e quello delle generazioni successive.
È una storia curiosa,
quasi commovente, quella di Greta Thunberg, all’apparenza
una bambina, ma con un forte spirito rivoluzionario, tanto da essere
riuscita a coinvolgere numerosissimi suoi coetanei (sia in Svezia che nel resto
del mondo) che hanno messo in atto una protesta gigantesca, che ha iniziato a
travolgere quel mondo dei grandi,
insensibili al loro futuro.
Protesta, quella messa in atto dalla sedicenne svedese, che ha ispirato un “nuovo movimento studentesco”, determinato a chiedere ai governi del mondo l’avvio di politiche più serie per contrastare in primis il riscaldamento globale.
Protesta, quella messa in atto dalla sedicenne svedese, che ha ispirato un “nuovo movimento studentesco”, determinato a chiedere ai governi del mondo l’avvio di politiche più serie per contrastare in primis il riscaldamento globale.
Greta ha
iniziato presto la sua battaglia. Una volta maturata la consapevolezza che
bisognava “fare qualcosa” per spingere i governi a occuparsi responsabilmente
dei pericolosi cambiamenti climatici, il 20 agosto del 2018, mise in atto la sua prima azione di protesta, decidendo caparbiamente di non recarsi più a scuola fino
al 9 settembre: il giorno delle elezioni politiche. Anziché andare a scuola
si fermava ogni giorno di fronte alla sede del Parlamento svedese e, con un cartello in
mano con scritto “Skolstrejk för klimatet” (“Sciopero scolastico per il
clima”), trascorreva le ore esibendo la sua protesta silenziosa. L’interesse per il suo
atto di coraggio, cresceva giorno dopo giorno.
Dopo le elezioni
politiche Greta tornò a scuola. Riprese a frequentare le lezioni, tranne il
venerdì: era il giorno che lei aveva scelto per dedicarlo al proseguimento della sua protesta
iniziata di fronte alla sede del Parlamento. La sua richiesta era chiara: il
governo doveva occuparsi più seriamente del cambiamento climatico, adottando
politiche più serie ed incisive per ridurre le emissioni di anidride carbonica
(tra i principali gas serra). La sua forte protesta iniziava a montare in tutta la Svezia,
contagiando in particolare i giovani, che crescevano costantemente di numero, tanto da valicare in
poco tempo anche i confini nazionali.
Ormai il “Venerdì per il futuro” (o “sciopero
scolastico per il clima”), aveva contagiato molti altri giovani in tante nazioni, diffondendosi
come un virus nei 5 Continenti. Il 15 marzo scorso (giorno dedicato alla protesta mondale) centinaia di migliaia di
studenti, in diverse parti del mondo, hanno partecipato ad una manifestazione organizzata per chiedere ai vari governi nuove politiche e azioni più incisive per
contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Si stima che
negli ultimi mesi di manifestazioni simili ne siano state organizzate oltre 300
in varie città del mondo, con la partecipazione di decine di migliaia di
studenti.
A questi giovanissimi protagonisti,
giustamente preoccupati per il futuro dell’ambiente, è arrivato anche il pieno sostegno
delle diverse associazioni ambientaliste, che hanno deciso il loro appoggio organizzando
manifestazioni similari. Insomma, la brillante idea di Greta di inventarsi i
“Venerdì per il futuro” è stata una mossa davvero vincente! Nessuno l’avrebbe
mai detto, ma Greta, nonostante la sua giovanissima età, è diventata un simbolo,
la personificazione di una generazione che ha deciso di combattere per il suo
futuro.
Greta Thunberg, dopo la
sua prima protesta del 2018, è ormai diventata famosa in tutto il mondo. Nelle
numerose interviste ha spiegato di essere diventata consapevole del problema
del riscaldamento globale fin da quando aveva 8 anni, chiedendosi perché non
fosse al centro delle politiche per il futuro del mondo. Nel dicembre del 2018,
la Thunberg ha partecipato alla COP24, la conferenza internazionale sul clima
organizzata dalle Nazioni Unite in Polonia. Sempre alla fine del 2018, ha
parlato davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite. Nel 2019 ha partecipato agli
incontri del World Economic Forum di Davos (Svizzera), dove ha accusato i politici
e le grandi aziende di essere consapevoli da tempo dei rischi del cambiamento
climatico, ma di non avere fatto quasi nulla per rimediare, sia per calcolo
politico che per non ridurre i profitti.
Ora Greta continua la sua
battaglia. La rivista TIME l’ha inserita nella sua lista dei 25 adolescenti più
influenti nel mondo per il 2018; in occasione della Giornata internazionale
della donna, la testarda Greta è stata nominata la donna più importante e
influente del 2019 in Svezia. Anche diverse altre organizzazioni e associazioni
hanno assegnato premi alla Thunberg per il suo impegno, e per avere contribuito
a mantenere l’attenzione su uno dei temi più importanti per il futuro delle
nostre società. Recenti voci la danno candidata al futuro premio Nobel.
Cari amici, la protesta
di venerdì 15 marzo scorso, capitanata da Greta Thunberg ha trascinato nelle
piazze di tutto il mondo fiumi di giovani che come lei hanno inteso denunciare
la situazione drammatica in cui si trova il pianeta. Oltre 1 milione 400mila
giovani in 2083 piazze poste in 125 Paesi del mondo, hanno espresso il loro
grande urlo di dolore per la terra in pericolo. Merito di Greta, che li aveva convocati sui
social, in particolare su Twitter. Anche l’Italia ha partecipato con
convinzione: in Sardegna anche Oristano ha voluto fare la sua parte.
Il mondo, amici, dovrà davvero
ascoltarli, dare corpo alla loro forte protesta, anche se le soluzioni non appaiono
facili, in quanto difficilmente i Paesi del mondo si rassegngneranno a mettere in discussione le
attuali caratteristiche dello sviluppo, rinunciando a quel benessere oggi
goduto, ma che pregiudica il futuro delle nuove generazioni. Oggi i giovani, ormai non più
bambini, sono consapevoli che il loro futuro è minato dal nostro egoismo e
dalla nostra poca voglia alla rinuncia. La loro, però, è una seria
consapevolezza che noi non possiamo ignorare: il mondo non è di nostra proprietà
ma di tutti, è anche loro e delle generazioni future.
In questo pianeta,
prestato all’uomo dalla grandezza di Dio, nessuno può deturparlo o distruggerlo,
nessuno ne è padrone! Siamo tutti ospiti e lo dovremmo lasciare in ottimo
stato, come un tempo ci è stato dato. Non farlo sarebbe un delitto che non
potrebbe trovare assoluzione, né oggi su questa terra né dopo! Dovremmo fare tutti
un serio esame di coscienza.
Grazie
di cuore, Greta, per averlo con grande forza (nonostante la tua giovane età)
voluto ricordare al mondo!
A domani.
Mario
Il 2018 è stato l'anno più caldo di sempre
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